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IMITIAMO MARIA

Per comprendere correttamente la figura di Maria, madre terrena del nostro Signore Gesù Cristo, bisogna innanzi tutto precisare che Ella era una ragazza ebrea e, come tale, condivideva la fede di Israele nelle promesse divine, contenute nell'Antico Testamento, sulla venuta del Messia (cioè del Cristo).

Perciò Maria è, per noi, esempio di fede come Anna, Sara, Deborah, Yael, Rut e tante altre pie donne d’Israele.

L'Evangelo la chiama beata, perché a lei è stata fatta una grazia particolare: concepire il Cristo.

"Ti saluto Maria"

L'esperienza di Maria inizia con l'azione rivelatrice di Dio:

"L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea detta Nazaret ad una vergine fidanzata ad un uomo chiamato Giuseppe e il nome della vergine era Maria. E l'angelo, entrato da lei, le disse:

Ti saluto, o favorita dalla _ grazia, il Signore è con te.

Ed ella fu turbata a questa parola e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. E l'angelo le disse:

Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco tu concepirai nel seno e partorirai un figliuolo e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato figliuolo dell'Altissimo, e il Signore Iddio Gli darà il trono di Davide suo padre, ed Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il Suo regno non avrà mai fine" (Luca 1,26-33).

Scelta tra le fanciulle di Israele per dare alla luce il Messia, Maria si rende conto di essere stata oggetto di una particolare grazia; grazia a cui bisogna rispondere con il libero assenso della fede, anche se tale atto gratuito di Dio rimane sempre un dono Suo proprio.

L'Apostolo Giovanni afferma:

"in questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito figliuolo nel mondo, affinché per mezzo di Lui vivessimo.

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati" (1 Giovanni 4.9)

"Ti saluto Maria! Il Signore è con te. Egli ti ha colmato di grazia".

Nella versione latina della Bibbia, chiamata la Vulgata, queste ultime parole furono tradotte con "gratia plena" (piena di grazia), espressione che non corrisponde esattamente al testo originale.

In greco, infatti, la forma verbale usata indica qualcuno che ha ricevuto una grazia, che è stato favorito dal dono della grazia, cioè che "ha trovato grazia presso Dio".

Inoltre, nel testo biblico, non vi è nulla che possa suggerire l'idea di qualche merito o di qualche virtù di Maria su cui Dio abbia fondato la Sua elezione.

Chi intende le parole del saluto dell'angelo come esaltazione della persona umana di Maria e delle sue virtù (e non come l'annunzio della pura misericordia di Dio) cade in un equivoco pericoloso.

Infatti, proprio l'inesatta traduzione della Vulgata ha indotto molti a credere che Maria fosse immune dal peccato originale.

Eppure la stessa espressione biblica "piena di grazia" è usata nella Scrittura per caratterizzare Stefano (Atti 6:8); analogo concetto è ripetuto in Efesini (1:6), quando Paolo dichiara che la grazia di Dio è stata largita a tutti i credenti per mezzo di Cristo Gesù.

Giustamente i traduttori della nuova versione italiana della Bibbia interconfessionale in lingua corrente traducono: "Il Signore ti ha colmato di grazia".