1] Benno Jacob, Das erste Buch der Tora, Genesis, Berlin 1934, p. 58.
[2] Akhbar al-Hallaj, n. 62, p. 99.
[3] Salita al Monte Carmelo, libro 1, cap. 13.
[4] Al-Niffari, Stations, «Station de la nuit», Arfuyen, 1982.
[5] Giovanni della Croce, Opere spirituali.
[6] Charles Péguy, L'atrio del mistero della seconda virtù.
[7] Eccone un esempio (da non imitare), tratto da un corso di divulgazione del pensiero scolastico: «La conoscenza dell'angelo non è altro che il duplice modo in cui la sua sostanza esercita l'esistenza, essenzialmente e intenzionalmente». È chiaro che i nostri concetti derivati dalla relazione con il mondo materiale sono inadeguati per cogliere ciò che percepiamo come immateriale!
[8] Somma teologica, la parte, domande 2, 3, 4, 7, 10, 11.
[9] Targum pseudo-Jonathan, Genesi 12,1-5.
[10] Gershom Scholem, Le nom et les symboles de Dieu dans la mystique luive, Le Cerf 1983, p. 62.
[11] Nel testo italiano, invece, viene usato il singolare (n.d.t.).
[12] Nella versione originale, Elohim, al plurale, è accompagnato dall'aggettivo plurale "santi", mentre El dall'aggettivo singolare "geloso" (n.d.t.).
[13] Vedere il salmo 27.
[14] Il commento di questi versetti è stato dato all'autore da un membro della Confraternita al-Ash'ariyya, con sede vicino a Parigi.
[15] Cfr. libro dei Giudici 6,11 e seguenti.
[16] Cfr. Atti degli Apostoli 7,53; Lettera ai Galati 3,19.
[17] Cfr. Atti degli Apostoli 7,30.35.
[18] Cfr. le sure XL, 7-9 e XLII, 5.
[19] Le Enneadi VI, 7, 40.
[20] Louis Massignon, La Passion d'al-Hallaj, Geuthner, Paris 1922, vol. I, p. 125.
[21] Marguerite Porete, Le miroir des limes simples et anéanties, Albin Michel, Paris 1997, p. 79.
[22] lbid., p. 107.
[23] Mawlana Jalal ud-Din Rumi, Odes mystiques, Klincksieck, Paris 1973, Ode 213, p. 130.
[24] Maxime Rodinson, Mahomet, Seuil, Paris 1968, pp. 246-247.
[25] Questa è la posizione di Tommaso d'Aquino, in risposta alla domanda: «Si devono tollerare i riti degli infedeli?», in cui giustifica un atteggiamento tollerante nei loro confronti: cfr. Somma teologica, 2a,2ae, domanda 10, articolo 11, corpus.
[26] «Quindi, anche nella società umana, coloro che comandano tollerano di buon grado alcuni mali, pet paura che siano impediti alcuni beni, oppure per paura che avvengano mali peggiori» (ibid.).