29/04/2010 20:54
Ciao!
Sì, sì, sono ancora vivo Stella!! [SM=g8119]

Semplicemente ho seguito anche altre cose quindi non mi sono fatto sentire. Di tanto in tanto ho dato un'occhiata al forum, tranquilla. ;-)

Visto che ci sono vorrei aggiungere una bella nota che ritengo sia moooolto importante.
Oggi parecchi riferimenti profetici di Isaia e di altri profeti antichi d'Israele vengono letti come se dovessero avvenire sulla terra durante il millennio in maniera perfettamente letterale così come sono scritti.
Questo è un errore perché Dio nelle visioni ha sempre dovuto attualizzare anche con simboli e immagini o addirittura nomi geografici del loro tempo per dare un briciolo di idea di cose grandiose e future alla generazione a cui parlava.

Ci sono innumerevoli esempi e tanto vale prenderne uno dal Nuovo Testamento per far capire di cosa sto parlando:
Apocalisse 18:19 "E si getteranno della polvere sul capo e grideranno, piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città nella quale tutti quelli che avevano navi in mare si erano arricchiti con la sua opulenza! In un attimo è stata ridotta a un deserto".

Questo evento è futuro e il fatto che "si getteranno della polvere sul capo" non va preso come un'azione letterale perché questa loro usanza è andata persa e questa profezia non sta ad indicare che verrà ripristinata. È il concetto che deve passare, non la sua letteralità, però il linguaggio usato era coerente col messaggio che Giovanni doveva ricevere e noi lo possiamo ancora capire.

Tanto per capirci, la maggior parte delle profezie riguardanti la prima venuta di Cristo erano state fraintese dagli stessi ebrei perché si aspettavano un Messia diverso, un guerriero che li avrebbe liberati dai Romani. Invece il "liberare lo schiavo" era un riferimento spirituale della liberazione dalla schiavitù del peccato, incluse le malattie, depressione e la possessione da demoni, etc. Questo errore di eccessivo letteralismo non ha fatto riconoscere a molti l'adempimento della profezia.

Dobbiamo sapere che prima di Cristo la Nuova Gerusalemme non viene mai citata perché non era compresa, veniva scambiata per quella che avevano loro. Cristo chiarì le cose e disse "vado e vi preparo un luogo" e a Giovanni fu mostrato che la Nuova Gerusalemme sarebbe scesa dal cielo, quel luogo appunto che è preparato per noi.
Leggere i riferimenti profetici riferiti a Gerusalemme e intenderli come riferiti alla Gerusalemme terrena costruita da uomini è un errore e può portare a gravi incomprensioni e sviamenti di idee.

"10 Non sei tu che prosciugasti il mare, le acque del grande abisso, che facesti delle profondità del mare una via per il passaggio dei redenti? 11 I riscattati del SIGNORE torneranno, verranno con canti di gioia a Sion; letizia eterna coronerà il loro capo, otterranno felicità e gioia; il dolore e il gemito fuggiranno. 12 «Io, io sono colui che vi consola; chi sei tu che temi l'uomo che deve morire, il figlio dell'uomo che passerà come l'erba?" (Isaia 51:11-12)

Questo testo oggi verrebbe interpretato da molti come il raduno degli esuli in un Israele terreno e una Gerusalemme terrena durante il millennio.

Le profezie finali di Isaia in realtà riguardano l'eternità e la Nuova Gerusalemme del regno eterno di Dio e questa profezia è stata ripresentata a Giovanni quando leggiamo: "1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate»".

Il mare non c'è più in entrambe le visioni solo che mentre per Isaia c'era Sion qui si parla della Nuova Gerusalemme che scende dal cielo sulla terra. È un dettaglio importante perché ci fa capire che non è qualcosa di terreno come una città odierna ma si tratta di una costruzione celeste che si installerà sulla terra. Quella che poi Satana tenterà di prendere come ho già scritto in altri messaggi.

I parallelismi sono tanti e si vede persino il carattere di Dio nel consolare i salvati. Come se non bastasse pochi versetti prima nello stesso capitolo 51 di Isaia si legge anche "6 Alzate i vostri occhi al cielo e abbassateli sulla terra! I cieli infatti si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito; anche i suoi abitanti moriranno; ma la mia salvezza durerà in eterno, la mia giustizia non verrà mai meno."

Come se non ci bastasse a prova della devastazione e desolazione della terra durante il millennio viene mostrato anche qua che al ritorno di Cristo moriranno tutti i non "rapiti" e durante il millennio non ci saranno esseri viventi sulla terra. Solo alla fine del millennio ci sarà la risurrezione seconda (dei non salvati), la Nuova Gerusalemme scenderà dal cielo coi redenti regnanti insieme a Cristo (tutti i salvati) e Satana tenterà il suo ultimo attacco, fallendo miseramente.

Oggi si leggono male le profezie finali di Isaia perché le si applicano al millennio e le si interpretano come terrene. Tra queste l'idea che sulla terra vivranno tutti più a lungo "non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni". (Isaia 65:20)
Questo testo non è da intendersi come letterale nel senso che moriranno a centinaia di anni ma come simbolo dell'eternità perché non si morirà più. Ricordo che già per il discorso dell'inferno ho detto che gli ebrei avevano un concetto di eternità (ebraico "olam") diverso da noi, per loro poteva anche essere limitato ma semplicemente non sapevano la durata precisa. Questo fatto apparteneva alla loro mentalità ed è per questo che qui si legge ancora di morte a più di cento anni, non perché ci sarà la morte, ma perché era il massimo che potessero arrivare a concepire dell'eternità futura. Per il nulla e la non esistenza invece pensavano al deserto o la desolazione che è priva di vita.

In questa visione di Isaia 65 Dio voleva far capire che la vita sarebbe durata un tempo indefinito, ecco perché nel linguaggio semplice rivolto a persone semplici diceva che il bimbo non morirà e il vecchio non morirà prima di aver compiuto tutti i suoi anni. Teniamo presente che Dio parlava a persone molto legate alla loro vita quotidiana e questo tipo di messaggio aveva un enorme impatto già nel dire che i neonati avrebbero vissuto una vita lunga non definita. Sono simboli dell'eternità.
In Apocalisse Dio completa l'immagine dicendo che la morte non sarà più forse perché ora erano pronti per capirlo.

Pochi, davvero pochi vanno a leggere le righe sopra il testo di Isaia 65:20 dove si legge "17 Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria. 18 Gioite, sì, esultate in eterno per quanto io sto per creare; poiché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio, e il suo popolo per la gioia. 19 Io esulterò a motivo di Gerusalemme e gioirò del mio popolo; non si udranno più voci di pianto né grida d'angoscia;20 non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni".

Ora, sinceramente, questa profezia sta parlando del millennio terreno o dell'eternità sulla terra dopo il millennio una volta scesa la Nuova Gerusalemme (fatta da Lui)? Scusate la frase che sembrerà presunzione, ma la risposta è ovvia.

Vi voglio bene!!
[Modificato da Criztian 29/04/2010 20:57]