00 27/12/2008 00:13

Una comunicazione affascinante

      Questo Papa incoraggia l’umanità nel suo desiderio di contattare i morti. Egli insegna pubblicamente:

La comunione con i defunti. "La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati", ha offerto per loro anche i suoi suffragi… La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore (…) La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli d'intercedere per noi e per il mondo intero”[24]

      La presunta comunione con i defunti e la deificazione dei defunti, ha sempre avuto un posto prominente in ogni sistema di paganesimo. Venivano consultati i defunti perché dessero aiuto ai vivi, il che è nient’altro che il seducente fascino dell’occultismo. La pratica di comunicare con gli spiriti dei defunti è peccaminosa, dato che la Parola di Dio la proibisce: “Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago,  né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante[25].  L’insegnamento del Papa sulla comunione con i defunti, in cui dice: “La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” è molto simile a quella che troviamo nell’occultismo: “I morti amano celebrare, danzare e comunicare con i vivi, e gli spiriti amano gli spiriti. Ecco perché noi li invitiamo con libazioni rituali...”[26]. Il Signore Gesù Cristo, invece, comanda che, nella preghiera, si renda culto solo a Dio: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"[27]. Egli dà l’indispensabile comando che nel culto, la comunicazione può solo essere rivolta verso Dio e non verso creatura alcuna: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”[28]. Non è semplicemente il fatto che il Papa riconosca ed approvi la “comunione con i defunti”, ma ha creato sempre nuovi personaggi da contattare, e recentemente con particolare rapidità.

         

“A Madre Teresa manca solo qualche miracolo, e sarà fatta santa. No, non è un’esagerazione, ma è parte della procedura accelerata di canonizzazione che Giovanni Paolo II sta spingendo in Vaticano. Domenica scorsa una folla di persone si è assembrata in Piazza S. Pietro per testimoniare alla beatificazione, da parte del papa, di Madre Teresa, morta nel 1997. Dato che la maggior parte dei candidati non sono nemmeno considerati se non dopo cinque anni dalla loro morte, Giovanni Paolo II non sta sprecando tempo. Non deve sorprendere – se considerate ciò che Giovanni Paolo II ha fatto nei passati 25 anni”[29].

“Giovanni Paolo II ha creato più santi e beatificato più persone lui che tutti i papi messi insieme. Fino ad ora ha fatto santi 477 uomini e donne, e beatificato 1318 altri, mettendoli in orbita per l’elevazione finale al panteon celeste dei santi cristiani”[30]

      Il Papa continua il suo insegnamento al riguardo dei defunti, dichiarando che vi è uno scambio di santità nell’espiazione del peccato, condivisa persino dai defunti in Purgatorio. Egli dichiara ufficialmente:

“Nella comunione dei santi "tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni". In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato”[31].

      Un abbondante scambio di ogni buona cosa, nella Scrittura, però, avviene solo in Cristo, nel quale “abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia[32].  Assegnare il ruolo di Cristo a creature umane, incluse quelle defunte, è una grave contraddizione della verità di Dio. La giustizia di Dio, accreditata al credente a spese di Cristo, riempie costantemente il credente di un senso di grande ammirazione, culto e lode, verso l’Iddio santo, il quale Egli stesso ha provveduto l’opera completa della giustificazione del peccato. Immaginare un’imputazione di giustizia fuori da Lui è veramente sfacciato, soprattutto quando abbiamo al riguardo una chiara testimonianza biblica. Gesù stesso disse: “In verità, in verità vi dico che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante[33]. Asserire che vi possa essere uno scambio di meriti fra il credente ed i “santi” defunti, è un insultante affronto alla verità biblica che Dio soltanto giustifica il peccatore. Il panteon di santi del Papa è solo una collezione di imbrogli. Dare la gloria, l’onore e la comunione, nella preghiera, quella che è dovuta solo a Dio, agli spiriti di umani defunti, significa per il Papa peccare in modo flagrante contro il primo Comandamento. Questa proibizione include un precetto che è il fondamento di tutta la legge, il fatto, cioè, che il Signore è il nostro Dio, che riconosciamo Lui solo come nostro Dio, che Lo accogliamo e Gli rendiamo il culto nella preghiera, e rivolgiamo solo verso di Lui tutti i nostri più cari sentimenti.