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27 aprile: Così Vicino a noi

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio lo amerà e verremo a Lui e faremo dimora presso di Lui» (Cv 14, 23).

E la Trinità che diventa Ospite dell'anima; è la Terra che diventa Cielo.

Perché cercare Iddio al di là delle stelle, quando Lui è così vicino, anzi, dentro di noi?

Il Cielo, non è più una lontananza astronomica, nell'univer­so, ma è una vicinanza amante, intima e così a portata di mano, che ogni luogo diventa buono per parlare con Lui, per stare con Lui, per adorare Lui.

E lo Spirito Santo in noi?

Ecco l'artefice forte e preciso della nostra unione con Dio. È Lui che ci incorpora a Cristo Gesù, Lui che ci insegna che cosa dobbiamo dire al Padre, Lui che ci reca uno Spirito «nuovo», dacché il nostro «vecchio» s'è mostrato incapace e cattivo, Lui che con «gemiti inenarrabili» prega l'Altissimo e dà valore eterno al nostro esile sforzo di bimbi per sollevarci all'altezza di Dio.

Perché dire ancora a me stesso: «Chi mi insegnerà a prega­re?», quando ho un simile maestro al centro del mio essere? Perché dubitare della potenza della mia preghiera, quando - pur sì povera e balbuziente - è sostenuta nel suo volo dallo stesso Spirito creatore del cosmo?

No; non cercherò più me stesso nella preghiera, non mi ripiegherò sul mio povero io, dacché nella mia fede ho scoperto che lo Spirito di Dio s'è diffuso nel mio cuore.