ULTIMA PARTE
Nel luogo santissimo ci sono ancora tre oggetti, ma questa volta collocati uno sopra l’altro: c’è l’arca con sopra il propiziatorio e sopra tutto due angeli con le ali spiegate.
All’interno dell’arca le tre testimonianze di Dio: le tavole, la manna, la verga di Aronne. Tutto è una pulsione che segna l’unità e la trinità: dall’uno al tre; dall’uno al tre; dall’uno al tre; dall’uno al tre.
Mosè entrava nel luogo santissimo, presentava a Dio i problemi del popolo e Dio gli parlava e gli spiegava ciò che doveva fare.
Un rapporto personale, intimo, diretto, immediato.
Anche noi oggi ancor più di Mosè, come Gesù, possiamo parlare a Dio e sentire la sua risposta a condizione che percorriamo correttamente la via del santuario.
2 capitolo
I tre momenti che precedono il dialogo con Dio.
Nessuna cosa ci viene data da Dio se non riconosciamo il sangue di Dio versato sulla croce per noi. Il primo elemento che si sviluppa in questo percorso possiamo sintetizzarlo con la preghiera laddove portiamo ai piedi di Dio tutte le nostre richieste.
1 FASE - PREGHIERA
Nella preghiera sottomettiamo a Dio ogni carnalità, ogni orgoglio umano e riconosciamo che solo ai piedi del Signore ci conviene portare il nostro peso.
In pratica con la preghiera scarichiamo la nostra vita da tutte le sollecitudini.
Nel corso della preghiera in maniera meravigliosa incominceranno a sorgere dentro di noi molte problematiche che prima della preghiera neppure ricordavamo; esse sgorgano dall’inconscio e diventano manifeste.
Per questo è bene prima di pregare avere una penna ed un quaderno dove annotare tutte le ansie che sorgono dal nostro inconscio; queste, oltre a scriverle bisogna, come quelle coscienti, consegnarle nelle mani del Signore affinché Egli provveda. Il tempo della preghiera termina quando terminano i soggetti che rendono sollecita la vita del credente.
- Si prega prima per le cose che interessano la propria persona:
- perdona i miei peccati: elencarne il più possibile
- fa che non sia esposto alla tentazione
- liberami dal maligno
- ricordare i nove elementi del Padre nostro
- chiedere il riempimento dello Spirito Santo;
- pregare per le autorità spirituali;
- pregare per coloro che stiamo curando;
- pregare per la fratellanza
- chiedere ogni cosa che ci rende solleciti intorno alla nostra persona, alla nostra famiglia, alla nostra casa, alla nostra comunità di fede; alla nostra comunità sociale;
- pregare per ogni altro tipo di richiesta.
Quando sono terminate le richieste rese note a Dio con la preghiera si passa con la seconda fase che è quella della lode.
2 FASE – LA LODE
Scaricata la vita del credente dai pesi che lo legano a terra ecco che indossa le ali della lode per salire in alto.
La lode consiste nell’innalzare sopra tutti la persona di Dio rivelatasi a noi in Cristo Gesù.
Significa glorificare a voce alta il nome di Gesù Cristo, cantare le sue lodi, riconoscere la sua benignità. In questa fase conviene farsi guidare dal Cantico dei cantici e dal sentimento con il quale la sposa parla dello Sposo. E’ buono parlare delle virtù del nostro Signore Gesù Cristo, della sua compassione, del suo amore, della sua misericordia, della sua comprensione, del suo perdono e quant’altro a questo simile.
Esempio:
- Gloria al Santo Nome di Gesù Cristo;
- gloria al Padre al Figlio ed allo Spirito Santo;
- Santo, Santo, Santo è il Signore Dio l’Onnipotente, Colui che era che è e che viene;
- Degno sei Signore Dio nostro di ricevere la gloria, l’onore e la potenza: poiché tu creasti tutte le cose, e per la tua volontà esistettero e furono create.
- Tu sei Degno di prendere il libro e di aprire i sigilli perché sei stato immolato ed hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popoli e nazioni e ne hai fatto per il nostro Dio un popolo di Re e di Sacerdoti che regneranno sulla Terra.
- Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricevere la potenza e la ricchezza e la sapienza e l’onore e la gloria e la benedizione.
- A Colui che siede sul trono ed all’Agnello siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio nei secoli dei secoli. Amen
- Degno, degno, degno è l’Agnello che è stato Immolato di ricevere il Regno la gloria e la potenza, poiché col suo sangue a comprato a Dio gente di ogni nazione, popolo e tribù e ne ha fatto un regno di re e sacerdoti che regneranno sulla terra nei secoli dei secoli;
- Le carezze del Signore Gesù sono migliori del vino. Egli è il Re dei re, il Signore dei Signori, l’imperio riposa sulle sue spalle; Egli è il consigliere, l’ammirabile, Dio potente, Padre eterno, principe della pace. Egli sostiene il suo regno con la pace e lo stabilisce col diritto e la giustizia.
- Lo Spirito del Signore è su Gesù Cristo. Egli è sapiente, è intelligente, ha il buon consiglio, ha la forza, ha il timore di Dio.
- Il nome di Gesù Cristo è un profumo che si spande.
- Oh tu che l’anima mia ama dimmi, dove porti a pascere il tuo gregge? Tu sei il buon pastore che mette la sua vita per le pecore, le conosci tutte per nome e le proteggi e nessuna ne perdi dando loro vita eterna. Tu conduci le tue pecore nei pascoli erbosi ed alle sorgenti dell’acqua viva fino a dare loro beni e benignità tutti i giorni della loro vita.
- Tu sei la porta dell’ovile delle pecore, tu sei la via, la verità e la vita. Tu sei la vite. Tu sei la resurrezione.
