00 26/01/2009 17:43
ESEMPI DI CRISTIANI ANTICHI CHE TESTIMONIANO DELL'EVANGELO
Policarpo di Smirne (nato circa nel 69) muore martire approssimativamente nell'anno 155. Egli testimonia di essere stato salvato per grazia e in Cristo Gesù: “...il Signore Gesù Cristo, in cui voi credente ... sapendo che per grazia siete salvati, non da opere ma dalla volontà di Dio attraverso Gesù Cristo” (22). Clemente di Roma, morto circa nell'anno 100, scrive di essere giustificato per fede: “...quindi anche noi, essendo stati chiamati per la volontà (di Dio) in Gesù Cristo, non siamo giustificati da noi stessi, né attraverso la nostra propria sapienza, comprensione, pietà, opere... ma attraverso la fede” (23).
Giustino Martire (100-165) scrive dell'essere giusti di fronte a Dio sulla base della fede. Egli afferma: “Non è in ragione della circoncisione di Abramo che Dio testimonia la sua giustizia, ma sulla base della fede. Perché, prima di essere circonciso, si dice di lui: 'Abramo credette in Dio, e questo gli fu imputato come giustizia” (24).
Ireneo, morto circa nell'anno 190 o 202, spiega chiaramente il messaggio di Romani, capitolo 3: “Quando venne Cristo, Egli compì ogni cosa e ancora, nella chiesa, egli continua a compiere il Nuovo Testamento, predetto dalla Legge, fino alla consumazione. Pure l'apostolo Paolo dice nella sua epistola ai Romani: ma ora, senza la legge, è manifestata la giustizia di Dio. testimoniata dalla Legge e dai profeti: perché il giusto vivrà per fede. Che però il giusto viva per fede, era stato predetto dai Profeti (25).
Clemente di Alessandria, contemporaneo di Giustino e di Ireneo, a cavallo fra il secondo ed il terzo secolo, mostrano significative evidenze dell'Evangelo della grazia, quando scrive: “Abramo è stato giustificato non da opere, ma per la fede. Dopo il termine della vita, quindi, gli uomini non avranno alcun profitto, anche se hanno eseguito buone opere, se non hanno fede” (26).
Atanasio, nel quarto secolo, testimonia similmente alla grazia ed alla redenzione in un messaggio chiaro e preciso: “Non da queste, ma dalla fede, che un uomo è giustificato, come pure lo è stato Abramo. Avendo così discusso questo punto, l'Apostolo mostra ancora come in nessun altro

modo vi può essere redenzione e grazia ad Israele ed ai Gentili, e neanche il peccato originale che è passato attraverso Adamo a tutti noi, può essere sciolto. Ma questo, egli dice, può essere cancellato in nessun altro modo se non attraverso il Figlio di Dio ... Era impossibile, infatti, che qualsiasi altro potesse sciogliere questa trasgressione.
È così che, sebbene per uno solo il peccato sia entrato nel mondo, grazia e pace ci siano elargite (27).
DIFFUSA CRESCITA E DURE PERSECUZIONI
La diffusione della fede cristiana durante i primi tre secoli è rapida ed estesa. Nella provvidenza di Dio, le ragioni principali sono la fedeltà e lo zelo dei predicatori dell'Evangelo, l'eroismo dei martiri della fede, la traduzione delle Scritture nella lingua del mondo romano, e il sistema ben sviluppato ed esteso delle strade imperiali attraverso le quali è portato l'Evangelo. Sotto l'imperatore Settimio Severo (193-211) i cristiani soffrono tremende persecuzioni. Quella più severa la subiscono sotto l'imperatore Diocleziano ed il suo co-reggente Galerio durante gli anni 303-311. Eppure, lungi dallo sterminare i cristiani e l'Evangelo, la persecuzione purifica coloro che predicano ed aumentano la loro capacità di presentare l'Evangelo.