CRISTIANI

SPERO NELLA TUA MISERICORDIA

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    00 03/02/2009 21:02
    SPERO NELLA TUA MISERICORDIA  PREGHIERE

    Preghiere e invocazioni di monaci siriaci

    FIGLIE DI SAN PAOLO, 2007
    A cura delle Monache benedettine di Civitella S. Paolo

    Presentazione

     

    Le preghiere che presentiamo le abbiamo scelte tra gli scritti di Afraate, Efrem il Siro, Giacomo di Sarug, Isacco di Ninive, Gregario di Narek. Monaci siriaci i primi quattro, armeno l'ultimo.
    Siamo in Mesopotamia, in Siria, cioè Assiria, l'odierno Iraq. Un paese la cui Chiesa siro-orientale vanta le sue origini apostoliche: avrebbe ricevuto l'annuncio del Vangelo, se non proprio direttamente dall' Apostolo san Tommaso, almeno dai suoi diretti discepoli, appartenenti al gruppo dei settantadue discepoli del Signore. Il paese, in questo tempo, è popolato di monasteri e di monaci, ha scuole teologiche importanti, come quella famosa di Edessa, possiede una ricca letteratura, oggetto ancor oggi di studi appassionati da parte degli specialisti. La lingua è il siriaco, appartenente all'area semitica, semplice come grammatica e ricco di vocaboli.
    Siamo nella vicina Persia, Fars, l'odierno Iran, il paese invasore, persecutore, che vuole imporre con la forza la sua religione di stato, il culto di Mazdah. Anche questo paese, nella sua regione occidentale, dunque al confine con la Siria, è cristiano e fa risalire la sua evangelizzazione alla missione in India dell' Apostolo Tommaso. E anche questo paese, fino alla conquista islamica del 650, conta sedi episcopali e monasteri e una ricca fioritura di letteratura religiosa.
    Alla fine, molto più tardi, faremo una puntatina oltre i confini del nord, nell' Armenia, per trovarvi un altro monaco teologo e poeta, Gregorio di Narek.
    Siamo nei secoli dal IV al VII (Gregorio di Narek invece vivrà nel sec. X), quando nella Chiesa di Occidente fioriscono i grandi Dottori della Chiesa: Ilario di Poitiers (+ 367), Ambrogio (+ 397), Girolamo (+ 419), Agostino (+ 430), Leone Magno (+ 461), Gregorio Magno (+ 604). Nella Chiesa di Oriente di lingua greca è l'età dei grandi Padri cappadoci: Basilio il Grande (+ 379), Gregorio di Nazianzio (+ 390), Gregorio di Nissa (+ 394); e ancora Giovanni Crisostomo (+ 407) e Giovanni Damasceno (+ 749).
    È il tempo dei grandi Concili: Nicea (325), Costantinopoli (381), Efeso (431), Calcedonia (451). L'epoca delle grandi controversie trinitarie e cristologiche, che divisero le chiese e causarono il sorgere di eresie diverse. Anche i nostri monaci si sono trovati a volte coinvolti in tali controversie e guardati talora con sospetto, se non addirittura accusati presso le autorità, ma hanno sempre preferito rimanere al di fuori delle dispute puntiglio se per darsi alla preghiera e alla contemplazione del mistero divino e cantarlo con devozione e con arte.
    Potrà sembrarci desueto il loro linguaggio, troppo mirifiche le loro immagini, eccessiva la loro consapevolezza di povertà e di peccato; è vero: sono altri tempi, altri luoghi, altre culture. Ma se riuscissimo a metterci in sintonia con il loro cuore, potremmo riscoprire lo stupore incantato alla vista delle opere meravigliose della creazione e della redenzione, l'atteggiamento di umiltà sincera di fronte alla grandezza del Dio tre volte santo, la gioia di essere salvati e di sentirsi amati da un Dio ricco di misericordia, che conosce il fango da cui siamo stati formati, ma che ha tanto amato il mondo da consegnarci il suo unico Figlio diletto.
    Pregando con questi santi monaci, ci troveremo a intercedere per una terra martoriata, devastata da odio fratricida, insanguinata da vendette che nulla hanno a che fare
    con lo zelo per il Dio misericordioso del Libro santo.
    Per ogni autore abbiamo premesso alcune note biografiche e bibliografiche, abbiamo specificato le fonti dei testi che presentiamo, e abbiamo disposto le preghiere per argomento, pensando di facilitare la lettura e la preghiera.

