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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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LA BIBBIA E I TESTIMONI DI GEOVA

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2017 17:04
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23/06/2009 19:40
 
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I GIORNI DELLA CREAZIONE E DELLA FINE DEL MONDO.  I tdg affermano che ogni giorno della creazione equivale a settemila anni. Perché? Non per ragioni scientifiche: non sono bastati certo quarantaduemila anni (6 per 7000) per la formazione dell’universo fino alla comparsa dell’uomo sulla terra. Le ragioni sono da ricercarsi “nell’illuminazione divina” del fondatore della setta, secondo il quale noi stiamo vivendo il periodo precedente l’ultimo millennio della nostra storia, quello di cui parla l’Apocalisse al capitolo 20. Tale periodo per Russel sarebbe incominciato nel 1872 (ma prima pensava al 1799, l’anno del colpo di stato di Napoleone!). Poi, con ammirevole disinvoltura, egli stesso e altri illuminati hanno annunciato i necessari aggiornamenti: 1914, 1918, 1925, 1942, 1975..., (aspettiamo il prossimo!). È, questo il tempo in cui Cristo, finalmente, inizia a regnare in cielo; il tempo nel quale vi sarà ben presto la battaglia di Armaghedon (Ap 16, 16) che sbaraglierà le forze del male, dopo di che risusciteranno i buoni, cioè i morti, e vivranno felici in specie di paradiso terrestre per tutto il millennio. Siamo dunque alla fine di questo mondo.I seimila anni precedenti sarebbero quelli della storia dell’uomo calcolati con numeri che ricorrono nella Bibbia, come gli anni di vita dei patriarchi, a partire da Adamo con i suoi 930 anni.Tali numeri non hanno certo lo scopo di stabilire esattamente l’età di quegli uomini né la cronologia dell’esistenza della specie umana nel mondo. L’idea fantasiosa dei giorni che valgono millenni proviene, tra l’altro, da libri apocrifi dei primi secoli dell’era cristiana, ed è stata riesumata come la verità rivelata e da Dio al fondatore o al corpo direttivo dei tdg.Per essi, l’uomo, creato alla fine del sesto giorno, sta vivendo la sua storia nel settimo giorno, quello del riposo di Dio. E se “il giorno” dell’uomo è di settemila anni, è ovvio che anche gli altri sei giorni abbiano avuto la stessa durata.Ma nel 1975, come nel 1914, non è successo nulla di particolare rispetto alle attese dei tdg. Gli “esperti” si sono giustificati anche con ragioni come la seguente: il conteggio del tempo dell’uomo deve partire dalla presenza della prima coppia umana sulla terra; però non si sa quando sia stata creata Eva, cioè quanto tempo dopo Adamo (qualche giorno, qualche mese, qualche anno?) e quindi il calcolo può essere al massimo di qualche anno.È stato escogitato un intricato calcolo per stabilire il tempo della fine, quello che precede l’ultimo millennio. C’è stato un periodo in cui Dio avrebbe, nientemeno, perso il governo del mondo (teocrazia): è il cosiddetto “tempo dei gentili” (cioè dei pagani), in cui Dio non ha regnato, perché spodestato ed espulso dal mondo! Si tratta di un periodo di duemilacinquecentoventi anni iniziati con la distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi, che viene datata al 607- 606 a. C. invece che vent’anni dopo, come è storicamente accertato. Ma bisogna arrivare all’anno 1914! In questo caso si tratta di un puzzle di combinazioni ricavate da numeri trovati nei libri di Daniele, di Ezechiele e dell’Apocalisse; ma qui un giorno vale solo un anno, non settemila anni!Sono veramente fantastiche, e sempre del tutto arbitrarie, le contorsioni imposte ai testi per poter arrivare al 1914, l’anno in cui Dio avrebbe ripreso in mano le redini del mondo con l’intronizzazione in cielo di Cristo e l’espulsione di satana dal cielo stesso sulla terra (non si chieda come mai satana fosse in cielo e cosa mai ci stesse a fare fino al 1914). In questo stesso anno, fra l’altro, sarebbe sorta l’ultima generazione della nostra storia che vedrà la battaglia di Armaghedon e l’inizio dell’ultimo felice millennio per i tdg. inutile che Gesù abbia messo in guardia i suoi discepoli di fronte a speculazioni sulla fine del mondo dicendo: “Quanto al giorno e all’ora, nessuno lo sa, neppure gli angeli del cielo, ma solo il Padre” (Mt 24, 36), oppure: “Non sta a voi conoscere i tempi e le circostanze che il Padre ha determinato di propria autorità” (At 1, 8). A quanto sembra, il Padre avrebbe preso in contropiede Gesù, suggerendo ai tdg “il giorno e l’ora”! Ma forse è più esatto dire che ha inteso proprio confermare quanto ha detto a Gesù, deludendo ripetutamente ciò che i dirigenti dei tdg credevano di aver capito della Bibbia o captato dalle loro ispirazioni, sempre più inattendibili e pietose, in cui c’è di tutto eccetto che un’onesta e genuina comprensione della parola di Dio. QUANTI SI SALVERANNO?  