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Quando egli la scrive si trova in un momento significativo e delicato della sua biografia apostolica. È ormai verso la fine del suo terzo viaggio missionario e sta soggiornando a Corinto (probabilmente al termine dell’anno 54 o all’inizio del 55), appena a un quarto di secolo dopo la morte di Gesù e dopo aver scritto già un certo blocco di lettere, cioè: almeno una ai cristiani di Tessalonica, due a quelli di Corinto, una a quelli di Filippi, una a Filemone (un cristiano della città di Colosse, nell’entroterra di Efeso), e una ai cristiani della Galazia.

La chiesa colà non è stata fondata da Paolo, ma egli ne conosceva bene molti dei componenti e li saluta affettuosamente al termine dell’epistola.

C'erano dei Giudei di Roma alla Pentecoste (Atti 2:10). Aquila era arrivato a Corinto da Roma nel 49 d.C., dove conobbe Paolo (Atti 18:2). Fin dal suo soggiorno ad Efeso durante il suo terzo viaggio (57 d.C.), Paolo voleva andare a Roma - un traguardo naturale per l'apostolo dei Gentili, anche se voleva anche andare oltre (Atti 19:21; Rom 15:22-24). Paolo arrivò finalmente a Roma circa cinque anni più tardi (At 23:11; 28:14,16), per essere messo in prigione (2Tim 1:17).