     

    AFRAATE

     

    Afraate il Saggio persiano, è il più antico rappresentante della letteratura siriaca. Appartiene alla Chiesa siro-orientale. (Siria èabbreviazione di Assiria e corrisponde all'attuale Mesopotamia). Visse nel IV secolo, fu monaco e poi vescovo, forse del monastero di Mar Mattai, presso Mossul.
    Morì forse martire nella persecuzione di Sapore II, re di Persia, poco dopo il 345. Mentre a Roma Costantino concedeva ai cristiani libertà di culto, in Persia si scatenò una reazione ostile al cristianesimo, tendente a riportare la nazione alla religione di stato, all'ortodossia mazdaica (culto zarathustriano del dio Ahura Mazdah).
    Nei suoi scritti troviamo traccia della grande persecuzione subita dai suoi correligionari da parte dell'impero persiano.
    Le sue opere costituiscono una fonte importante per la storia del cristianesimo nell'impero persiano e sono i più antichi monumenti della letteratura in lingua siriaca.
    La base della sua teologia è soprattutto la Bibbia, che gli fornisce espressioni e immagini. Ha scritto piccoli trattati di morale e di ascetica, Dimostrazioni. L'ultimo trattatello è intitolato Dell'acino, con allusione a Isaia 65,8.

    Fonti:
    Aphraate le Sage persian, Les exposés I, Sources chretiennes 349, Cerf, Parigi 1988; Aphraate le Sage persian, Les exposés Il, Sources chretiennes 359, Cerf, Parigi 1989.
    Traduzione dal francesce delle Monache Benedettine di Civitella S. Paolo.

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    00 03/02/2009 21:02
     

    INNI AL CREATORE

    TUOI SONO I CIELI

     

    Tuoi sono i cieli,
    tua è la terra,
    tuo è il giorno e la notte,
    il sole e la luna tu li hai creati.

    I mari ti lodano
    nell' infrangersi delle onde
    a cui hai fissato i limiti,
    essi obbediscono al tuo comando:
    il mare circondato da sabbia
    compie il tuo volere.
    Te guardano
    e te attendono tutti gli esseri;
    la tua destra sostiene tutte le creature,
    nulla può resistere alla tua volontà.


    Tuoi sono gli astri del firmamento,
    venti e tempeste lodano il tuo nome.
    A te guardano le bestie dei campi,
    gli uccelli del cielo
    e i pesci del mare.
    Alzati in nostro aiuto
    con la tua grande forza,
    lo sappiano tutti i popoli
    sulla faccia della terra:
    nessuno è come te
    e nessuno c'è fuori di te.

    Les exposés II, 23 (L'acino), 55
     

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    00 03/02/2009 21:03
     

    A TUA IMMAGINE

    I

    A tua immagine ci hai fatti,
    con le tue mani ci hai modellati
    e ciò viene dal tuo Spirito che è in noi,
    non essere sempre in collera
    e non restare lontano,

    Quando eravamo erranti,
    tu ci hai salvati.
    Quando eravamo dispersi,
    tu ci hai radunati.
    Quando eravamo nelle tenebre,
    tu ci hai illuminati.
    Quando eravamo prigionieri,
    tu ci hai fatto uscire.
    Quando eravamo schiavi,
    tu ci hai liberati.
    Quando eravamo in catene,
    tu ci hai sciolti.

    II

    Dal carcere profondo,
    quando non avevamo più speranza,
    tu ci hai chiamati a sperare in te,
    e quando eravamo peccatori,
    ti è piaciuto di renderei giusti.

    Quando non te lo chiedevamo,
    tu ci hai inviato il tuo Unico,
    ed è per il suo sangue che ci hai salvati
    ed è per mezzo suo che ti conosciamo.





