Daniele scrive durante l'esilio di Israele dopo che il Tempio di Gerusalemme è andato distrutto
nel 586 a. C. Durante l'esilio, gli Israeliti avevano bisogno d'essere incoraggiati, come pure di
rammentare la promessa che Dio aveva loro dato di ristabilirli nella loro tetta. Al tempo in cui
Gerusalemme era in rovine, non c'erano né Tempio né sacrifici. Se noi comprendiamo questi
sette come simbolo di anni e aggiungiamo 490 a 457, il tempo in cui il Re Antaserse emette il
decreto che rimanda Esdra a Gerusalemme per ristabilirvi il culto nel Tempio, raggiungano
l'anno 33 d. C. Riconoscendo come questi numeri simbolici (se le settimane sono anni) possiamo
presupporre che le frazioni non contino molto. Tutto questo ci porta al tempo subito dopo
l'Ascensione di Gesù Cristo, gli avvenimenti della Pentecoste in Atti 2 e l'inizio dell'era
apostolica.
Naturalmente, fra coloro che si occupano di escatologia, sono sorte di tutto questo numerose
interpretazioni. Le idee futuristiche (che proiettano la fine delle 70 settimane alla fine dell'era
della chiesa stabilita dagli Apostoli) devono inserire una vasta frattura di diverse migliaia di
anni in queste "settanta sette".
La grande tribolazione, p. 11 di 31
Il contenuto del messaggio di Daniele ci dice che accade al riguardo di sequesti settanta sette
che sono stati decretati per il popolo e la santa città di Gerusalemme. Il fine di questi settanta
sette è che le trasgressioni avranno termine, vi sarà la fine del peccato ed un'espiazione per
l'iniquità. Porterà giustizia eterna, suggellata dalla visione e dalla profezia, e ungerà il
santissimo (il termine "luogo" è stato inserito dai traduttori.
Il tempo è diviso in periodi delimitati da certi avvenimenti.
• 441 "anni" dalla pubblicazione dell'editto al Messia Principe.
• Poi il Messia (l'Unto) sarà stroncato e la città ed il santuario saranno distrutti.
• Nel mezzo dell'ultima settimana cesseranno sacrifici ed offerte.
• Arriverà così un'abominevole profanazione fintanto che vi sarà una distruzione totale.
Daniele 11:31 espande questo e dice: "Per suo ordine, delle truppe si presenteranno e
profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno
l'abominazione della desolazione". Sembra che questa dissacrazione cresca fino a portare a far
cessare i sacrifici, e che questo debba avvenire prima della distruzione del Tempio. E'
stupefacente osservare quanto questa descrizione si accordi con quanto conosciamo sull'opera
di Cristo 2000 anni fa. Egli viene per porre fine alla trasgressione e per espiare il peccato. Egli
stabilisce una giustizia tale che il Suo popolo sarà dichiarato eternamente innocente. Alla fine
dell'era della Sua prima apparizione sulla terra, quando Gli apostoli terminano la loro opera, la
Bibbia è completa e questo pone fine all'era delle visioni e delle profezie. Se i "sette" di Daniele
sono gruppi di anni, i sessantadue e sette dal decreto di liberare il popolo, ricevendo la profezia
di Daniele di ricostruire il Tempio di Gerusalemme sotto Esdra e Neemia, ci porta all'inizio
dell'era del ministero di Gesù Cristo. Quando il decreto di Antaserse viene pubblicato, il Tempio
e la città sono ricostruiti, proprio come Daniele aveva preannunciato. Per Israele, però, negli
anni susseguenti, ci sarebbero stati problemi da parte dei suoi nemici. La nazione di Dio viene
oppressa da una nazione oppressiva dopo l'altra.
La vita di Gesù non è ben ricevuta dalla Sua stessa nazione. E' estromesso e respinto. Appariva
non mostrare alcun segno visibile della Sua gloria (che Egli aveva deposto nella Sua
incarnazione. Persino il Tempio di Dio era diventato una desolazione a causa degli abusi
perpetrati dai sacerdoti. Dopo circa tre anni e mezzo di ministero (metà dell'ultima settimana di
Daniele), Gesù completa il sacrificio sulla croce rendendo privi di significato ulteriori sacrifici
per il peccato. Egli completa le promesse del Patto di Dio istituendo una nuova forma di culto e
una maggiore chiarezza dell'antica promessa di Dio di raccogliere da peccatori decaduti, un
popolo che sarebbe stato per sempre la Sua famiglia spirituale. La distruzione finale
dell'incredula nazione di Israele sarebbe stata completata nell'arco di una generazione del Suo
ministero, quando Gerusalemme e il Tempio sono distrutti nel 70 d. C. da parte dell'esercito
romano, usato da Dio come braccio del Suo giudizio. Tenuto conto di questo riferimento a
Daniele fatto da Gesù in Matteo 24:15, possiamo apprezzare l'avvertimento che segue nei
versetti 16-20.
La grande tribolazione, p. 12 di 31
Dovremmo pure notare come altre profanazioni fatte da pagani che contaminano il Tempio di
Dio con atti irrispettosi, sono, nella migliore delle ipotesi, solo secondariamente coerenti con la
profezia di Daniele. Vi è la profanazione del Tempio fatta da Antioco Epifane, documentata da
Giuseppe Flavio nelle sue Guerre giudaiche (I.1.2) e nel libro apocrifo di 1 Maccabei 1:32-42. Nel
167 d. C. egli fa mettere su un altare pagano al di sopra di quello degli olocausti nel Tempo. Là
egli intenzionalmente profana il luogo dei sacrifici con sangue di porco. Molti israeliti pure vi
vengono massacrati. Vi è poi la profanazione operata dai Romani durante il loro dominio su
Gerusalemme, quando portano nell'area del tempio le insegne romane dell'imperatore, che essi
considerano messo al potere dagli dei.