CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

<<
 
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La redenzione

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2009 21:19
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 968
Sesso: Femminile
07/01/2009 21:19
 
Quota

La redenzione è l'esperienza centrale di ogni religione. Seppure espresso nelle varie religioni con termini diversi, il concetto dice che il rapporto con la divinità (o il divino) realizza la salvezza dell'uomo, come liberazione dal male e raggiungimento di una vita buona e felice.

Nel cristianesimo la redenzione è la categoria centrale per esprimere il valore di salvezza dell'opera realizzata da Gesù Cristonella sua morte e risurrezione. Essa è collegata in modo esplicito alla prima opera di Dio, la creazione. La redenzione è considerata come la restaurazione della creazione e la creazione si compie nella redenzione. Infatti, la libertà umana creata da Dio è continuamente sorretta dalla presenza di Dio e dai suoi interventi nella storia (v. Alleanza). La storia dell'agire divino ha lo scopo di ricondurre la libertà degli uomini al disegno originario, che Paolo delinea sinteticamente nella Lettera agli Efesini: "In Lui [Gesù Cristo] ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà" (Ef 1,4-5). La redenzione non è solo redenzione dal peccato, ma è anche e soprattutto realizzazione del disegno di Dio di chiamare tutti gli uomini a essere in Cristo.

La redenzione nell'Antico Testamento

Nell'Antico Testamento la fede di Israele parla di Dio come "redentore" (in ebraico: go'el). La categoria è tratta dal diritto di famiglia, del clan, della tribù: le famiglie potevano pagare un riscatto per liberare il parente caduto in schiavitù.

Nella trasposizione religiosa la categoria di redenzione perde la sua connotazione giuridica e soprattutto l'idea del pagamento di un riscatto "dovuto" a qualcuno. Dio libera il suo popolo come "redentore", gratuitamente, senza essere debitore di nulla a nessuno. L'accento è posto sulla solidarietà, sul vincolo di parentela che Dio stringe con il suo popolo, sulla fedeltà di Dio a se stesso e all'uomo. Per Israele l'esperienza fondamentale di redenzione è quella dell'Esodo che libera dalla schiavitù dell'Egitto, in vista della formazione del popolo e dell'Alleanza. Nella liberazione dell'Esodo non c'è il pagamento di alcun riscatto, mentre essa è chiaramente indicata come un intervento liberatore dovuto alla sovranità e alla fedeltà di Dio alla sua promessa (cfr. Es 6,6-7). Nella seconda parte del libro di Isaia, l'agire di Dio viene letto come un intervento "redentore" (Is 44,24), posto in forte parallelo con l'agire creatore, come un chiamare di nuovo all'esistenza il popolo disperso nella deportazione babilonese (cfr. Is 43,1).

Gesù redentore

Su questo sfondo doveva apparire naturale alla prima comunità dei cristiani esprimere il valore di salvezza della morte di Gesù come la "redenzione". Fondandosi sul gesto dell'Ultima Cena, in cui Gesù anticipa il significato della sua morte, come morte per tutti, gli autori del Nuovo Testamento esprimono il valore salvifico della Croce come l'atto decisivo della liberazione operata da Dio. I Vangeli sinottici, Paolo e Giovanni non fanno altro che rileggere questo nucleo ricuperando le grandi immagini dell'Antico Testamento. Perciò la morte di Gesù è la "redenzione", il "sacrificio", il "riscatto". Gesù porta a compimento tutti i sacrifici dell'Antico Testamento, ma non li realizza più solo in un gesto rituale, bensì nel dare la sua vita per la moltitudine, nell'offerta personale. I testi dell'istituzione dell'eucaristia (Mc 14,24; Mt 26,27; Lc 22,20; 1 Cor 11,25) parlano del dono di Gesù come sacrificio di alleanza. La Lettera agli Ebrei (9,15-28) ricorda il sacrificio di alleanza. Diversi autori si riferiscono al rito di espiazione e purificazione (Eb 9-10; Rm 3,25; 2 Cor 5,21; 1 Gv 2,2; 4,10) e la Lettera agli Efesini parla di olocausto (5,2). Giovanni si riferirà alla tematica dell'agnello pasquale all'inizio (1,29) e alla fine (19,31-37) del suo Vangelo. Si tratta di un sacrificio che non mira a mutare la volontà di un Dio adirato, ma si iscrive entro l'alleanza di Dio che rende possibile i gesti di riconciliazione del suo popolo.

Ugualmente il Nuovo Testamento parla della morte di Gesù come redenzione (Mt 20,25-28; 1 Tm 2,6; Tt 2,14): Gesù è il Redentore, è colui che dà la sua vita in riscatto per la moltitudine, non perché sia tenuto a pagare qualcosa a qualcuno, ma perché è il volto del Dio fedele a se stesso, che non può lasciare noi in balìa del peccato e della morte. Egli è il vero Redentore dell'uomo e della storia, colui che riscatta dalla schiavitù del peccato, colui che mostra l'amore di Dio che non vuole che nessuno dei suoi figli vada perso.

La riflessione teologica

Il seguito della storia del pensiero cristiano svilupperà il concetto di redenzione anzitutto sottolineando il tema del riscatto come un debito "dovuto" a Satana per la schiavitù contratta con il peccato (teoria dei diritti del demonio ); poi tentando di purificare questo sviluppo con la categoria della "soddisfazione" (s. Anselmo): Dio non deve nulla a nessuno, è solo l'uomo che deve ristabilire l'alleanza violata e l'onore di Dio offeso con il peccato, ma da solo non lo può fare; si comprende "perché" solo un Dio-uomo lo possa fare, mediante l'offerta della sua vita, con la morte volontaria. Anselmo cerca così di far comprendere il senso della redenzione operata da Gesù Cristo e il suo carattere oneroso, senza dover ricorre al "diritto" di nessun altro. Tuttavia il seguito dell'esperienza cristiana e della riflessione teologica irrigidì il discorso di Anselmo, parlando di un'espiazione penale che Dio infligge al suo Figlio e quasi perdendo l'aspetto della libertà e della volontarietà del gesto di Gesù.

La riflessione teologica attuale mira a ricuperare il contesto biblico della redenzione, leggendo l'agire di Cristo non come un atto subito da lui per placare la giustizia di Dio, ma come l'atto stesso con cui Dio, mediante l'agire volontario di Cristo fino alla morte, restituisce gratuitamente alla libertà umana la capacità di ritornare a lui (redenzione dal peccato) e di ricostruire le relazioni perdute (con se stessa, con gli altri, con il mondo: l'adozione filiale). In questo modo la categoria di redenzione si pone in rapporto con le diverse forme di liberazione umana (personale e sociale): le rende possibili, le favorisce, anche se le supera.

[Franco Giulio Brambilla]


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:07. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com