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Nel corso del nostro incontro ho potuto apprezzare altre sue opinioni: «il giusto vede la rettitudine nel rifiuto della violenza. In questo contesto, nella vita del credente, l'amore, la carità e la solidarietà assumono la funzione di una contropotenza che si oppone alla violenza e all'intolleranza. Teologicamente, la pace serve come fondamento etico per i diritti e i doveri dell'individuo nella sua relazione con se stesso, con gli altri e con Dio».
Alla domanda: «Chi può dire di essere veramente nella fede?», mi ha risposto che alla sua epoca il Profeta dell'islamismo dichiarò: «È nella fede colui che applica la giustizia, che diffonde la pace e condivide il poco che possiede». È la stessa cosa che affermava prima di lui Michea, profeta della Bibbia: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Michea 6,8).
Il rettore proseguì spiegandomi che, relativamente alla tolleranza monoteista, fondamento della coesistenza, sta scritto: «Vi è stato detto: "Siate ebrei o cristiani e sarete sulla buona strada". Dite: "Siamo piuttosto della religione di Abramo, vero credente che non apparteneva al gruppo degli idolatri". Dite: "Noi crediamo in Dio e in tutto ciò che è disceso [attraverso la Rivelazione] da Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, e dalle dodici tribù. Crediamo ai Libri sacri che sono stati rivelati a Mosè e a Gesù, e ai Libri consegnati dal Signore ai profeti. Non facciamo nessuna differenza tra i profeti e ci abbandoniamo a Dio"» (Il, 135-136).
Dalil Boubakeur finì di spiegarmi la sua allocuzione con parole cariche di speranza: «Ebrei, cristiani e musulmani, in quanto uomini di fede e di buona volontà, possiedono, nell'ambito abramico delle loro convinzioni religiose, un messaggio pacifico e fraterno da far passare attraverso il dialogo... auto critico - facendo attenzione, però, ad accogliere ognuno i valori dell' altro, andando incontro alle sue riflessioni. Siamo quindi chiamati a trasformare i nostri preconcetti e partiti presi facendo nascere da noi stessi nuovi interrogativi sulle nostre origini, e nuove letture dei nostri testi di riferimento».
Eravamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda, con gli stessi intenti di chiarezza e di lealtà nei confronti dei testi fondatori.

Il postulato dell'Islam si basa sulla filiazione di Abramo. Siccome Sara è sterile, Abramo ha un figlio dalla serva Agar: Ismaele. Quando Sara, moglie legittima del patriarca, aspetta finalmente il suo primo figlio, Agar viene cacciata nel deserto. È sul punto di morire di sete e prega Dio. L'Onnipotente le indica quindi un pozzo e le promette che il figlio Ismaele darà vita ad un grande popolo. Essendo figlio di una schiava egiziana, e secondo il diritto consuetudinario, Ismaele fu cacciato da Abramo perché non poteva beneficiare della stessa parte di eredità del figlio legittimo di una donna libera.
In base a quest'ottica biblica, Ismaele è il capostipite di un popolo sottomesso a Dio, mentre, per il Giudaismo, Israele è il popolo libero in Dio - che però ha la temibile e vincolante responsabilità di dover rispettare e trasmettere la sua Legge.
A partire da questo scenario originario, si mette in movimento il processo di una tragedia conflittuale inevitabile che nulla può fermare, se non la volontà unanime della maggioranza dei fedeli che agiscono in ogni parte del mondo...
Ai giorni nostri, a che punto sono i rinnovatori dell'Islam? Fanno progressi? Sono consapevoli del loro ruolo di interlocutori nei confronti di milioni di - musulmani? Alcuni sono conosciuti, come Abdul Karim Soroush, il filosofo iraniano, i sud africani Farid Esack e Abdul Karim Toyob, l'egiziano Nasr Hamed Abou-Zeid, Abdullahi An-Na'im, i tunisini Abdelmajid Charfi e Mohammed Talbi, i kuwaitiani Abou El Fadl, Amina Wadud e Fatima Mernissi e lo storico francese Mohammed Arkoun.
Un hadith dell'Islam esorta i fedeli: «Ricercate la conoscenza ovunque, è uno dei pilastri della religione, una guida per l'uomo, un compagno nella solitudine, un amico nell'esilio e un legame; nella società, l'istruzione permette di provvedere ai bisogni e vi guida sulla retta via».