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Perchè alcuni Protestanti divengono cattolici in Roma?

Nota 4. alla lettera terza di Roma Papale 1882

Nel 1836, ho conosciuto in Roma un giovine dotto e coscienzioso che era venuto dal Belgio in Roma per istudiare teologia e farsi prete. Per essere più lontano dal mondo, prese stanza nel convento de’ SS. dodici Apostoli, ove io lo andava a visitare. Dopo di essere stato in Roma circa due mesi, partì abbandonando la idea di farsi prete: e prima di partire disse a me, ch’egli tornava al suo paese scandalizzato per tutto quello che aveva veduto in Roma; e partiva per non perdere interamente la fede, che sentiva avrebbe perduta se prolungava ancora il suo soggiorno in quella città che per ironia è chiamata santa.

“Ma come avviene, mi si dirà, che molti inglesi ed altri forestieri, che vanno a Roma protestanti, dopo qualche tempo divengono cattolici?” La risposta non è difficile per chi conosce Roma. Parliamo prima degl’Inglesi. L’Inglese, più che qualunque altro forestiere, ama parlare la sua lingua, e conversare co’ suoi compatriotti. I Romani non sono molto portati per la lingua inglese; e, cosa strana, mentre Roma è sempre piena d’Inglesi, quasi nessun Romano conosce quella lingua: quindi gli Inglesi che vanno in Roma sono ordinariamente in comunicazione co’ rettori dei collegi inglese, irlandese o scozzese; collegi che sono più o meno sotto la direzione de’ Gesuiti. Il Wiseman, il Grant erano rettori del collegio inglese: il Cullen, ora primate d’Irlanda, era rettore del collegio irlandese. Frequentano altresì il convento de’ Francescani inglesi in S. Isidoro, quello degli Agostiniani irlandesi a S. Maria in Posterula, ed altri. Con la compagnia di cotali mentori cosa devono apprendere? Inoltre l’Inglese vuol vedere tutto: ma cosa gli fanno vedere cotesti ciceroni? quello che può invogliarli del Cattolicismo; e si guardano bene di fare, come vedremo che fece il nostro imprudente parroco. Li conducono a vedere i monumenti, ma non è con loro un signor Pasquali. Li conducono alle funzioni papali in S. Pietro, ed i buoni Inglesi restano incantati; e, senza pensare se sono in una chiesa o ad uno spettacolo, non vedono che il bello, senza considerare che esso non è al suo posto. Oltreacciò Roma sceglie uno de’ migliori oratori inglesi, per fare un sermone ogni domenica, e gl’inglesi protestanti vi accorrono per sentire l’oratore. Il governo stesso inglese sembra, almeno indirettamente, complice di cotale cospirazione; imperciocchè vi è in Roma, è vero, un cappellano inglese; ma spesso è o puseita, o appartenente all’alta Chiesa, e si guarda bene dal far rilevare gli errori della Chiesa romana, per timore di essere rimandato. Vi è stato un cappellano inglese, il quale un giorno fece un sermone sulle lodi di Maria; un altro impedì di funzionare al vescovo di Gibilterra dott. Tomlinson, per la ragione, egli diceva, che in Roma essendovi un vescovo, cioè il papa, nessun altro vescovo poteva funzionare in quella città.

Posto ciò, è chiaro il perchè alcuni Inglesi in Roma divengano cattolici: essi per lo più appartengono al partito puseita; ed allora lo splendore delle funzioni e della gerarchia li attrae; e sono talmente attratti, che si vedono, la domenica delle palme, de’ Protestanti andare ai piedi del papa, baciare la santa pantofola, per prendere dalle sue mani il ramoscello di ulivo benedetto. Un poco di logica d’altronde, come dice il padre P., basta per condurre un Puseita al Cattolicismo.

Vi sono degli altri Inglesi che divengono cattolici per altre ragioni. Fra gl’Inglesi, come in tutte le nazioni, vi sono delle persone che seguono la religione nella quale sono nate, senza aver fatte mai serie riflessioni sopra essa, e senza averne acquistata una profonda cognizione: niente più facile che produrre un cambiamento (non di religione che non ne hanno, ma di forme religiose) in cotali persone. Nell’aristocrazia romana vi sono delle dame inglesi, parte nate cattoliche per unirsi in matrimonio con un Cattolico; esse esercitano una grande influenza sugl’Inglesi che vanno in Roma; e per ciò si vedono giovani Inglesi di ambo i sessi abbracciare il Cattolicismo, o, meglio, le forme fattoliche, sotto tale influenza. Nessuno degl’Inglesi che sia andato in Roma col Vangelo nel cuore, è divenuto cattolico.

Quanto agli altri forestieri; essi sono per lo più tedeschi, che vanno in Roma, pochissimi per il commercio, molti per lo studio delle belle arti. Ognuno sa che gli artisti ed i commercianti (se si eccettuino gl’Inglesi, fra’ quali vi sono nel commercio uomini religiosissimi) non si occupano di religione; ma in Roma è necessario mostrare di averne una, ed a preferenza di tutte le altre, quella del paese. Io ho conosciuto assai bene un commerciante tedesco luterano, figlio di una madre cattolica; ebbene costui ogni anno nel giorno anniversario della morte di sua madre faceva cantare una messa nella parrocchia, pel riposo della sua anima; ed egli e tutti i suoi giovani protestanti andavano ad ascoltarla. Domandato da me perchè non si dichiarasse cattolico, mi rispose che non lo faceva per non perdere il posto che occupava di console per il suo sovrano.

In quanto agli artisti; la moralità, senza la quale non vi può essere vera religione, è quasi interamente bandita da quella classe di persone. Racconterò un uso che è in Roma fra gli artisti. Vi sono una quantità di giovanette del popolo, che, profittando della loro bellezza, esercitano la professione orribile di modelle; anzi vi è una strada in Roma, verso la Piazza de’ Barberini, centro degli artisti scultori, chiamata la via de’ Modelli. Ogni mattina queste giovani modelle vanno a visitare gli studi di pittura e di scultura, per vedere se si ha bisogno di esse. I giovani artisti le fanno mettere interamente nude, per osservarle: e per vedere e palpare così una giovane modella si pagano due paoli: se poi si fa posare, allora si pagano cinque paoli per ora, o anche meno se la posa è lunga. Con cotale scuola di moralità, quale deve essere la religione di que’ giovani artisti? Ma una forma esteriore di religione si deve avere: se essi si stabiliscono in Roma, devono lavorare Madonne e santi, e servire alle chiese; per avere più facilmente lavori e protezioni, bisogna essere cattolici; ed ecco il perchè parecchi artisti divengono cattolici. Ma lo sono essi per convinzione? Dio solo deve giudicarlo.

Ed ecco spiegato l’enimma delle conversioni al Cattolicismo (almeno nella maggior parte) di Protestanti che si convertono a Roma.