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I PRIMI CRISTIANI E LA SCRITTURA
I primi cristiani sostenevano che le Scritture fossero l'assoluta verità della Parola di Dio. La Chiesa antica comprendeva la dottrina apostolica come Parola scritta di Dio. Fin dall'inizio dell'era post-apostolica negli scritti dei padri apostolici come Ignazio, Policarpo, Clemente e Barnaba, si faceva appello esclusivo alle Sacre Scritture per insegnare la sana dottrina e contrapporsi agli scritti degli eretici. Negli scritti di questi uomini, l'autorità citata e quella dell'Antico e del Nuovo Testamento. Nei testi scritti degli apologeti come Giustino Martire e Atenagora, è evidente lo stesso appello esclusivo alle Scritture. Nei loro scritti non si trova traccia di appello alcuno all'autorità di una tradizione extra-biblica come corpo separato di rivelazione. È soltanto a partire dagli scritti di Ireneo e Tertulliano nella seconda metà del secondo secolo, che si incontra il concetto di tradizione apostolica, trasmesso alla Chiesa in forma orale. Ireneo e Tertulliano affermano con forza che tutti gli insegnamenti dei vescovi, tramandati oralmente, sono radicati nelle Scritture e possono essere provati dalle Scritture.