00 04/02/2009 18:12
In altri termini, il pensiero filosofico ci fa scoprire l'Infinito razionale, mentre il messaggio profetico ci fa scoprire l'Infinito irrazionale. Introducendo nel dato iniziale una riflessione razionale, la scienza teologica modifica profondamente tutto quello che può esserci di irrazionale nella scoperta di «Colui che è al di là e che tuttavia entra in relazione con me».
A partire dalla persona di Abramo, la relazione vissuta con questo Dio Protettore, che si è impegnato in un rapporto di alleanza con lui, è all'origine dei tre monoteismi: il Giudaismo, il Cristianesimo e l'Islam.
Infine, Pierre Lambert sviluppa l'attributo primordiale del divino: l'amore dell'uomo nei confronti di Dio si basa sul senso di meraviglia che prova quando prende coscienza di essere amato da Dio. Addirittura prima di rivolgersi al suo Creatore, quando l'uomo scopre che Dio era già rivolto verso di lui, è come se fosse stata varcata una soglia.
Tutta la storia umana e divina che ci trasmette la Bibbia può essere intesa come un lungo percorso compiuto dall'umanità per comprendere cosa sia questo amore di Yahweh - YHWH è infatti l'anagramma dell'Essere coniugato nei tre tempi: passato, presente e futuro - nei confronti degli uomini; e reciprocamente, nonostante le incomprensioni, i rifiuti e gli errori di questi ultimi, come l'infinita pazienza di Dio nell'esprimere il suo amore e la sua tenerezza.
Il fatto che Yahweh sia all'origine di una relazione di amore e che voglia suscitarne nell'uomo un' altra della stessa natura ci fa intravedere quello che sarà l'oggetto ultimo della sua manifestazione: è lui stesso Amore. Viene quindi proposto agli uomini un cammino, per entrare in una comunione d'amore con l'Unico.
Questa conclusione di Pierre Lambert è una meravigliosa lezione di speranza per tutti quelli che si interrogano, tergiversano o si spaventano di tanto assoluto. Perché aver paura, visto che Dio è Amore?

Nel gennaio del 2004 ho incontrato il dottor Dalil Boubakeur, rettore della grande moschea di Parigi e presidente del Consiglio francese del culto musulmano. Nel suo ufficio, davanti a un buon tè alla menta, il nostro colloquio si è presto trasformato in uno scambio comprensivo e fraterno. Avevo davanti a me un uomo affabile, colto e amante della pace.
Gli uomini come lui sono rari ai giorni nostri, in un'epoca piena di violenze represse o sul punto di esplodere. Negli animi cresce la paura che si impadronisce di intere popolazioni in tutto il pianeta. Gli uomini di pace non sono mai stati così preziosi. Proprio come me, Dalil Boubakeur sente un gran bisogno di coesistenza pacifica.
In occasione del nostro secondo incontro, mi ha letto e spiegato una delle sue allocuzioni ufficiali che aveva come tema «L'Europa contro l'antisemitismo». Evocava meticolosamente il male derivato dall'incomunicabilità tra le diverse religioni e suggeriva un'unica soluzione: il dialogo tra culture e religioni.
In questo discorso arrivò a proporre una teologia della Pace, nel rispetto reciproco dei valori spirituali di ognuno. Questo implica che attraverso il dialogo auto critico ci si metta al posto dell'altro per riuscire a comprenderlo e ad accettarlo, per arrivare a una stima reciproca.