Altro punto critico della dottrina dei tdg è il numero di coloro che si salvano. Quanti sono? Per i tdg non ci sono dubbi; è scritto nella Bibbia: sono i centoquarantaquattromila di cui si parla in Ap 7, 4- 8, e tutti maschi, a quanto pare, dato che - se stiamo alla lettera del testo - si tratta di” vergini che non si sono contaminati con donne” (Ap 14, 4). Di questi centoquarantaquattromila predestinati, nel 1983, ne erano ancora in vita novemiladuecentonovantatré, secondo un loro annuario.Quindi neppure tutti i tdg, che sono ormai qualche milione nel mondo, appartengono a questi centoquarantaquattromila supereletti, i soli che saranno felici eternamente in cielo con Cristo. E gli altri tdg? Dopo i centoquarantaquattromila, in Ap 7, 9- 10 si parla di una moltitudine di gente di ogni popolo, lingua, nazione. A costoro, tdg di serie B, è riservato un paradiso terrestre.E tutti gli altri uomini e donne? Tutti figli del demonio, destinati al massacro nella battaglia di Armaghedon (Ap 16, 16) e alla distruzione totale: non esisteranno più. E così è sistemato il destino dell’umanità.Ma come la mettiamo con il messaggio di tutto il Nuovo testamento che annuncia Gesù come salvatore di tutti gli uomini e afferma che Dio” vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità” ? Anche questo è scritto nella Bibbia (1 Tm 2, 4-5; 4, 10). Sono testi imbarazzanti; e allora c’è la scappatoia di una traduzione addomesticata, cioè falsa, del testo biblico. Essi traducono: “ Dio vuole che ogni sorta di uomini si salvi, cioè ci siano dei salvati da ogni categoria di uomini con evidente allusione ai tdg che provengono da ogni categoria di uomini (“Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture” - è questo il titolo della loro Bibbia - pp. 1209 e 1211). Anche così si manipola e si falsa la parola di dio, oltre che fantasticando sui numeri.Nei testi di Ap 7, 4- 8 e 7, 9- 10 si parla di tutto il popolo di Dio, del vero Israele che è la Chiesa, sotto aspetti diversi: nel primo si tratta del popolo di Dio raffigurato simbolicamente nelle tradizionali dodici tribù, che porta il sigillo di Dio come garanzia della protezione divina di fronte alle persecuzioni; nel secondo si tratta dello stesso popolo di Dio contemplato già vittorioso nella gloria del cielo, dove non sono più necessarie strutture e organizzazioni, che sono proprie dell’esistenza in questo mondo.In ogni caso, i numeri dell’Apocalisse  appartengono al linguaggio simbolico, non a quello matematico, e i salvati sono tutti partecipi dell’unica gloria celeste, dell’unica salvezza promessa e realizzata per tutti da Dio mediante la persona del Figlio suo Gesù Cristo. LA QUESTIONE DELLE TRASFUSIONI DI SANGUE.  Secondo Lv 17, 10- 14 e Dt 12, 23 è severamente vietato “mangiare il sangue”. In questi e in altri testi si parla sempre del sangue di animali uccisi: non se ne dovevano mangiare le carni se non fossero state dissanguate. Questa norma era in funzione dell’idea che nell’ambiente biblico - giudaico si aveva del sangue. Esso era considerato la sede della vita - visto che, perdendo il sangue, la vita se ne va - e solo Dio è il signore della vita. Dissanguare gli animali prima di mangiarne la carne era quindi un segno con cui si riconosceva questo dominio di Dio su ogni vita; inoltre con tale norma si intendevano proibire pratiche pagane legate all’uso del sangue.In altre culture e civiltà, come quella greco - romana, non esisteva questo concetto della sacralità del sangue. San Paolo, per esempio, che era ebreo e ottimo conoscitore della Bibbia, quando parla ai Corinzi delle carni sacrificate agli idoli e poi distribuite o potate a casa per la consumazione, non dice una parola sul fatto che queste carni debbano essere dissanguate o meno (1 Cor c. 8). Il libro degli Atti (15, 29) vi accenna per facilitare il pasto in comune nelle comunità cristiane miste, composte cioè da cristiani provenienti dal paganesimo e cristiani provenienti dal giudaismo. Questi ultimi mantenevano un’antica e istintiva repulsione per il sangue e quindi si chiedeva di comprendere e rispettare questa sensibilità. Se la proibizione di” mangiare sangue” si riferisce al sangue degli animali, per l’uomo c’è la proibizione di” versare il sangue” che equivale alla proibizione di uccidere, distruggere la vita di una persona.Per i tdg la trasfusione di sangue - di cui non