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Dobbiamo porre la stessa domanda sulla risata come l'abbiamo formulata riguardo al "ministerio dell'ombra", alla disciplina ecclesiastica e al vento, al fuoco e alle lingue:
1. L'attuale fenomeno della "santa risata" appare nella Bibbia? e se appare 
2. è considerato un'esperienza normativa per i credenti? In risposta alla prima domanda notiamo che la Bibbia è satura di esortazioni a rallegrarsi (Salmo 5:11; 32:11; 107:1922; 126:1-3; Sofonia 3:14-17; I Tessalonicesi 5:16). Appaiono poi esempi particolari. Sara rise incredula a causa della sua tarda età dinanzi alla prospettiva di divenire madre ed in seguito rise di gioia quando nacque Isacco (Genesi 18:12-15; 21:6). Giovanni il Battista balzò nel grembo di sua madre quando ella salutò Maria e Maria a sua volta rispose ad Elisabetta: "L'anima mia magnifica il Signore e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore..." (Luca 1:41, 46). L'angelo del Signore annunciò la nascita di Gesù dichiarando: "Non temete, perché vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà" (Luca 2:10).
Anni dopo, il mattino della risurrezione, le donne "se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli" (Matteo 28:8). Avendo veduto Cristo risorto, i discepoli "per la gioia non credevano ancora e si stupivano", ma quaranta giorni dopo, in seguito all'ascensione del Signore al cielo, "tornarono a Gerusalemme con grande gioia" (Luca 24:41, 52). Durante il Suo ministerio, Gesù disse ai discepoli quando "tornarono pieni di gioia" con la notizia che avevano anche compiuto degli esorcismi: "...non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Luca 10:20). Gesù ha promesso di donarci una gioia completa (Giovanni 15:11).
La gioia caratterizzava la Chiesa dell'era apostolica, anche quando si affrontavano tempi difficili (Atti 8:8; 13:52; 20:24).
Notiamo, tuttavia, che l'enfasi è sulla gioia, piuttosto che sulla risata. La gioia appare come una qualità indispensabile e come parte integrante dell'esperienza cristiana, non fondata su sensazioni soggettive provate sul momento, ma basata sulla realtà obiettiva che Dio ci ha donato la salvezza, la redenzione e la liberazione in Cristo Gesù, nostro Signore!
Tra tutte le narrazioni che hanno a che vedere con la gioia nella Bibbia, non esiste un'affermazione diretta o una deduzione che delle persone ridessero in modo incontrollato; ridessero tra una folla di credenti che adorano Dio con un gruppo di altri colpiti da un impulso che li induce a ridere in maniera irrefrenabile, oppure che cadono a terra incapaci di controllarsi.
Riconoscendo la mancanza di precedenti Scritturati per quel che riguarda il moderno fenomeno carismatico della cosiddetta "santa risata" (alcuni affermano che non sia né "santa", né "risata"), i difensori di questa esperienza additano il libro degli Atti ed invitano le persone a "farsi una bevuta al bar di Gioele".
Perciò, consideriamo Atti 2 per vedere se la risata è la condizione di spirito dei discepoli il giorno della Pentecoste. Manifestarono una risatina, una risata irrefrenabile o altre forme di gioia incontrollabile? Per ubbidire all'ordine del Signore i discepoli erano rimasti a Gerusalemme. Dieci giorni dopo l'ascensione, mentre i circa 120 stavano pregando ed adorando il Signore nella "sala di sopra", si manifestò un suono come di vento impetuoso che soffia, delle lingue di fuoco si posarono su loro e tutti furono ripieni dello Spirito Santo e parlavano in altre lingue come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Uscirono dalla "sala di sopra" in una zona dove una grande moltitudine era radunata, probabilmente nel cortile dei Gentili, una delle aree del tempio. Alcuni della folla pensarono che fossero ebbri. Tuttavia, i difensori del risveglio della risata affermano che la folla pensò che i 120 fossero ubriachi perché stavano ridendo. Questo non è quanto è possibile dedurre dal testo di Atti 2.
Perché alcuni tra la moltitudine pensarono che fossero ebbri? Non perché stavano ridendo! Il testo dichiara la ragione: "Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nelle propria lingua. E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: "Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natia? ...li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue" (Atti 2:5-8,11). Il "suono" che attrasse le moltitudine si identifica esplicitamente con le altre lingue che venivano parlate.
Vi furono tre reazioni a questo soprannaturale parlare in altre lingue di lode e di adorazione a Dio: stupore, perplessità, e coloro che deridevano i 120 dicendo che erano ubriachi. Notiamo che soltanto "altri" pensarono che erano ubriachi. L'uso del termine "altri" suggerisce l'idea che soltanto una piccola parte della folla la pensava così ed abbiamo quindi l'impressione che la maggioranza non ritenesse che fossero ubriachi, piuttosto era stupita e perplessa. Furono queste persone che chiesero: "Fratelli, che dobbiamo fare?". Altri, però, non si posero la domanda ed immediatamente manifestarono il proprio comportamento deridendo ed attribuendo il parlare in altre lingue all'ubriachezza.
Il testo di Atti 2 non suggerisce assolutamente l'idea della risata: è il parlare in altre lingue che produce le varie reazioni: "Tutti stupivano e si meravigliavano dicendo: Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natia?" (Atti 2:7, 8). Assolutamente, i circa 120 non sono descritti come un gruppo di persone colpite da una forma di risa irrefrenabili, ma lodavano Dio per mezzo di lingue che non avevano mai imparato!
Inoltre, anche se i circa 120 avessero riso, piuttosto che, come afferma il testo, "parlare delle grandi cose di Dio nelle... lingue" degli astanti, come mai Pietro risponde alla domanda: "Che cosa significa questo?" (la domanda si riferisce alle lingue e non alle risate) predicando un potente sermone che spinse gli increduli al ravvedimento? Una risposta eccezionale ne seguì e circa tremila persone confessarono Gesù come Signore e furono battezzate.
Anche se e, per caso, si dovesse asserire che il comportamento dei discepoli in Atti 2 consisteva nella "risata" (fatto non accettabile come vero perché essi lodavano Dio in una lingua che non avevano imparato e non emettevano incoerenti sghignazzi o risate gracchianti), allora, per essere coerenti col testo, dovremmo attenderci che il risveglio della risata, se è mandato dallo Spirito Santo, dovrebbe avere come risultato pentecostale un grande impulso evangelistico.