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Certamente Mosè, secondo l'uso degli antichi popoli, mise per iscritto gran parte della Legge, alcuni fatti importanti ed alcune norme divine fondamentali. Per esempio egli redasse in un rotolo la vittoria sugli Amalekiti per conservarne il ricordo in perpetuo (Es 17, 14). Egli scrisse pure tutte le parole del Signore e tutte le sue leggi (Es 24, 3-4). Mosè stesso ordinò che « il rotolo della legge » che aveva appena finito di scrivere, fosse posto nell'arca dell'alleanza, dove si pensava che Dio mostrasse in modo particolare la sua presenza (Dt 31, 24-26). Se nella legge vengono indicate esplicitamente le parti scritte direttamente da Mosè, questa stessa legge implicitamente vuole dirci che altre parti non furono messe per iscritto direttamente da lui, ma trasmesse per lungo tempo in forma orale da conservarsi a memoria e finalmente messe per iscritto da un redattore finale il quale ha dato a tutto il Pentateuco l'aspetto definitivo come è giunto fino ai nostri giorni. Per esempio il brano che troviamo in Dt 31, 9-10 è senz'altro un'annotazione di colui che ha dato la forma definitiva al Pentateuco, perché Mosè non poteva certamente parlare di se stesso in terza persona. Così pure il cap. 34 dove viene descritta la morte di Mosè non può certamente essere stata scritta da