Il Papa teologo invita alla prudenza. Già nel 1985, nell’intervista sulla fede con Vittorio Messori, invitava a non lasciarsi trascinare dall’emotività: “In questo campo, più che mai, la pazienza è un elemento fondamentale. Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo”.
Tuttavia Ratzinger è molto devoto a Maria, come dimostra il pellegrinaggio a Lourdes che ha fortemente voluto. A vent’anni da quell’intervista, oggi Messori spiega così l’itinerario spirituale di Benedetto XVI: “Mentre per Giovanni Paolo II la devozione mariana era un fatto quasi istintivo ed emotivo, legato a un profondo misticismo, per Ratzinger è il traguardo di un lungo cammino intellettuale. Al principio dei suoi studi forse al giovane teologo tedesco sembrava che concentrarsi su Maria potesse significare togliere qualcosa alla figura di Cristo, che per lui rimaneva centrale. Poi, a poco a poco, si è reso conto dell’importanza del ruolo della Madre nella storia della salvezza”. Fino a raccomandare di approfondire il ruolo e la missione di Maria nella nostra epoca, come probabilmente ripeterà nei suoi discorsi a Lourdes.
Senza però mai scadere nel millenarismo e nelle visioni apocalittiche. Per Benedetto XVI, Maria deve essere sempre considerata come portatrice di un messaggio di gioia e speranza. Per questo ha scelto Lourdes invece di Fatima, deludendo i portoghesi.
L’anno scorso molti avevano pronosticato un pellegrinaggio del Papa nel santuario del Portogallo, per i 90 anni dalle prime notizie di apparizioni, ricordando il ruolo che aveva avuto Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nella pubblicazione della terza parte del segreto di Fatima. Benedetto XVI invece ha scelto Lourdes, “per la limpidezza del messaggio mariano che arriva dal santuario francese” spiega il mariologo Salvatore Perrella. Ma forse anche per prendere le distanze dalle polemiche e dalle congetture che tuttora accompagnano i misteri di Fatima.
Nel vademecum allo studio della Congregazione per la dottrina della fede saranno indicati i criteri fondamentali che ogni vescovo è tenuto a seguire per il riconoscimento delle apparizioni mariane: raccolta di informazioni accurate sui fatti; esame del messaggio che viene dall’apparizione e verifica che non sia in contrasto con la fede; diagnosi medico-psicologica del veggente; analisi del grado di istruzione teologica del veggente e del suo cammino spirituale; studio di eventuali guarigioni miracolose legate alle apparizioni. Se necessario il vescovo locale potrà avvalersi dell’aiuto e della consulenza della Congregazione per la dottrina della fede. Al termine di questo iter il vescovo potrà emettere tre diversi tipi di sentenza, come spiega il mariologo Perrella: “Un giudizio positivo, secondo il quale consta la trascendenza dei fatti, un altro secondo cui non consta la trascendenza e un giudizio negativo in grado di attestare la non trascendenza delle apparizioni”.
Questi criteri si rifanno alle norme in materia approvate dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 1978, finora mai pubblicate, che nel vademecum saranno ulteriormente spiegate e integrate. Oltre al cardinale Bertone, in questa opera di chiarificazione il Papa si avvale anche del nuovo prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il salesiano Angelo Amato.
In realtà, osserva Perrella, “le autorità ecclesiastiche sono sempre state molto prudenti nel riconoscimento delle apparizioni e manifestazioni mariane”. Il teologo René Laurentin, dopo anni di ricerche, ha censito oltre 2.450 manifestazioni mariane documentate nella storia della Chiesa. Ma su quasi 300 richieste di indagine avviate nell’ultimo secolo, le autorità ecclesiastiche hanno attestato ufficialmente come vere solo una dozzina di apparizioni.
L’ultimo riconoscimento è quello di Nostra Signora di Laus, in Francia, l’8 maggio scorso, però i fedeli hanno dovuto attendere 3 secoli prima di ottenerlo. Le altre apparizioni approvate sono concentrate soprattutto in Europa (Fatima, La Salette, Tuy, Beauraing, Banneux, Siracusa), ma anche in Egitto (Zeitun), Siria (Damasco), Ruanda (Kibeho).
“Il fatto che gran parte delle apparizioni mariane, soprattutto nel Novecento, sia concentrata in Europa può essere inteso come un invito alla conversione lanciato dalla Madonna al nostro continente” osserva il giornalista Saverio Gaeta, autore di La Madonna è tra noi. Ecco le prove (Piemme).
Ora resta solo da vedere quante delle fatidiche 2.450 madonne dei miracoli riceveranno la certificazione del Papa teologo.
Fonte: Panorama