00 21/04/2011 21:46

7. «Non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno».

«Chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere... Dio è fedele e non per­metterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare». 1 Corinzi 10:12-13

***

Gustare il perdono di Dio non ci rende noncu­ranti nei confronti del peccato. Anzi, più siamo coscienti della grazia di Dio, più dobbiamo temere di disonorarlo. Per questo Gesù ci inse­gna ad implorare la protezione divina per non essere vinti dalle tentazioni.

Sorgono tentazioni quando vi sono circostanze avverse: la malattia, la povertà, l'umiliazione. Corriamo il rischio di indurirci, di dubitare della bontà di Dio. Ma le tentazioni sono in agguato anche quando la vita ci sorride. Allora grande è il pericolo di cadere nell'orgoglio e nell'egoismo.

Effettivamente, la tentazione ci pone di fronte a una scelta: o facciamo la nostra volontà, o ci confidiamo in Dio per ubbidirgli, costi quel che costi. Ognuno si sente fragile in presenza di tale scelta. Per questo motivo chiediamo umilmen­te a Dio di non essere esposti alla tentazione, di non essere coinvolti in situazioni in cui corre­remmo il rischio di essere dominati dal male. Così cercheremo noi stessi di evitare tali occa­sioni, conoscendo la nostra debolezza.

Ma talvolta Dio permette la prova per fortificare la nostra fede. Pertanto aggiungiamo alla nostra preghiera: «Liberaci dal male». Questa domanda non è solo ispirata dalla gravità del pericolo; essa sgorga dal cuore animato da una fede vit­toriosa. Infatti, chiediamo un beneficio che è a nostra portata, grazie alla vittoria di Gesù. Vitto­ria sul male, sul tentatore, sul mondo.