    III

    Ci hai salvato con la sua passione,
    quando la nostra iniquità
    era grande davanti a te.

     

    Allora, mentre te lo chiediamo,
    mentre ti adoriamo
    e ti ringraziamo
    e ti glorifichiamo per la tua misericordia
    ascolta la nostra preghiera
    e accetta la nostra domanda,
    vedi il nostro obbrobrio
    e sii attento alla nostra umiliazione.



    Les exposés Il, 23 (L'acino), 53

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    00 03/02/2009 21:13
     

    GLORIA A TE

    Ti glorifichiamo,
    tu che ti sei rivestito di gloria,
    a te rendiamo grazie,
    a te che non ne hai bisogno.

    Esaltiamo te dalle profondità degli abissi,
    te, la cui dimora è nei cieli dei cieli.
    Il tuo beneplacito si esercita
    al di là delle altezze dei cieli,
    e il tuo comando fin sotto la terra.

     

    Non sono le nostre mani che ti hanno fatto,
    le nostre dita non si sono affaticate su di te.
    Abbiamo riprodotto la tua immagine
    nel nostro cuore,
    siamo divenuti simili a te.

     

    La nostra riflessione ti ha visto
    e ti abbiamo chiamato Dio,
    ti abbiamo chiamato Padre,
    perché tu ci hai generati,
    Re e Dio, perché tu ci hai chiamati. . .

    Les exposés II, 23 (L'acino), 59/1

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    00 03/02/2009 21:13
     

    IL TUO NOME È GRANDE

     

    Volevamo definirti,
    ma non ci siamo riusciti,
    eguagliarci a te,
    ma tu non hai alcun volto.

     

    Il tuo aspetto è nascosto,
    ma grande è la tua forza,
    la tua magnificenza è mistero,
    la creazione è sospesa a te.


    Le grandi acque sono sospese
    alle tue mani,
    i monti tu li pesi alla stadera,
    e le colline alla bilancia.

     

    La terra è larga, ampia e vasta,
    la sua misura corrisponde
    allo sgabello dei tuoi piedi.
     


    Hai trattenuto con il pugno
    la polvere della terra,
    i cieli sono il tuo trono
    e non possono contenerti.

    Mentre il tuo nome è così grande
    e le tue opere così magnifiche,
    tu hai ristretto la tua maestà
    alla misura del nostro linguaggio.

     

    Les exposés II, 23 (L'acino), 59/II

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    00 03/02/2009 21:13
     

    CHE COSA È L'UOMO?

     

    Noi ti adoriamo, Tu-che-sei,
    che ci hai creato dal nulla,
    che ci hai fatti a tua immagine
    e somiglianza,
    soffiando in noi il tuo spirito di vita.

    Tu ci hai lasciati nel mondo
    per abitarvi davanti a te,
    nelle tue mani
    la nostra morte e la nostra vita.

     

    Che cosa sono gli uomini davanti a te?
    Come il vapore che si alza dalla pentola,
    come un fuscello portato via
    dalla burrasca.

    Come l'ombra della sera,
    come la nube mattutina,
    come il fuscello che secca,
    come il fiore che appassisce.

     

    Se lo vuoi, noi esistiamo,
    se non lo vuoi non esistiamo.
    Se tu guardi la terra, essa freme,
    se distogli il tuo sguardo,
    i suoi abitanti vengono meno...

     

     

    Les exposés Il, 23 (L'acino), 58/I

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    00 03/02/2009 21:14
     

    TU MUOVI TUTTE LE CREATURE

     

    Il tuo beneplacito
    muove tutte le creature,
    il tuo comandamento
    sostiene tutti gli esseri.
    Il sole si leva alla tua parola
    e per piacerti fa il giro di tutto il creato.
    La luna varia meravigliosamente,
    essa che tu hai posto
    per segnare le stagioni.

    Hai disposto i luminari nel firmamento,
    sono l'ornamento di tutte le creature.
    I venti soffiano per piacerti,
    mostrando di tempo in tempo la loro forza,
    sconvolgono il mare,
    fanno fremere le montagne,
    poi al tuo cenno lasciano respirare
    la creazione.

