Tu non hai fatto inaridire le mani di coloro che percuotevano di pugni il tuo capo benedetto, tu che hai fatto seccare il fico infruttuoso, per annunciare anche a me l'esempio del tuo perdono. Tu non ti sei irritato contro la scelleratezza di coloro che ti flagellavano, tu proclamato Dio, tu che hai oscurato il sole per beneficare la mia anima morta e concederle riposo.
| Tu non hai gelato le labbra di coloro che ti ingiuriavano con ipocrite accuse, tu che hai tinto di color di sangue la faccia della luna, per fortificare la mia timida lingua nel lodarti. Tu non hai rimproverato con sdegno coloro che ti oltraggiavano con furore, tu che hai scosso gli elementi, per ungere la mia povera testa con l'unzione della tua misericordia.
| Tu non hai slogato e spezzato le mascelle dei deicidi che ti chiamavano seduttore, tu che hai spezzato le rocce più dure, per liberare la mia anima priva di beni dalla sua propensione alla leggerezza. Tu non hai subito rovesciato e inghiottito nella voragine della terra coloro che sigillavano la tua tomba, per far riposare nel tabernacolo della mia anima una particella della tua luce. Benedetto due volte, benedetto di nuovo, e sempre lodato nei secoli dei secoli. XXXVI, II, p. 226 |