00 21/04/2011 19:33
Così l’Agnello pasquale, come fondamento della pa­ce d’Israele, è una notevole e splendida figura di Cri­sto, come fondamento della pace del credente. Non c’era nulla da aggiungere al sangue sugli stipiti e sul­l’architrave e non c’è niente da aggiungere al sangue sul propiziatorio. Il «pane senza lievito» e le «erbe amare» erano necessari, ma non costituivano il fonda­mento della pace neanche in parte. Erano per l’interno della casa, costituivano i segni caratteristici della co­munione in questa casa; ma il sangue dell’Agnello era il fondamento di tutto. Esso preservava gli Israeliti dal­la morte e li introduceva in una scena di vita, di luce e di pace. Esso formava un legame fra Dio e il suo po­polo riscattato. Essendo un popolo in relazione con Dio sul fondamento di una redenzione compiuta, era un privilegio per gli Israeliti essere posti sotto certe re­sponsabilità; ma queste responsabilità non costituivano il legame ma derivavano da esso.

Desidero ricordare al mio lettore che la vita di ob­bedienza di Cristo non è presentata nelle Scritture co­me ciò che dà il perdono: è la morte di Cristo sulla croce che dà libero corso al suo amore. Se Cristo aves­se continuato fino ad ora a percorrere le città di Israele «facendo il bene» (Atti 10:38), la cortina del tempio sarebbe ancora intatta e precluderebbe, all’adoratore, il libero accesso presso Dio. È stata la morte di Cristo a strappare quella tenda misteriosa da cima a fondo (Marco 15:38). Per le sue «lividure», non per la sua ubbidienza, siamo stati guariti (Isaia 53:5; 1 Pietro 2:24); e queste lividure le ha subite sulla croce e in nessun altro posto. Le parole che ha pronunciato nella sua vita benedetta sono più che sufficienti per farci capire il senso di questo passo: «V’è un battesimo del quale ho da esser battezzato; e come sono angustiato finché non sia compiuto!» (Luca 12:50). A cosa si riferisce questa dichiarazione se non alla sua morte sulla croce che era il compimento del suo battesimo e che apriva al suo amore una strada per la quale poteva liberamente scendere fino ai colpevoli figli di Adamo? Poi dice ancora: «Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo» (Giovanni 12:24). Era Lui quel prezioso granello di frumento; e sarebbe rimasto solo per sempre, pur essendo stato fatto carne, se con la sua morte, sul legno maledetto, non avesse tolto tutto ciò che avrebbe potuto impedire l’unione del suo popolo con lui nella risurrezione; «ma se muore, pro­duce molto frutto».