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Giosia aveva saputo sfruttare il momento politicamente più favorevole per varare le sue riforme. Il potere assiro stava ormai declinando e doveva appoggiarsi all’Egitto per contrastare l’avanzata babilonese. Nel 612 a.C. con la conquista di Ninive, i babilonesi posero fine al potere militare più temuto di quei tempi nell’antico oriente, di cui ancora oggi possiamo ammirare eccezionali opere d’arte e di architettura.

Con la caduta della potenza assira si diffusero grandi speranze di pace che durarono poco in quanto Giosia, tre anni dopo fu ucciso dal faraone egiziano Necao II nella battaglia di Meghiddo. I successore non furono alla sua altezza e non riuscirono ad evitare la sconfitta e la successiva deportazione in Babilonia che pose fine nel 586 al regno di Giuda.

Giosia fu una delle figure più dotate ed affascinanti, tra quelle che succedettero al trono di Davide, fu l’ultimo re importante del regno di Giuda. Nonostante che la sua opera sia rimasta incompiuta, egli ha fortemente influenzato la successiva storia di Israele (Gr 22, 15s), innalzando Gerusalemme a luogo centrale di culto, proclamando il Deuteronomio ed incarnando l’immagine ideale di monarca.