    Gli uccelli filano nell' aria,
    ne percorrono i sentieri come vie aperte,
    e i pesci del mare fanno lo stesso.
    Risaliti nell'aria, i pesci muoiono
    e gli uccelli, caduti nel mare affogano.

    A te appartiene ciò che fu e ciò che è,
    da te sono stati differenziati tutti gli esseri.

     

     

     

     

     

    Les exposés II, 23 (L'acino), 58/11

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    00 03/02/2009 21:14
     

    TU VEDI LA NOSTRA ANGOSCIA

     

    Non è causa delle nostre belle azioni
    né per la nostra giustizia,
    che preghiamo con fiducia davanti a Te,
    ma a causa della tua misericordia,
    perché tu sei per noi buono e dolce.

    E noi come colpevoli,
    preghiamo davanti a te,
    e tu, poiché sei buono e dolce,
    ascolta la nostra preghiera.

     

    Noi, come persone deboli,
    preghiamo davanti a te,
    tu, il forte, non ricusare le nostre domande.

    Le nostre mani sono protese
    e il nostro cuore presso di te
    per domandare e cercare grazia da te.

     

    Esultiamo all'idea
    che tu ascolti la nostra richiesta,
    i nostri sensi siano attenti
    per domandare con fiducia...


     

     

    Les exposés II. 23 (L'acino), 53/I

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    00 03/02/2009 21:14
     

    DA CHI ANDREMO?

    Da chi andremo?
    Chi ci ascolta?
    A chi volgerci per avere aiuto?
    Da chi attendere la salvezza?
    Chi pregare che riceva la nostra supplica?

     

    Noi siamo tuoi
    e tu sei il nostro Dio.


    Lungi da te il lasciare da parte
    il tuo amore per collera,
    perché la tua bontà
    non può mai essere vinta
    dalla nostra malizia,
    la tua misericordia
    non può essere trattenuta
    dalla nostra scelleratezza,
    né il tuo essere alterarsi
    per causa nostra.

    Il tuo nome è il Buono,
    mostra la tua bontà,
    la tua bontà per noi,
    la tua giustizia a chi ci è contrario,
    perché bontà e giustizia
    sono presso di te
    e sono nelle tue mani.
     

     

    Les exposés II, 23 (L'acino), 57

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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:15

    ASCOLTA LA NOSTRA VOCE

    Apri i nostri orecchi
    alla preghiera delle tue parole,
    gli occhi del nostro cuore
    siano aperti lassù verso di te.

    Ascolta la nostra preghiera,
    e ricevi la nostra domanda,
    facci piacere,
    sii attento e ascolta la nostra voce.

     

    Vedi la nostra schiavitù,
    risparmia il tuo popolo
    nel tempo della sua afflizione,
    affretta la tua misericordia
    e mostraci la tua potenza.

     

    Les exposés II, 23 (L'acino), 53/I

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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:15
     

    RINNOVA I TUOI BENEFICI

     

    Tu sei solito, o nostro Re,
    di mostrare la clemenza,
    e noi siamo soliti,
    in ogni momento,
    di far domande al tuo amore.

     

    Con fiducia facciamo richiesta
    alla tua dolcezza,
    alla tua bontà che non è rifiutata
    neppure ai malvagi.

    Tu fai levare il tuo sole
    sui buoni e sui cattivi,
    tu fai scendere la pioggia
    sui pii e sugli scellerati.

    Poiché sappiamo che ogni momento
    tu sei solito di ascoltare gli afflitti,
    di generazione in generazione, infatti,
    tu hai esaudito i prigionieri
    e sei venuto incontro ai perseguitati.

    Tu hai corroborato i deboli
    e hai rialzato gli umili,
    hai salvaguardato gli oppressi,
    hai salvato i dispersi.

    Tu hai slegato gli incatenati,
    hai ridato la luce
    a coloro che erano nelle tenebre.

