00 20/01/2009 12:54
(...) Pregare non significa tanto parlare ma ascoltare: contemplare non significa guardare ma essere guardati da Dio.
Che volete che io guardi quando prego! Vi posso assicurare che in nessun momento mi sento così miope come quando cerco di puntare gli occhi su Dio. E Lui è là che ti guarda. E se ti guarda ti ama e amandoti ti dà ciò che cerchi: se stesso. E' Lui che mi ha cercato per primo ed è Lui che continua a cercarmi.
Ciò che conta è lasciarsi fare, vivere di fede, confidare nell'Eterno.
Capire soprattutto una cosa: che il nostro sviluppo dipende da leggi che non sono le nostre, da una volontà che ci supera.
Accettare che Lui faccia senza che noi non sappiamo come è cosa dura e ci vuol molto tempo prima d'impararlo a memoria.

Ma quando l'avremo imparato... che gioia! Poter vivere di questa sensazione: Dio fa mentre io dormo, Dio pensa a me mentre io lavoro o prego, Dio interverrà al momento giusto, Dio mi attende a pregare, Dio conosce il mio domani.
Lascia dietro di te il tempo, lo spazio, il numero, il concetto, la ragione, la cultura e guarda avanti. Guarda al di là di te; al di là della tua incapacità e del tuo limite e aspetta. Lascia che le lacrime righino l'aridità della tua fede. Non pensare ad altro: Dio è davanti a te.
(...) La preghiera non è una evasione ma un'illuminazione dal di dentro: non è una fuga ma un fiat di accettazione.
(...) Pregare è amare e amare Dio è come amare gli uomini: si vede. (...) Rileggete il Cantico dei Cantici. Non riuscite mai a vedere la differenza che passa tra l'amore appassionato della sposa per lo sposo da quello tra l'anima e Dio. Si direbbe che sono la stessa cosa: certo hanno la stessa maniera di esprimersi.