Fissa il tuo sguardo su di me, o Compassionevole, come un tempo su Pietro allorché ti rinnegò, perché sono del tutto annientato.
Irradia su di me il raggio della tua misericordia, tu che sei tutto bontà, affinché, ricevuta la tua benedizione, Signore, io sia giustificato, io viva, e divenga puro dai miei errori che non sono le tue opere e che mi torturano. Non ho l'audacia di tendere verso di te la mia mano colpevole, fino a che tu avvicini la tua destra benedetta, per rinnovarmi, io condannato. | Trionfa dunque ancora una volta della mia testardaggine grazie alla tua dolcezza venendo in mio soccorso, nella tua benignità. E per la tua onnipotenza rimetti la somma totale dei miei peccati: i miei primi errori, con quelli della media età e quelli della fine della vita. O Cristo, ingegnoso nel realizzare l'impossibile, o Re, Luce dei giusti. L, III, p. 277 |