    Hai saziato gli affamati
    e arricchito i poveri,
    di generazione in generazione.

     

    Questo, lo sappiamo,
    lo hai fatto per i tuoi servi
    e tu stesso ce lo hai fatto sapere:
    «Io sono il primo e sono l'ultimo
    ».

     

    Tu sei il Dio dei primi e degli ultimi,
    perché ti appartengono il cielo e la terra,
    tutto ciò che è
    e tutto ciò che sarà.

     

    Les exposés II, 23 (L'acino), 56

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    00 03/02/2009 21:16
     

    INVITO ALLA MEDITAZIONE

     

     

    MEDITAZIONE SULLA FEDE

    Ecco che cosa è la fede:
    che si creda in Dio, il Signore di tutto,
    che ha fatto cielo, terra, mare,
    e tutto ciò che è in essi,
    che ha fatto Adamo a sua immagine,
    che ha dato la Torah a Mosè,
    che ha inviato il suo Spirito nei profeti
    e che infine ha inviato il suo Messia
    nel mondo.

     

    Che si creda nella vivificazione dei morti
    e che infine si creda
    al mistero del battesimo.
    Tale è la fede della Chiesa di Dio.

     

    Les exposés I, De la foi, 19

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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:16
     

    MEDITAZIONE SULLE OPERE DELLA FEDE

    Che ci si liberi dall' osservanza
    delle ore e dei sabati
    lune e tempi,
    sorti e presagi,
    incantesimi e magie,
    dalle crapule e gozzoviglie,
    dalle vane dottrine
    che sono gli strumenti del Maligno
    e dalla adulazione di parole adescatrici,
    dall' insulto e dall' adulterio.

     

    Che non si pronunci falsa testimonianza
    e non si parli con doppiezza.

    Queste sono le opere della fede
    che è posta sulla pietra vera,
    cioè il Messia,
    su cui si eleva tutto l'edificio.

    E quando avrai letto e appreso
    le opere della fede
    sarai simile alla terra coltivata
    sulla quale è caduto il buon seme
    e che ha dato il frutto,
    cento, sessanta e trenta per uno.

    E quando andrai presso il tuo Signore
    egli ti chiamerà buon servitore,
    prudente e fedele,
    che, grazie alla sua grande fede,
    è entrato nel regno del suo Signore.

     

     

     

    Les exposés I, De la foi, 19-20

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    00 03/02/2009 21:16
     

    MEDITAZIONE SULL' AMORE

    Il nostro Salvatore ci mostra
    la premura del suo amore.
    Infatti egli l 'ha compiuto
    dapprima in se stesso,
    poi l 'ha insegnato ai suoi uditori.

    Quando noi eravamo i suoi avversari,
    ha riconciliato la nostra inimicizia
    con il Padre,
    perché ci ha amati.

     

    Ha consegnato la sua innocenza
    al posto dei nostri errori;
    il Buono è stato oltraggiato
    al posto dei cattivi,
    il ricco si è fatto povero per noi.

    Il vivente è morto per i morti,
    e con la sua morte
    ha reso la vita alla nostra mortalità.

     

    Il figlio del Signore di tutto
    ha preso per noi la somiglianza
    del servitore,
    e colui a cui tutto è sottomesso
    si è sottomesso lui stesso
    per liberarci dalla schiavitù del peccato.

     

     

    Les exposés I, De l'Amour, 19


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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:17
     

    MEDITAZIONE SULLA PREGHIERA

    I

    La purezza del cuore
    è la preghiera migliore
    di tutte le orazioni recitate ad alta voce,
    e il silenzio, unito a una coscienza sincera,
    sorpassa la voce alta dell'uomo che grida.

    Nostro Signore ha insegnato a pregare
    dicendo:
    pregate nel nascondimento
    colui che è nascosto: egli vede tutto.
    E dice ancora:
    Entra nella tua stanza
    e prega il Padre nel segreto
    e il Padre che vede nel segreto,
    ti darà la ricompensa
    (Mt 6,6).

     







    II
    Perché dunque, amico,
    nostro Signore insegna e dice:
    Prega il Padre nel segreto,
    chiusa la porta?

