CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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LA GRANDE TRIBOLAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2013 18:20
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25/03/2013 18:16
 
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Le foglie sono segno dell'estate. Quando i discepoli vedono il regno che comincia a portare

frutto, essi sapranno che una stagione di abbondante raccolto è prossima. E' esattamente ciò di

cui faranno esperienza di lì a poco. Diffondendo il messaggio in tutto il mondo, essi saranno

testimoni della convocazione degli eletti dai quattro venti. Il regno comincia con una grande

stagione di crescita. Nel solo giorno di Pentecoste, il sermone di Pietro porta alla fede in Cristo

più di 3000 persone. Quando Paolo e gli altri raggiungeranno altre nazioni, un'alluvione di nuovi

credenti ingrosserà le file della chiesa. Senza dubbio una stagione fruttuosa!

Gesù aggiunge: "...quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle

porte". La presenza di Gesù è la speranza centrale ed il significato del Suo regno. Isaia dice che

La grande tribolazione, p. 25 di 31

Egli sarà chiamato Emanuele. Questo nome è una combinazione di due parole ebraiche Immanu-

El, cioè "Con noi c'è Dio" o, come traduciamo, "Dio con noi".

Quando il Regno si espande, sappiamo che Gesù è vicino a noi in due modi: sia come Giudice per

segnare la fine del corrotto Israele, e come Salvatore, per raccogliere nel regno tutti coloro che

credono in Lui da tutte le nazioni del mondo.

Per queste cose vi è un preciso quadro temporale: "Io vi dico in verità che questa generazione

non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute". Questa risposta e questi ammonimenti

Gesù li dà a coloro che lo stavano ascoltando in quel momento sul Monte degli Ulivi mentre

contemplavano gli edifici del tempio. Questa affermazione ancora mostra un legame con ciò che

esù aveva detto al riguardo dei Giudei corrotti al Tempio nel capitolo precedente. E' questo il

contesto delle domande dei discepoli. In Matteo 23:36 Gesù dice: "Io vi dico in verità che tutto

ciò ricadrà su questa generazione". La parola qui usate per generazione è genea, tradotta

generalmente "generazione". Una generazione è lo spazio di tempo intercorrente dalla nascita di

un gruppo di persone al momento in cui "passeranno il testimone" ai loro figli. E' un periodo di

tempo arbitrario, compreso di solito fra 20 a 40 anni. Se prendiamo letteralmente queste cose,

significa che Gesù stava parlando di avvenimenti che avranno luogo nell'ambito della vita di

coloro che allora lo stavano ascoltando. Se le sue parole si riferiscono alla distruzione finale di

Gerusalemme nel 70 d. C. e all'inizio dell'epoca dell'espansione della chiesa apostolica, allora

tutto questo si adempie nello spazio di una generazione, meno di 40 anni, come indica questo

brano.

Quei sistemi teologici che vedono questo discorso in riferimento al tempo dell'era dell'Evangelo,

devono cercare di porre questo brano alla fine del mondo. Devono allora trovare un significato

diverso per la parola "generazione". Sono così state proposte due alternative.

1) Alcuni propongono che Gesù non stava più parlando ai discepoli quando giunge al versetto

34. Quest'idea dice che Gesù stava dirigendo la sua affermazione a coloro che sarebbero stati in

vita alla fine del mondo, migliaia di anni più avanti. Questa teoria, però, comporta molti

problemi.. In primo luogo, in Matteo 23:36, quando Gesù dice: "Io vi dico in verità che tutto ciò

ricadrà su questa generazione" Egli si rivolgeva ai Farisei viventi a quel tempo. Parlava della

corruzione del tempo e della sua imminente distruzione.. Qui (in Matteo 24) egli risponde alla

domanda dei Suoi discepoli circa la distruzione dello stesso Tempio (24:1-3). Il contesto più

vasto milita contro un tale improvviso cambiamento di significato. In secondo luogo, il racconto

di Luca sullo stesso discorso, vede Gesù che continuamente usa i termini "vostro" e "voi" per

descrivere la tribolazione. Non è mai prudente presumere che Gesù avrebbe usare parole

migliori di quelle. In terzo luogo, se Gesù qui improvvisamente dirige le sue parole ad un diverso

uditorio, ci dovrebbe essere qualcosa in questo contesto che lo indichi. Non è questo il caso. Il

più immediato contesto locale contraddice questo preteso significato.

