00 29/03/2009 16:36

I parenti volevano proteggere Gesù.

Questo dimostra che loro non credevano chi Egli fosse veramente né nella missione celeste che gli era stata affidata. In un altro passo viene dimostrata la stessa sfiducia che hanno i familiari verso il Signore (Giov.7,37).

Il focolare domestico della casa di Maria era pervaso dalla sfiducia in Gesù ed in quello che stava facendo, perciò tutti loro temevano per la sua sorte ed in qualche modo lo consigliavano, quasi non avesse il giusto criterio delle cose da fare.

Maria la Madre, verosimilmente, era il centro del pensiero, delle meditazioni e delle scelte di tutti; pertanto, se il sentimento verso Gesù era la sfiducia, ossia non credere in Lui né in quello che stava facendo, ciò è dimostrazione che, in buona parte, anche Maria poteva essere influenzata o contaminata.

Certamente non si oppose alle valutazioni fatte ed alla conclusione che il Figlio era "fuori di sé", ma partecipò alla spedizione per riportarLo a casa.

Maria, come madre terrena, era, nei confronti del figlio, apprensiva e protettiva; per questo è possibile ritenere che la stessa avesse smarrito l’iniziale rivelazione messianica di Gesù: quella che Le fu fatta conoscere fin dal principio dall’Angelo.

La parte umana di Maria, toccata dal timore per la vita del figlio, la poteva condurre nella paura e, probabilmente, anche verso una temporanea confusione.

Maria, serva del Signore, credente nella Parola, madre umana e protettiva, giunse a sfiduciare il Figlio, preferendo conservare la sua visione di vita e le cure materne, purtroppo in opposizione al piano di Dio ed alla stessa volontà di Gesù.

Il Signore, che tutto conosceva, come tutto conosce, all’udire che i suoi parenti erano giunti da lontano e stavano fuori dalla porta, non disse nulla per farli entrare ma, rivoltosi ai suoi discepoli, disse:

"Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? - . [34] Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: - Ecco mia madre e i miei fratelli! [35] Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre".

L’episodio accennato fu certamente uno dei momenti di maggior tensione tra Gesù e la madre; in esso si manifestarono i sentimenti umani tipici dell’istinto materno, in contrapposizione all’equilibrio ed alla fermezza della divina sapienza.

Maria agì per fermare il Figlio, ma fu ridimensionata. Seppe tuttavia accettare la correzione ed imparò la lezione ricevuta.

Seppe stare al suo posto; al posto della credente, della serva, della figlia, pur essendo la madre, imparando a distinguere il ruolo spirituale da quello umano.

Dopo quella vicenda, Ella mai più cercò di ostacolare il figlio, che, nello stesso tempo era il suo Signore, ma lo seguì e gli stette vicino con assoluto rispetto ed ubbidienza.

Se la missione di Gesù fosse dipesa dalla Madre, essa avrebbe spesso subito forti deviazioni e le sue mete sarebbero state certamente variate.

Seguendo la Madre, il Signore avrebbe avuto una vita meno pericolosa ed un’anzianità più lunga, con una prospettiva di vecchiaia sicura e ridente.

E’ chiaro che la croce non era nei programmi di Maria, colei che teneva tanto alla integrità del figlio da volergli impedire di andare nel paese dei gadareni a liberare i posseduti.

Solo il Padre ha potuto tracciare una missione cosi incomprensibile al cuore dell’uomo, e tanto più a quello di una madre, quanto efficace e risolutiva per la salvezza del mondo.

Maria diede la sua persona per rivestire temporaneamente di umanità e di mortalità la Parola, ma in nessun modo partecipò alla progettazione della morte del Figlio, essendo ciò ad Ella innaturale ed incomprensibile.

Maria, come mostrato dalle scritture, non aveva la visione di Dio, ma quella della madre terrena, affettuosa, premurosa e protettiva, perciò verosimilmente indisponibile alla crocifissione del figlio, quindi mancata ed improponibile corredentrice.

Colei che non voleva far andare il figlio nel paese dei Gadareni, per timore che si contaminasse, come avrebbe mai accettato di lasciar andare il figlio sul Golgota, il luogo della morte?

Ecco perché è legittimo pensare che Ella subì la crocifissione e non riuscì a comprendere intimamente il dovere del figlio né, tantomeno, il progetto del Padre, che è e resterà comunque per l’eternità l’unica opera salvifica concessa all’uomo peccatore.

Ella, dunque, assistette addolorata alla uccisione del Figlio, ma non poté comprendere né concorrere all’opera della salvezza.

Pertanto è chiaro che Maria partecipò all’incarnazione del Verbo, ma non all’opera della croce né a quella, ancora più grande, della resurrezione.

Dunque, Maria Madre e strumento dell’incarnazione della Parola di Dio, ma non collaboratrice né corredentrice o compartecipe del progetto di salvezza compiuto attraverso la crocifissione di Gesù, né della sua resurrezione, perciò non avente parte alcuna al sacrificio del Golgota, nonostante ne subisse il dolore e la disperazione.