00 24/11/2009 17:42
Poco lungi dalla città, sulla via Appia, vi è una piccola chiesa fabbricata nel luogo ove nostro Signore apparve a S. Pietro. Ma affinchè tu possa ben conoscere il fatto, ti trascrivo la iscrizione sul marmo che si trova in detta chiesa. - Questa chiesa è intitolata Santa Maria delle piante, e comunemente Domine quo vadis. Delle piante è nominata per l’apparizione di nostro Signore fatta in essa a S. Pietro, quando questo glorioso Apostolo, persuaso, anzi violentato, dai Cristiani ad uscire di prigione e partirsi da Roma, s’incamminò per questa via Appia, e giunto a questo luogo s’incontrò con nostro Signore che s’incamminava verso Roma: alla cui presenza maravigliato gli disse: Domine, quo vadis? (Signore, dove vai?); ed egli rispose: Venio Romam iterum crucifigi (Vengo in Roma per essere crocifisso un’altra volta). Intese subito il mistero S. Pietro, e si ricordò che a lui ancora aveva predetto una tal morte, quando gli diede il governo della sua chiesa; però voltando il passo ritornò a Roma, ed il Signore sparì, e nello sparire lasciò impresse le sue piante in un selce del pavimento della strada, e da qui prese questa chiesa il soprannome delle piante, e dalle parole di San Pietro il nome di Domine quo vadis... 1830.-

Appena arrivati avanti quella chiesa, il Valdese si fermò a leggere la iscrizione che è sopra la porta: “Ferma il passo, o passeggiero, ed entra in questo s. tempio che troverai la pianta e forma di nostro Signore Gesù Cristo quando s’incontrò con S. Pietro che fuggiva dalla prigione. Si raccomanda la elemosina per la cera e l’olio per liberare qualche anima dal purgatorio” (Nota 5 - Rettificazione del testo). Dopo letta quella iscrizione, disse: “Non credo che il signor abate sia più fortunato nella visita di questo secondo monumento.”

Entrammo: sulla parete a destra di chi entra è dipinto il Salvatore che con la sua croce in spalla cammina verso Roma: nella parete sinistra vi è dipinto S. Pietro in atto di fuggire da Roma. Nel mezzo della chiesa vi è una striscia di pavimento in basalto, per figurare l’antica strada, e nel centro una pietra quadrata bianca, sporgente al disopra del pavimento, e su di essa vi è la figura delle piante del Signore, ed all’intorno vi è scolpito il versetto del salmo “Adoreremo nel luogo dove i suoi piedi si posarono.” Il Valdese prese un’aria molto seria, mi lanciò uno sguardo di compassione, e senz’altro uscì dalla chiesa: il signor Sweeteman mi parve scandalezzato anch’esso; il sig. Manson stesso non fu contento, e tutti uscirono della chiesa.

Io non capiva nulla di questo scompiglio. Uscii anch’io, ed il Valdese mi parlò con una serietà che mi fece paura. “Signor Abate, io sono cristiano, e non posso soffrire che sotto aspetto di religione si ponga in ridicolo l’adorabile persona del nostro Signor Gesù Cristo; e che si abusi così della parola di Dio (Nota 6 - Falsificazione biblica) per inculcare l’adorazione di una pietra.” Io voleva giustificare la cosa; ma tutti mi diedero contro e mi tacqui.

Tutto mi andava a male in quel giorno: allora ripresi il programma del mio maestro, ed ordinai al vetturino di condurci a S. Pietro in carcere.

S. Pietro in carcere non è che l’antica prigione Mamertina ridotta a cappella. Si scende per una scala moderna fino alla porta della prigione, sulla quale si legge ancora l’antica iscrizione romana. Entrati nella prima prigione sotterranea, si scende per una piccola scala alla seconda prigione, che è perpendicolarmente sotto la prima. Mentre scendevamo per la piccola scala, feci osservare al sig. Manson sulla parete, l’immagine di un profilo di viso umano; impronta che fu fatta dalla faccia di S. Pietro, quando nello scendere in quella prigione il carceriere gli die’ una ceffata, e lo fece percuotere con la testa nella pietra della parete, la quale, ammollitasi al tocco della santa testa, ricevè la impronta della sua faccia. Nel mezzo di questa seconda prigione sotterranea vi è un pozzo di acqua fatta scaturire miracolosamente da S. Pietro, quando convertì i carcerieri Processo e Martiniano, e li battezzò con altri quarantotto prigionieri.

Il signor Manson era pieno di venerazione per quella prigione nella quale l’Apostolo S. Pietro aveva dimorato, ed aveva operati prodigi; volle gustare quell’acqua miracolosa, e conservarne una piccola bottiglia, che comperò dal custode, per portarla in Inghilterra. Io mi credeva vittorioso, ed in uscire domandai al Valdese se era persuaso quello essere il carcere di S. Pietro.
Pedro