2) Un secondo tentativo è quello di tradurre al versetto 34 la parola "generazione" con "razza".

Questo significherebbe che tutte le cose di cui parlava Gesù sarebbero avvenute nel tempo in cui

la razza ebraica sarebbe stata ancora sulla terra. Anche questa teoria, però, comporta seri

problemi. In primo luogo, questa concezione è contraria all'intero contesto di Matteo 24. Gesù

qui risponde alla domanda dei Suoi discepoli sulla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Non

La grande tribolazione, p. 26 di 31

c'è qui alcun riferimento ad una futura generazione di ebrei come razza. In secondo luogo, non

c'è alcun precedente in cui la parola "genea" possa essere tradotto come "razza", ma si riferisce

sempre alla generazione vivente nel tempo in cui il testo parla. In terzo luogo, quando una

parola ha un significato chiaro e letterale che bene si presta ad una semplice lettura del testo,

non dovrebbe essere respinto senza un motivo biblico stringente del contrario. Se un testo ha

senso così come sta, e non c'è nulla che indichi che debba essere tradotto altrimenti, allora

perché andare alla ricerca di qualche significato più oscuro?

La parola "genea" ha qui un solo chiaro significato: "questa generazione". Tutte le cose delle

quali Gesù parla si sarebbero compiute nell'arco della vita di coloro che in quel momento erano

presenti davanti a Lui per ascoltarlo sul Monte degli Ulivi. Come abbiamo visto, se ciascuna

affermazione è compresa nel senso usato in altri luoghi della Scrittura, non c'è motivo per

speculare o per proporre oscure teorie proiettando queste cose in un lontano futuro. Tutto

quanto Gesù afferma qui si è realizzato in concomitanza con l'anno 70 d. C. quando il Tempio

viene profanato e distrutto dalle armate romane in seguito alla brutale tribolazione inflitta ai

Giudei che avevano contaminato il Tempio di Dio e voluto la condanna a morte del Messia di

Dio.

Oggi tutti gli avvenimenti menzionati in Matteo 24 sono cosa del passato

24:4-13 I segni dei tempi.

24:14 l'Evangelo raggiunge i pagani.

24:15 L'abominazione della desolazione nel Tempio da parte dei sacerdoti corrotti.

24:16-28 La grande tribolazione del popolo di Israele (70 d. C.).

24:29 L'oscuramento del sole, della luna e delle stelle (la gloria di Israele).

24:30 La venuta del Figlio dell'uomo nelle nuvole per giudicare.

24:31-33 L'evangelizzazione in ogni direzione il mondo e la convocazione degli eletti.

Non c'è dunque qui alcun messaggio che possa riguardarci? Naturalmente il messaggio rimane.

Noi siamo gli eredi della chiesa apostolica. La cancellazione dell'Israele come realtà nazionale

rende noi, che crediamo in Cristo, l'Israele di Dio.

Noi che crediamo in Cristo siamo dunque figli di Abraamo. Noi siano il vero Israele

spiritualmente, il popolo legato a Dio da un patto. L'evangelo continuerà ad essere proclanmato

fintanto che tutti gli eletti saranno salvati. Questa è la stagione della crescita del Regno. Fintanto

che tutti gli eletti non saranno portati a far parte della chiesa, il nostro compito non sarà

terminato.

La fine dei tempi

Matteo 24:35: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno".


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