- Gesù è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila. Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome sono crespe e nere. I suoi occhi paion delle colombe in riva a dei ruscelli, lavati nel latte. Le sue gote sono come un’aia d’aromi, come un’aiuola di fiori odorosi, le sue labbra sono gigli e stillano mirra liquida. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di berillio. Il suo corpo è d’avorio terso, coperto di zaffiri. Il suo palato è una dolcezza la sua persona è tutta un incanto.
- Io ti esalterò o mio Dio o mio re e benedirò il tuo nome in sempiterno. Ogni giorno ti benedirò e loderò il tuo nome in sempiterno. Dal salmo 145 al salmo 150.
Quando la lode è forte allora si sentirà una parola nuova che ci conduce nella fase dell’adorazione e questa parola è “Grazie”.
3 FASE – RINGRAZIAMENTO
Quando il cuore è riempito dalla gratitudine, l’anima del credente è nell’adorazione. Ringraziare Dio con tutto il cuore per il bene che da lui abbiamo ricevuto è il momento che precede l’invio della Sua parola che salva libera e riempie di SS.
Il ringraziamento come già detto è il riconoscimento di ciò che Dio ha fatto nella nostra vita.
Per ricordare come dice il Salmo 105 le meraviglie che egli ha fatto, tutti i suoi miracoli e ringraziarLo di tutti i suoi giusti giudizi.
- Gesù grazie che hai lasciato il trono della gloria e sei venuto sulla terra incarnandoti nel seno della vergine Maria e vivendo come uomo tra gli uomini per farti conoscere da me;
- Gesù, grazie per essere morto sulla croce per me;
- grazie, per essere risorto per me;
- grazie che siedi sul trono di Dio per me;
- grazie perché preghi per me.
- Grazie per il perdono dei peccati;
- grazie per le guarigioni ricevute da te;
- grazie per i dolori che hai portato al posto mio;
- grazie per ………….ecc.
Questa fase si conclude quando nel cuore scende forte e potente come una nuvola la pace, la gioia e la giustizia (giustificazione).
Mentre la potenza dello Spirito Santo scende ed avvolge ogni cosa Dio toglie dalla nostra vita ogni sacerdote umano (I Re 8, 1-11), ogni parola umana, ogni ragionamento umano ed in quel momento, la Parola del Signore, potente e benigna, scende e parla direttamente al cuore precisando la sua volontà e dando risposta ad ogni domanda; così il Signore parla ad ogni credente che sa percorrere la via del santuario.
Se tarda aspettalo perché sta purificando il tuo cuore da ogni scoria umana. Egli sa come farti capire e convincere devi solo venire a Lui con tutto il cuore e stare in riposo. Nella calma e nella fiducia riceverai la sua forza, le sue energie, il suo Santo Spirito.
IL SIGNIFICATO DEL DESERTO
“Perciò, ecco, io l’attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Osea 2:14).
Molti credenti non riescono ad avere un rapporto personale e diretto con Dio perché troppo presi da altri interessi o troppo convinti di potersi gestire da soli; questi stessi non hanno coscienza di avere tali convinzioni se non solo nell’afflizione.
E’ nella sofferenza che ognuno di noi può constatare quanto vane siano le sue sole forze per uscire dai problemi che l’affliggono, nonché quanto valore abbiano l’amore e la fedeltà di Dio per lui.
Spesso, nel momento della prova, non siamo in grado di discernere se in realtà siamo troppo convinti di noi stessi o se abbiamo qualche manchevolezza nel nostro rapporto con Dio; spesso, delle nostre preghiere senza risposta, delle nostre opere senza frutto, ne addebitiamo la responsabilità a Dio perché non vediamo in noi l’errore.
In realtà, non valutiamo che le nostre preghiere sono delle pretese e che il nostro cuore innalza del continuo la nostra persona e non quella di nostro Signore Gesù Cristo; il frutto delle nostre opere non è il frutto del nostro amore e della nostra fedeltà a Dio ma sono frutto di “prostituzioni”.
Ci ritroviamo, dopo aver provato e pensato di tutto per uscire dai nostri drammi, senza pace e gioia, senza speranza perché convinti che Dio ci abbia abbandonati...tutto ciò che Dio ci aveva donato, le sue ricchezze dentro di noi (ricchezze che ritenevamo, ormai, nostre doti personali) sono state rubate dal nemico.
Il Signore vede tutto questo ed il Suo amore desidera recuperarci nonostante tutto.
Così Egli ci conduce nel deserto, nella solitudine, senza appoggi personali (che sono ciò di cui ci vantavamo o consideravamo più importanti di Dio) e senza benessere e libertà, laddove possiamo renderci conto della nostra debolezza, laddove possiamo considerare che Gesù Cristo è la sola nostra speranza ed il solo vero aiuto.
Ed è in questo nostro stato d’animo, che Dio parla al nostro cuore perché finalmente non ci sono altri interessi, altri desideri, altre convinzioni, solo il bisogno di incontrarci con Lui.
“In quel giorno avverrà che io risponderò – dice l’Eterno”.(Os.2:21).
Ciò che per prima avvertiremo saranno i sentimenti della speranza, della pace e della gioia. Dopodiché Dio ristabilirà con noi il Suo rapporto donandoci ciò che ci necessita per poterlo mantenere costante e duraturo (ciò che prima di questo momento non esisteva in noi in quanto vivevamo l’esatto contrario):
giustizia, equità, benignità, compassione, FEDELTA’. (OSEA)
Adesso che realmente abbiamo la possibilità di conoscere come Egli è (adesso che conosciamo il Vero Dio e la vita eterna: Gesù Cristo), siamo pronti per sentire, nel nostro cuore, la Parola di Dio che ci consola, ci fortifica e ci mostra la via d’uscita da ogni nostra angustia.
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