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“Io credo, rispose, che questo è il carcere Mamertino; perchè questo veramente è il posto ove era situato. La storia parla di questo carcere e dice che in esso erano rinchiusi solo gl’illustri prigionieri: quindi non poteva esservi rinchiuso il povero pescatore di Galilea. La storia ricorda i nomi de’ prigionieri che abitarono quel carcere; ma fra questi non vi è il nome di Pietro nè di Paolo; anzi riguardo a quest’ultimo, che fu veramente in Roma, la storia degli Atti apostolici dice che non fu in questo carcere. La storia mi dice che coloro che entravano in questo carcere non uscivano mai vivi, ma vi erano strangolati, ed i loro cadaveri, a terrore del popolo, erano precipitati dalle scale Gemonie che guardavano il Foro. Così noi sappiamo che in questo carcere fu fatto morire Giurgurta; furono strangolati per ordine di Cicerone, Lentulo, Cetègo, Statilio, Sabinio e Cepario, capi della congiura di Catilina: in esso fu ucciso Sejano per ordine di Tiberio, e Gioras figlio di Simone capo de’ Giudei fatto prigioniero da Tito: ma nessun documento storico parla nè di S. Pietro nè di S. Paolo. La storia dice che nessuno da questo carcere usciva vivo: dunque S. Pietro non vi è stato, perchè secondo voi non è morto qui.

Inoltre voi mi avete fatto vedere a Domine quo vadis che S. Pietro a persuasione de’ Cristiani era uscito dalla prigione. Ma da questa prigione non si poteva uscire, ed in essa non si poteva parlare con alcuno: non vi era altro modo di entrarvi che per l’apertura praticata in alto: la prima apertura metteva al carcere superiore che era pure inaccessibile; ma S. Pietro sarebbe stato al carcere inferiore inaccessibilissimo, ed assolutamente impossibilitato ad uscirne. Non si può ammettere che ne uscisse per miracolo, come uscì dal carcere di Gerusalemme; perchè allora non avrebbe potuto aver luogo il rimprovero che, secondo voi, ebbe da Gesù Cristo per esserne uscito. Sicchè vedete bene che questo carcere non prova nulla in vostro favore.”

“E la figura di S. Pietro impressa sulla pietra? e l’acqua miracolosa? e il battesimo dei prigionieri sono dunque tutte imposture?”

“Mio caro signor abate, non vi lasciate accecare dai pregiudizi; ma ragioniamo pacatamente prima di ammettere come certi i fatti. La scala, alla metà della quale è la pretesa figura di S. Pietro, è di costruzione recente: quando il carcere Mamertino era una prigione, non vi si scendeva per quella scala che non esisteva; ma si calavano in essa i prigionieri dal foro superiore. Se dunque non vi era quella scala, S. Pietro non potè passarvi e lasciare la sua figura sulla pietra. In quanto al pozzo, non vi vedo un miracolo: dovunque si scava in Roma a quel livello, si trova acqua che non è punto miracolosa. È poi cosa assurda pretendere che Dio operasse il miracolo di far sorgere quell’acqua per battezzare i carcerieri; i quali potevano facilmente portare l’acqua necessaria al battesimo, senza bisogno che si operasse un miracolo. Finalmente è un assurdo pretendere che insieme con S. Pietro e S. Paolo vi fossero in quella prigione altri quarantotto prigionieri: primo perchè quella era una prigione eccezionale, come abbiam detto; e poi, misurate pure la prigione e vedrete essere assolutamente impossibile che in essa fossero potute stare cinquantadue persone; neppure se fossero state come le acciughe in barile.”

Nell’udire queste ragioni, il signor Manson gettò via la bottiglia di acqua che aveva comperata, il signor Sweeteman rideva, ed io mi mordeva le labbra per la rabbia, non sapendo cosa rispondere di solido a tali ragioni. Io sono convinto che una buona risposta vi deve essere; ma io non la conosceva, e mi sdegnava contro il mio maestro che avendomi dato il programma, non mi avesse prevenuto delle obbiezioni del Valdese, e non mi avesse insegnate le risposte da farsi.

“Ebbene, dissi, andiamo a vedere il luogo ove S. Pietro fu crocifisso.”

“Volete dire, rispose il Valdese, il famoso tempietto di Bramante (Nota 7 - Tempietto di Bramante) in S. Pietro Montorio. Risparmiamo quella faticosissima salita ai nostri poveri cavalli: ed ecco il perchè. Io ho buone ragioni per credere che non solo S. Pietro non è morto in Roma, ma che egli non vi è mai venuto; ma quand'anche fossi persuaso che S. Pietro fosse morto in Roma, la vista del foro ove diciotto secoli fa sarebbe stata piantata la croce di S. Pietro, mi farebbe ridere. Chi può credere che quel foro, fatto sul terreno, siasi fatto conservato per tanti secoli? Eppoi i cultori delle antichità cristiane che sono in Roma, sebbene credono che S. Pietro morisse in questa città, pure non sono di accordo intorno al luogo del suo martirio. Leggete Bosio, leggete Arrighi, e quanti mai hanno scritto sul martirio di S. Pietro, e vedrete che alcuni di essi sostengono che S. Pietro fosse ucciso sul colle Vaticano, altri tra il Vaticano e il Gianicolo ove è il tempietto di Bramante. Sicchè è inutile che vi andiamo.”
Pedro