     

    Te lo mostrerò,
    secondo quel che ho potuto comprendere.
    Ecco ciò che ci dimostra
    la parola del Signore:
    Prega nel segreto: nel tuo cuore;
    a porta chiusa: quale porta
    dice di chiudere
    se non la tua bocca,
    il tempio dove dimora il Messia,
    come dice l'Apostolo:
    voi siete il tempio di Dio?
    Egli entrerà nel tuo uomo interiore,
    questa casa,
    e la purificherà da ogni impurità,
    quando sarà chiusa la porta,
    cioè la bocca.

     

    E se non è così
    come puoi comprendere questo?
    Se per caso ti trovi in campagna
    dove non c'è né casa né porta,
    forse che non puoi pregare nel segreto?
    E se ti trovi in cima a una montagna,
    forse che non puoi pregare?

    III

    Ciò che il Signore vuol dimostrare
    è che Dio conosce i desideri
    e le intenzioni del cuore,
    come ha scritto nostro Signore:
    Il Padre vostro sa di quali cose
    avete bisogno
    prima che gliele chiediate
    (Mt 6,8).

    Nel momento in cui tu preghi
    eleva il tuo cuore e abbassa gli occhi,
    entra nel tuo intimo
    e prega nel segreto
    il Padre che è nei cieli.

     

     

     

     


     

     

    Les exposés I, De la Prière, 1.10.13


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    00 03/02/2009 21:17
     

    MEDITAZIONE SUL PERDONO

     

    Quando la preghiera è pura
    essa è recepita
    e quando non è pura
    essa non è recepita,
    ma vi sono in mezzo a noi persone
    che moltiplicano le loro preghiere,
    prolungano la supplica,
    si prostrano e tendono le mani,
    ma sono molto lontani dalle opere
    della preghiera.

    Pregano la preghiera
    del nostro Vivificatore
    che insegna:
    Rimetti a noi i nostri debiti
    come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

    Dapprima rifletti in coscienza
    per sapere se tu perdoni,
    e allora prometterai: «lo perdono ».
    Perché non devi mentire a Dio
    dicendo «lo perdono» se tu non perdoni.

    Bisogna dunque che tu perdoni
    al tuo debitore
    prima di pregare.
    Poi prega
    e quando pregherai
    la tua preghiera salirà a Dio nelle altezze
    e non sarà lasciata a terra.

     

    Les exposés I, De la Prière, 13

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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:17

    PREGHIERA È CARITÀ

    Dice Dio per mezzo del profeta:
    Ecco qual è il mio riposo:
    date riposo agli stanchi.
    Fa' dunque il riposo di Dio, o uomo,
    e non avrai più bisogno di dire:
    « Perdonami ».

     

    Da' riposo agli stanchi,
    visita i malati,
    sostieni i poveri
    e questa è preghiera.



    Vedi, amico,
    se ti capita l'occasione di dare riposo
    secondo il beneplacito di Dio,
    e tu dica: «È il momento della preghiera,
    ora prego e dopo vedrò »,
    prima di aver raggiunto la fine
    della tua preghiera,
    avrai lasciato sfuggire l'occasione
    del riposo,
    ti sarai tagliato fuori dal beneplacito
    e dal riposo di Dio,
    e per la tua preghiera
    sarai colpevole di peccato.
    Ma fa' il riposo di Dio
    e questa è preghiera.

    Giudica da te quel che ti dico.
    se ti capita di fare una strada lunga
    e ti avviene di aver sete per il caldo,
    se arrivi da un fratello
    e gli dici: «Dammi ristoro dal tormento
    della sete »,
    se lui ti dice: «È il momento della preghiera,
    vado a pregare e poi verrò da te"
    e nel tempo che egli prega e ritorna da te,
    tu, tu muori di sete,
    che cosa ti sembra meglio:
    che lui vada a pregare
    o che sollevi il tuo sfinimento?