poteva certo parlare la Bibbia venti o trenta secoli fa - equivale a “mangiare sangue”, cioè  a introdurre del sangue estraneo nel proprio organismo e il “versare sangue” corrisponde all’estrazione del sangue dal donatore.A parte il fatto che nella trasfusione non è evidentemente in questione il sangue degli animali, si deve sottolineare soprattutto che il dono di qualche decilitro di sangue non significa certo” versare sangue”, cioè uccidere il donatore! Si tratta invece del dono che si fa a un fratello bisognoso, senza intaccare la propria vita.Con ciò non ignoriamo i loschi commerci e le speculazioni esose che si possono fare anche nel campo delle donazioni del sangue; come non si ignorano i rischi dell’eventuale trasmissione di malattie, che le trasfusioni comportano, quando non vi siano i dovuti controlli. Ma tutto questo non riguarda la questione di principio.Allora rifiutare il dono del sangue significa rifiutare il dono della vita; e questa è un’autentica offesa a Dio, sia perché così si stravolge la sua parola attribuendogli un significato contrario a ciò che egli ha inteso dire con le disposizioni relative al sangue, sia perché con questo comportamento si sopprime la vita propria o quella degli altri, quando i responsabili (genitori o tutori tdg) decidono per i minorenni.Non importa che questa proibizione ossessiva delle trasfusioni sia tutto un equivoco dal punto di vista biblico; i tdg, secondo gli ordini del corpo direttivo, ne hanno fatto uno dei punti indiscutibili del loro comportamento, che crea anche problemi etici e giuridici quando essi devono utilizzare le strutture sanitarie pubbliche degli stati in cui vivono.In conclusione la proibizione delle trasfusioni di sangue, operate con le moderne tecniche, non ha alcun fondamento nella Bibbia. Del resto sembra che i tdg abbiano fatto questa loro scoperta solo nel 1945 (almeno, da quel tempo comincia a parlarne improvvisamente la loro stampa) . CONCLUSIONE   Fa indubbiamente una certa impressione la capacità di proselitismo dei tdg.Varie cause possono portare a dar retta ai tdg in coloro che li ascoltano: l’ignoranza della propria fede cristiana e della Bibbia; la solitudine, l’insicurezza psicologica e l’apprensività in tante persone alla ricerca di un ambiente accogliente e protettivo o di un qualche aiuto.Può far presa anche la “trasgressività” di un movimento che si pone, senza timori e apertamente, fuori e contro tutte le realtà organizzate di questo mondo (religioni, stati, economia, commercio, politica, ONU compresa) .Infine la loro sicurezza di sapere tutto su Dio, sull’aldilà e l’aldiqua, sulla fine del mondo e la salvezza, maneggiando la Bibbia con disinvoltura e trovandovi la dimostrazione di tutto ciò che affermano, possono davvero impressionare chi li ascolta.Siamo convinti che le nostre osservazioni servano ben poco a chi volesse mettersi a discutere in eventuali incontri con i tdg; ma possono servire per rendersi conto da che tipo di ragionamenti siano imbevuti e condizionati.Se la pubblicistica “contro” i tdg ha una sua utilità soprattutto immediata, a lungo termine è certamente più utile far conoscere direttamente la Bibbia: essa deve diventare sempre più il libro dei cristiani che imparano a leggerla e a comprenderla sistematicamente con i loro pastori o con altre persone qualificate, nella Chiesa e con la Chiesa. In questo modo, anche se sul momento non si sapesse che cosa rispondere ai tdg su qualche punto particolare, l’istinto della fede alimentato dalla conoscenza globale della parola di Dio, impediranno di restare sconcertati e di dare adito a dubbi sulla fede cristiana.La conoscenza e l’assimilazione della parola di Dio dovrebbero essere il primo e più assillante problema pastorale, oltre che personale dei pastori, come lo era per gli apostoli fin dagli inizi della Chiesa: “ Noi ci dedicheremo assiduamente alla preghiera e al servizio della parola” (At 6, 4). Da tale conoscenza e assimilazione la fede e la vita cristiana in tutte le loro espressioni ne saranno rivitalizzate.“La parola di Dio è viva ed efficace e più penetrante di una spada a due tagli” (Eb 4, 12) dice la lettera agli Ebrei. Essa “è utile per l’insegnamento, per convincere, per correggere e per formare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio ( ogni cristiano) sia formato perfetto, pronto per ogni opera buona” (2 Tm 3, 16- 17), dice la seconda lettera a Timoteo, cioè un testo rivolto ai pastori della Chiesa responsabili di formare “gli uomini di Dio”, saldi nella fede, e pronti per ogni opera buona.

http://www.gesularisposta.it/

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