00 22/01/2009 03:55
Il protestantesimo, rispetto al cattolicesimo, è una forma d'ingenuità (la fede della libertà nell'interiorità, a prescindere dalle condizioni esterne), mentre il cattolicesimo, rispetto all'ortodossia, è una forma di malizia (la fede della libertà nell'esteriorità: potere politico, economico ecc., a prescindere dalle condizioni interne).

In tal modo Lutero, proprio mentre cercava di rendere migliore l'uomo, gli toglieva i mezzi per poterlo diventare, cioè quei mezzi sociali e politici (comunione dei beni, uguaglianza sociale ecc.) che aiutano a trasformare la realtà, e che la chiesa cattolica, da sempre, si ostina a indicare nella mera obbedienza alla gerarchia, la quale anzitutto, e non il popolo credente, lotta per una trasformazione della realtà che le sia vantaggiosa.

Il protestantesimo non ha fatto altro che legittimare sul piano etico-religioso (l'idealismo lo farà su quello filosofico-politico) una prassi, quella dello sfruttamento individuale (nobiliare o borghese che fosse), sottraendolo dal peso di un giudizio (ecclesiale, pubblico) di condanna morale. Il calvinismo, in particolare, ha sottratto la prassi borghese a qualunque giudizio etico.

Al borghese il calvinismo concede qualunque cosa, riservandosi di riprenderlo moralmente quando l'abuso è già stato commesso e ha avuto una rilevanza sociale. Il calvinismo è la religione dell'ultima ora, quella che si può utilizzare nei momenti più drammatici (come la morte, una grave malattia, una condanna penale o una catastrofe naturale, sociale, militare...).