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Il tempo della vita adulta: è quello del vigore, ma conosce una sua crisi

Le osservazioni fatte fin qui sono, in certo senso, preliminari al tema specifico di questa nostra riflessione che vorrebbe prendere in considerazione il passaggio critico che tutti dobbiamo attraversare per diventare adulti. Il momento critico è paradossalmente segnato dalla percezione delle proprie possibilità e contemporaneamente dei propri limiti.
L'età adulta si identifica anzitutto con «la fase del pieno vigore, sostenuta dalla consapevolezza che sono autentiche soltanto la connessione dell'idea riconosciuta come vera con la realtà colta nel modo corretto, e la sintesi tra le idee assolutizzate e la consapevolezza della complessità, dell'instabilità e della miseria della condizione umana. Da un punto di vista fisiologico, tale fase rappresenta il periodo nel quale lo slancio della gioventù si attenua e tuttavia si fa, al contempo, più profondo e più risoluto. È pure il tempo nel quale le forze creative di natura intellettuale e vitale fluiscono nel modo più immediato. Questo è anche il periodo nel quale l'uomo è più preparato ad accollarsi oneri, a esigere molto dal proprio lavoro, a dedicare tempo ed energie nella propria opera senza risparmio». (15)
Pieno vigore è dunque avere delle idee, e nello stesso tempo essere consapevoli che la realtà da affrontare ogni giorno è complessa e che la condizione della vita umana non è mai troppo riconducibile a schemi precostituiti.
Pieno vigore è energia, anche in senso psico-fisico, che prende la forma di una calma risolutezza nel portare avanti i propri impegni. Di vigore si può parlare anche a proposito dell' energia intellettuale e del suo esprimersi con una facilità e ricchezza non sperimentata, nella stessa misura, durante l'età della crescita. Pieno vigore è non avere paura di prendersi degli impegni, e anzi desiderarli come luogo concreto che consente di esprimere quel che si è e si vorrebbe essere.
Pure questa indicazione, come le precedenti, solleva degli interrogativi: in una cultura di massa si favorisce il senso della complessità? Non si è invece esposti a indebite semplificazioni? Non vi è dunque da richiamarsi costantemente alla necessità di leggere attentamente avvenimenti e proposte e di usufruire di tempi e strumenti favorevoli a questo risultato? E ancora, vi sarebbe da riflettere sulla condizione di molti giovani che arrivano alla soglia dei trent'anni senza avere ancora un lavoro: come non tener conto che la disoccupazione, oltre a provocare altri guai, rende difficile che un giovane diventi adulto? E come non giudicare una fortuna, da parte di un giovane che diventa prete, il fatto di potersi immergere in vere responsabilità, per di più connesse con il cammino delle persone e non solo la produzione di cose?
La fase della vita adulta non è però solo quella in cui si tocca con mano di avere delle possibilità, ma anche quella nella quale emergono i propri limiti. Questa scoperta sembra incrinare un quadro che appariva solido e annuncia gradualmente che l'età adulta può conoscere momenti di crisi anche molto dura. Guardini illustra le varie cause di questa crisi. Eccone qualche esempio.
Le prime che egli elenca stanno a dire che si può andare in crisi con se stessi, per una nuova e più severa lettura che si fa di sé.