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Comunque sin dall'inizio – a mano a mano che la legge veniva scritta – venne sempre attribuito ad essa un valore sacro e normativo. Il libro del Patto fu subito accolto come Parola di Dio (Es 24, 7). Giosuè chiamava lo scritto ricevuto da Mosè: «Il libro della Legge di Dio » (Gs 24, 26). Egli stesso avrebbe dovuto meditarlo di continuo (Gs 1, 7-8).

Il nome di Mosè è stato associato al Pentateuco in quanto egli, in maniera diretta o indiretta, ne è l'autore principale. La sua opera di intermediario fra Dio ed il popolo in una fase delicata e fondamentale della storia ebraica, la sua figura di legislatore per eccellenza, ha lasciato nella memoria del popolo ebraico un'impronta indelebile.

La Legge, la Torah o Pentateuco rappresenta per gli Ebrei l'insegnamento trasmesso da Dio per mezzo di Mosè. Tale insegnamento si trova non solo nelle parti legislative, ma anche in quelle narrative, perché il racconto biblico non viene mai inteso come una pura cronaca, bensì come il resoconto di eventi normativi, carichi di insegnamento di importanza vitale.