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Non si penserà, spero, che esponendo qual’è, davanti a Dio, il valore del prezioso sangue di Cristo io voglia sminuire l’importanza dell’opera dello Spirito. Che Dio non lo permetta! Lo Spirito Santo rivela Cristo, ci fa conoscere Cristo, ci fa godere di lui e ci nutrisce di lui; egli rende testimonianza a Cristo, prende le cose di Cristo e ce le comunica. Egli è la potenza della comu­nione, il suggello, il testimone, la caparra, l’unzione. In altre parole, le operazioni benedette dello Spirito sono assolutamente essenziali. Senza di lui non pos­siamo né vedere, né udire, né sentire, né sperimentare, né manifestare qualcosa di Cristo, né godere di lui. La dottrina dell’azione dello Spirito è chiaramente espo­sta nelle Scritture, compresa e ricevuta da ogni cristia­no fedele e ben insegnata.

Tuttavia, malgrado ciò, l’ope­ra dello Spirito non è il fondamento della pace: se lo fosse, non potremmo avere una pace solida e sicura prima della venuta di Cristo, dal momento che l’opera dello Spirito nella chiesa finirà soltanto allora. Lo Spi­rito continua la sua opera nel credente. Egli «inter­cede per noi con sospiri ineffabili» (Romani 8:26); la­vora per farci raggiungere la «statura» alla quale siamo stati destinati, cioè a una perfetta conformità, in ogni cosa, all’immagine del «Figliuolo»; Egli è l’unico autore di ogni desiderio buono, di ogni santa aspirazione, di ogni affezione pura, di ogni esperienza divina, di ogni sana convinzione; ma, certamente, la sua opera in noi sarà completa soltanto quando avremo lasciato la scena precedente di questo mondo per prendere posto con Cristo nella gloria, così come il servo di Abrahamo ter­minò il suo lavoro riguardo a Rebecca quando la pre­sentò a Isacco.

Ma dell’opera di Cristo per noi non è la stessa co­sa: essa è assolutamente e eternamente completa; Cri­sto ha potuto dire: «Ho compiuto l’opera che tu m’hai data da fare» (Giovanni 17:4), e ancora: «È compìuto» (Giovanni 19:30). Ma lo Spirito Santo non può dire di aver già finito la sua opera. Come il vero vicario di Cristo sulla terra, Egli lavora ancora in mezzo a tutte le in­fluenze ostili che circondano la sua sfera d’azione; Egli lavora nel cuore dei figliuoli di Dio per farli giun­gere, in modo sperimentale e pratico, all’altezza del Modello, all’immagine del quale devono essere resi conformi. Ma non induce mai un’anima a far dipendere la propria pace nella presenza di Dio dall’opera che esso compie in lui. La missione dello Spirito Santo è parlare di Gesù; non parla di se stesso, ma «pren­derà del mio — dice Cristo — e ve l’annunzierà» (Giovanni 16:14). Se dunque è per l’insegnamento dello Spirito che si può comprendere il vero fondamento della pace e se lo Spirito non parla mai di se stesso, è evidente che non può non presentare l’opera di Cri­sto come il fondamento sul quale l’anima deve basarsi per sempre; anzi, è grazie a quest’opera che lo Spirito viene ad abitare e a compiere il suo meraviglioso la­voro nel cuore del credente. Egli non è il nostro Si­gnore benché sia lui a rivelarcelo e a renderci capaci di comprenderlo e di goderne.