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La conclusione di Guardini è un elogio delle persone diventate "adulte". È su di loro infatti «che l'esistenza può fare affidamento. Proprio perché non hanno più l'illusione del grande successo e delle brillanti vittorie, essi sono capaci di compiere opere che hanno valore e durano nel tempo. Questa dovrebbe essere la natura dell'autentico statista, del medico, dell'educatore, in tutte le sue forme». (27)
E aggiunge, come nota finale, che «è lecito giudicare il livello umano, così come le prospettive culturali di un'epoca,
considerando sia il numero degli uomini di tale levatura che vivono in quel periodo, sia l'ampiezza dell'influsso da essi esercitato». (28)
Come non domandarsi che cosa sta avvenendo in quest'epoca e in questa società? E come non interrogarsi anche sulla nostra azione formativa nei confronti dei giovani: li stiamo conducendo verso l'età adulta? E come non interrogarci su noi stessi, dato che possiamo essere compresi nella categoria indicata da Guardini con il termine "educatori"?

La seconda chiamata. Un approccio teologico-spirituale

La riflessione di Voillaume ha come tema la «fedeltà al Signore ed alla sua chiamata, nelle grandi e nelle piccole cose, nel mezzo del cammino percorso nella vita religiosa, così come ai suoi inizi». (29) Il colloquio che viene svolto con i Piccoli Fratelli del Vangelo è direttamente ispirato dalla fede cristiana e da un' esperienza umana nella quale Dio, il Dio cristiano, si è affacciato e ne è diventato il centro reale con la "vocazione" a una vita totalmente dedicata a lui e al suo Regno in quella forma di vita che viene chiamata "vita consacrata". Vita consacrata significa camminare sui sentieri dei consigli evangelici di povertà, ubbidienza, castità; significa vera immersione nel mistero di Dio con l'esperienza della preghiera; significa disponibilità a vivere la carità fino a seguire Gesù sul Calvario. Per omogeneità (non totale) il testo di Voillaume può applicarsi anche alla vita sacerdotale, che presenta una fenomenologia in parte propria.

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