     

    Les exposés I, De la Prière, 14.15

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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:18

    LA PREGHIERA È BUONA

     

    La preghiera è buona
    e le sue opere sono belle.
    La preghiera è accetta
    quando consola.
    La preghiera è ascoltata
    quando vi si trova la remissione dei torti.
    La preghiera è amata
    quando è pura da ogni astuzia.
    La preghiera è forte
    quando è piena della forza di Dio.

    Al di sopra di tutto
    sii assiduo alla preghiera,
    senza stancarti,
    come è scritto,
    perché nostro Signore ha detto:
    pregate senza stancarvi
    (Lc 18,1).
    Sii assiduo alla veglia,
    allontana da te
    la sonnolenza e la pesantezza,
    sii in veglia giorno e notte
    senza scoraggiarti.

     

    Les exposés I, De la Prière. 16

    I MODI DELLA PREGHIERA

     

    Ti dimostrerò i modi della preghiera:
    la domanda, il ringraziamento e la lode.
    La domanda,
    quando si chiede misericordia per i peccati;
    il ringraziamento,
    quando ringrazi il Padre che è nei cieli;
    la lode,
    quando lo lodi per le sue opere.

    Quando sei in pericolo,
    presenta la domanda;
    quando sei provvisto di beni,
    rendi grazie a colui che dona;
    quando sei nella gioia,
    presenta la lode.

     

    Non pregherai in una sola maniera,
    ma secondo le circostanze.

     

     

    Les exposés I, De la Prière, 17


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    Manlio-
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    00 03/02/2009 21:18

    MEDITAZIONE SUL DIGIUNO

    I

    Ricordati e vedi, amico mio:
    è una cosa eccellente che si purifichi
    il proprio cuore,
    che si custodisca la propria lingua
    e che si trattengano le mani dal fare il male.

    Non conviene, infatti, all'uomo
    mescolare il miele e l' assenzio.
    Se ci si astiene dal pane e dall' acqua,
    non bisogna mescolare
    ingiurie e maledizioni al proprio digiuno.

     

    Non c'è che una sola porta alla tua casa,
    che è il Tempio di Dio,
    e non conviene, o uomo,
    che per questa porta per la quale passa il re
    escano letame e fango.

    Con l'astenersi da tutte queste volgarità
    l'uomo riceva il corpo e il sangue
    del Messia
    e vigili sulla sua bocca
    attraverso la quale entra il Figlio del Re.
    Non hai il diritto, o uomo,
    di far uscire dalla tua bocca parole impure...

     


    II

    Ascolta ciò che dice il nostro Vivificatore:
    ciò che entra nell'uomo non insozza l'uomo,
    ma ciò che esce dalla sua bocca,
    ecco quello che lo può insozzare.
    Quando si digiuna, amico,
    è sempre migliore l'astinenza da cattiveria.
    È migliore dell' astinenza da pane e acqua,
    migliore dell' umiliare se stessi,
    curvare il collo come un gancio
    coprirsi di sacco e di cenere,
    come dice Isaia.

    Quando l'uomo si astiene dal pane, dall'acqua
    o da qualsiasi nutrimento,
    quando si copre di sacco e di cenere
    e si affligge,
    è amato, bello e gradito.

    Ma ciò che piace di più
    è che umili se stesso,
    che sciolga le catene dell' empietà,
    che tagli i legami della frode.

    Allora la sua luce si diffonde come il sole,
    la sua giustizia cammina davanti a lui,
    è come un giardino irrigato,
    come una sorgente le cui acque
    non inaridiscono...

    III

    È il nostro Vivificatore,
    il nostro Signore Gesù,
    il Messia, che è venuto,
    che ha rivestito la nostra umanità,
    che ha sofferto,
    che è stato tentato nel corpo ricevuto da noi,
    e che può così soccorrere
    coloro che sono tentati.

    Infatti ha digiunato per noi,
    e ha vinto il nostro Nemico.

     

    Egli ci ha comandato di digiunare
    e di vegliare in ogni momento,
    perché con la forza del digiuno puro,
    perveniamo alla sua pace.

     

     

     

     

     

     

     

    Les exposés I. Du Jeùne, 1.8.16