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O MITISSIMO!

Tu non hai fatto inaridire le mani
di coloro che percuotevano di pugni
il tuo capo benedetto,
tu che hai fatto seccare il fico infruttuoso,
per annunciare anche a me
l'esempio del tuo perdono.

Tu non ti sei irritato
contro la scelleratezza di coloro
che ti flagellavano,
tu proclamato Dio,
tu che hai oscurato il sole
per beneficare la mia anima morta
e concederle riposo.


Tu non hai gelato le labbra
di coloro che ti ingiuriavano
con ipocrite accuse,
tu che hai tinto di color di sangue
la faccia della luna,
per fortificare la mia timida lingua
nel lodarti.

 

Tu non hai rimproverato con sdegno
coloro che ti oltraggiavano con furore,
tu che hai scosso gli elementi,
per ungere la mia povera testa
con l'unzione della tua misericordia.



Tu non hai slogato e spezzato
le mascelle dei deicidi
che ti chiamavano seduttore,
tu che hai spezzato le rocce più dure,
per liberare la mia anima
priva di beni
dalla sua propensione alla leggerezza.
Tu non hai subito rovesciato
e inghiottito nella voragine della terra
coloro che sigillavano la tua tomba,
per far riposare nel tabernacolo
della mia anima
una particella della tua luce.
Benedetto due volte,
benedetto di nuovo,
e sempre lodato nei secoli dei secoli.

XXXVI, II, p. 226