63 Che dice la Scrittura? (Romani 4:3)

Manlio-
00mercoledì 20 aprile 2011 19:55
La nostra giutificazione per mezzo della risurrezione
La nostra giutificazione per mezzo della risurrezione

«Per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.» Romani 4:25

— Come bisogna intendere il termine «giustificazione» in questo passo?

La risurrezione del nostro Signore Gesù, che è morto per i nostri peccati, è la prova incontestabile che Dio ha gradito il Suo sacrificio, e che i peccati non sono più messi in conto a colui che riceve la testimonianza di Dio al suo riguardo.

Risuscitando Gesù, Dio ha posto il Suo sigillo sull’efficacia della Sua opera, e noi abbiamo un Salvatore vivente che ci rappresenta sempre davanti al volto di Dio: «Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d’uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi» (Ebrei 9:24).

Noi siamo dunque giustificati per mezzo della Sua risurrezione, perché se Cristo non fosse risuscitato non vi sarebbe alcuna prova che i nostri peccati sono stati espiati: «Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati» (1 Corinzi 15:17).

Inoltre, per mezzo della risurrezione del Signore Gesù, noi abbiamo la certezza di essere beneficiari del sacrificio di Cristo fin da ora. I peccati non sono più su Lui; sono stati dunque cancellati, lasciati per sempre nell’oblio della tomba. E i credenti godono già di tutti i benefici di questa Parola: «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dove c’è perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato» (Ebrei 10:17-18).

I cristiani possono con audacia e piena fiducia respingere tutti gli sforzi del nemico per farli ricadere nel dubbio, affermando con fede: «L’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.» (Isaia 53:6)

La morte è il salario del peccato; è il peccato che dà alla morte il suo aculeo. Ma visto che Cristo è morto per noi, la morte ha perso il suo dardo; risuscitando, Egli è diventato la «primizia di quelli che dormono», cioè di tutti quelli che hanno creduto in Lui e che sono morti nell’attesa della risurrezione. «O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?» (1 Corinzi 15:55)

Quanto è consolante sapere fin da ora che la risurrezione del Signore Gesù sta alla base della certezza attuale del credente davanti a Dio, ed anche la garanzia della sua felicità eterna presso il Signore nella gloria! «...sapendo che colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparire con voi alla sua presenza.» (2 Corinzi 4:14)

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