00 10/12/2008 09:07
I limiti di Lutero

Perché la Germania di Lutero non abbracciò subito il capitalismo? Perché Lutero invitava alla sola emancipazione di coscienza, intellettuale. Calvino invece pretese anche quella pratica, che fece appunto coincidere con l'attività economica borghese. Lutero era moderno nelle idee religiose, ma medievale nella considerazione della vita sociale. La sua liberazione dell'individuo doveva coincidere con quella della coscienza interiore (con il pensiero - dirà più tardi Hegel). Una volta costatata, contemplata l'oggettività delle cose, cioè la loro necessità, la loro inevitabilità storica (che Lutero faceva risalire direttamente a dio, e non ancora a un'astratta ragione, all'idea o allo spirito assoluto), l'uomo doveva sentirsi pago di sé.

Il luteranesimo porta inevitabilmente al fatalismo (e al culto dello Stato), poiché non ripone una particolare fiducia nell'individuo collettivo, cioè nelle masse popolari. Il contributo del luteranesimo è stato quello di aver liberato l'uomo dal peso di una tradizione culturale superata. Il limite nell'averlo liberato solo sul piano intellettuale e soggettivo. Lutero ha avuto paura delle conseguenze delle sue stesse scoperte. Di qui il rifiuto di appoggiare Müntzer.

Zwingli, Serveto, Melantone e Calvino diedero maggior peso alla cultura umanistica, e meno a quella religiosa, perché erano più agnostici di Lutero. Essi sono decisamente rivolti al futuro (borghese) e restano legati alla religione o per un interesse di tipo politico (questo in Calvino è molto evidente), o per timore di forzare troppo i tempi. Nessuno di loro ha mai avuto l'idealismo di Lutero. Non si può infatti avere un grande idealismo in campo religioso e un altrettanto grande idealismo in campo laico. Non si può essere "amanti" di dio e dell'uomo con la stessa intensità.
Zwingli, Serveto, Melantone e Calvino hanno cercato di attenuare l'idealismo religioso di Lutero, servendosi della cultura umanistica, cioè sostituendo il misticismo col razionalismo, ma nessuno di loro, sul piano laico, ha mai raggiunto le vette che Lutero raggiunse sul piano religioso. Anche questo era un segno di quei tempi. Solo nell'Italia umanistica e rinascimentale si poteva fare di meglio, ma gli intellettuali non avevano rapporti con le masse. Nessuno dei seguaci di Lutero è mai stato così radicale da abbandonare ogni riferimento di metodo alla religione, neppure dopo che la loro riforma conseguì i successi sperati.

Resta comunque significativo che la riforma del luteranesimo (pur condotta in modi diversi) abbia portato ad un'accentuazione del lato ateistico della cultura umanistica (a prescindere dalla volontà degli stessi riformatori). Lutero dunque, sul piano religioso, può essere considerato come l'iniziatore più importante di quel moderno processo di secolarizzazione che porta all'ateismo.



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Pedro