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Ora, con il tempo e con la grazia di Dio, a poco a poco, insensibilmente, tutto cambia. L'entusiasmo umano lascia il posto ad una specie di insensibilità per le realtà soprannaturali, il Signore ci sembra via via più lontano ed in certi giorni una certa stanchezza ci prende e siamo più facilmente tentati ad accettare di pregare meno o di farlo in modo meccanico. La castità ci presenta delle difficoltà che non avevamo considerate: alcune tentazioni sono nuove; sentiamo in noi come una pesantezza e cerchiamo più facilmente delle soddisfazioni sensibili. D'altra parte saremmo portati, istintivamente e senza neppur vedervi qualcosa di male, a condurre una vita un po' più indipendente, senza tener conto dei nostri Responsabili. L'apertura ci sembra meno necessaria, la carità più difficile. L'adattamento ad un altro popolo ci lascia talvolta scoraggiati, e vediamo soltanto più dei difetti che ci infastidiscono là dove prima trovavamo tutto buono: cominciamo a criticare, con facilità, non riusciamo a parlare correntemente la lingua e neppure a capire a sufficienza. La povertà ci diventa pesante. Teniamo di più alle nostre idee. In certi giorni rimpiangiamo di non poter mangiar meglio e di non sentirci un po' più liberi. Infine vorremmo fare della nostra vita qualcosa di più interessante! E sempre il Signore tace, silenzioso, e non ci prodiga più le gioie sensibili dell'intimità, quelle gioie che ci rendevano così facile il considerare tutto con ottimismo.
Arrivare a sentire tutto ciò è normale, senza che vi sia stata infedeltà grave da parte nostra né abbandono da parte del Signore. Anche se siamo stati fondamentalmente fedeli alle esigenze della nostra vita religiosa, dobbiamo arrivare, più o meno, a provare queste diverse impressioni o tentazioni.
In una parola, entriamo progressivamente in una fase nuova della nostra vita, scoprendo, a nostre spese, che le esigenze della vita religiosa sono impossibili. Sperimentiamo che la povertà non dev'essere solo materiale, ma deve giungere al distacco da noi stessi e da ogni azione interessante. La castità integrale, l'obbedienza con tutte le sue conseguenze, la carità fino al dono totale di noi stessi agli altri, tutta una vita centrata sul valore contemplativo dell'adorazione: stiamo sperimentando che tutto ciò è impossibile, che supera le nostre forze ed è contrario allo sviluppo naturale dei nostri istinti e della nostra personalità. Sì, è impossibile! Gesù ce l'aveva detto, ma ora tutto ciò appare sotto una luce nuova e proprio nel momento stesso in cui Gesù è lontano e quasi sensibilmente assente dalla nostra vita! Umanamente Egli non c'è più. Né possiamo più contare sull'entusiasmo giovanile che gli anni hanno smorzato in noi. Questa impossibilità non ci è forse apparsa di colpo ed in modo altrettanto brutale per tutti i punti, ma, più o meno consciamente, essa diverrà per noi un'evidenza. Né osiamo forse confessarlo troppo a noi stessi, perché ciò ci obbligherebbe a prendere nettamente posizione. Che fare, allora? Come uscirne? Se non abbordiamo francamente questa tappa, questa presa di coscienza dell'impossibilità radicale per le forze umane di vivere una vita religiosa soprannaturale e di servire il Cristo con la sua croce, rischiamo sia di cadere in un larvato scoraggiamento, sia di illuderci abbassando il nostro ideale ad un livello accettabile, raggiungibile, in una parola, possibile. Ora ciò si verifica assai spesso in questa tappa cruciale della vita religiosa: lo scoraggiamento oppure l'accettazione semicosciente della mediocrità, perché per rendere la vita religiosa attuabile avremo accettato di fatto di introdurvi un surrogato. Ci cerchiamo un centro di interesse umano, una ragione di vita che sia, bene o male, conciliabile con le apparenze della vita religiosa o con un'osservanza onesta ma sommaria dei nostri impegni. Se invece a forza di lucidità e per restare pienamente fedeli al Signore rifiutiamo questo compromesso, lo scoraggiamento ci attende. In verità, Gesù ci fa sperimentare sino in fondo ed in modo inatteso, la impossibilità di seguire il cammino sul quale Lui stesso ci ha avviati!