00 20/04/2011 19:46
Le ricchezze ingiuste
Le ricchezze ingiuste

«E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.» Luca 16:9

— Che significato ha questo versetto, che sembra riassumere la parabola del fattore disonesto?

Lo scopo della parabola è evidentemente quello di farci capire ciò che dobbiamo fare dei beni che possediamo sulla terra, dove l’uomo cerca abitualmente la propria soddisfazione, senza pensare a Dio.

Questi beni non ci appartengono, ma ci sono solamente affidati per un certo tempo. L’uomo, nella persona di Adamo, fu stabilito all’origine come il fattore di Dio; ma, poiché ha mancato al suo dovere, gli è stata tolta questa amministrazione ed è stato cacciato dall’Eden, perché era sotto la sentenza di morte. Tuttavia Dio, volendo agire in grazia nei suoi confronti, non eseguì immediatamente la sentenza; gli diede del tempo prima di riprendere a Lui il soffio vitale. Tutti i suoi discendenti sono in una posizione analoga, e non hanno più diritti su nulla quaggiù, ma possiedono dei beni terreni per un certo tempo, perché non possono portare nulla con sé quando lasciano questo mondo.

Puoi leggere, per approfondire i seguenti passi biblici: Giobbe 1:21; Salmo 49:17; Ecclesiaste 5:15; Luca 12:20; 1 Timoteo 6:7.

Perciò è fondamentale sapere come utilizzare i beni di cui disponiamo, per il poco di tempo che viviamo quaggiù. Se ce ne serviamo per noi stessi, cosa rimarrà quando non saremo più su questa terra? Ma se in uno spirito di amore cristiano, noi cerchiamo di fare del bene attorno a noi, agendo in vista della vita futura, dove saremo ricevuti nelle «dimore eterne», non perderemo il nostro tempo e non ci lasceremo sfuggire l’occasione che ci viene offerta.

Su questa terra abbiamo l’opportunità di «farci degli amici» per avere un ingresso ampio e agevole nelle «dimore eterne». Nel cielo, tutti entreranno allo stesso titolo, per pura grazia e non per opere compiute sulla terra; lassù non vi saranno più persone ricche o gente povera. Quaggiù, come ha detto il Signore, vi saranno sempre dei poveri, vi saranno sempre dei bisogni da soddisfare, delle lacune da colmare, vi saranno sempre delle occasioni per manifestare attorno a noi la grazia di cui siamo stati fatti oggetto da parte di Dio.

Il cristiano sa bene che non ha alcun diritto. L’uomo non ha diritto perché è un peccatore: è solo per grazia che Dio impedisce che la giusta sentenza di morte sia immediatamente eseguita su ognuno di noi peccatori. Da questo punto di vista, l’uomo «non possiede più l’amministrazione dei beni» e le ricchezze di cui dispone sono «ingiuste». Ma chi agisce in vista dell’eternità può considerare innanzitutto i bisogni delle persone attorno a lui e può utilizzare le sue risorse per fare delle «opere buone». Ciò che il cristiano fa, per il nome di Cristo, non sarà dimenticato nell’eternità.