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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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NIL SORSKIJ

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2008 05:25
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08/12/2008 05:20
 
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NIL SORSKIJ

Sulla nostra lotta contro le passioni e come vincerle con la memoria di Dio, la custodia del cuore, cioè con la preghiera e la tranquillità  della mente e come attuare questo stato


I Padri offrono dei precetti che permettono al monaco di opporsi al nemico con una forza proporzionale alla sua azione, poiché da essa dipende la vittoria o la sconfitta spirituale. Più semplicemente: dobbiamo opporci ai pensieri diabolici con tutte le nostre forze. Da questa lotta verranno le corone oppure i castighi, le corone con la vittoria e i castighi invece per il peccatore che durante la vita non si sarà pentito.
Secondo le parole di Pietro Damasceno, « il peccato che merita il castigo è quello di chi porta a compimento un pensiero; quelli che lottano duramente invece e che nel mezzo di un violento combattimento contro il nemico non soccombono, si intrecciano le corone più luminose »
La lotta migliore, la più carica di speranze è forse quella che spezza il pensiero, l'assalto del nemico fin da principio e custodisce la preghiera incessante. Chi infatti si oppone al primo pensiero, cioè all'assalto dei pensieri, costui si può dire che mette fine ad ogni ulteriore azione di quel pensiero. Il monaco prudente fa morire la madre stessa di questa spregevole stirpe, cioè l'assalto diabolico del primo pensiero, hanno detto i Padri. E ancora, al momento della preghiera bisogna portare la mente ad una disposizione tale che sia sorda e muta, come diceva san Nilo Sinaita , bisogna avere il cuore libero da ogni pensiero, persino da quelli che sembrano buoni, come diceva Esichio di Gerusalemme. E’ risaputo che una volta ammessi i pensieri buoni, privi di passioni, seguono anche i pensieri cattivi e colmi di passioni; l'ingresso dei primi apre la porta ai secondi. Bisogna dunque ritrarsi con tutte le proprie forze da questi pensieri che fingono d'esser retti per guardare costantemente e senza impedimenti nel profondo del proprio cuore ed esclamare: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, pronunciando questa preghiera a volte per intero, a volte solo a metà: Signore Gesù Cristo  abbi pietà di me, oppure Figlio di Dio, abbi pietà di me, come sarà più opportuno per i principianti, insegna san Gregorio Sinaita. Non bisogna però cambiare troppo spesso le parole della preghiera. Dopo aver recitato le parole: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, i Padri aggiungono anche la parola peccatore. Ciò è gradito al Signore Dio e particolarmente utile per noi peccatori.
Fa' salire con assiduità questa invocazione, sia quando sei in piedi che quando sei seduto o coricato, fa' salire questa invocazione racchiudendo la mente nel cuore e, per essere interiormente libero, trattieni per quanto possibile il tuo respiro, in modo da non respirare troppo rapidamente, come insegna Simeone il Nuovo Teologo. Gregorio Sinaita dice: « Invoca il Signore Gesù con tutto il cuore, con pazienza, costanza, perseveranza, scacciando ogni pensiero ». Quanto giovi per la concentrazione della mente nella preghiera trattenere il respiro e non respirare rapidamente, lo dimostrerà ben presto l'esperienza stessa, dicono i Padri.
Se non puoi pregare nel silenzio del cuore e senza pensieri, e se vedi che questi proliferano nella tua mente, non perderti d'animo e custodisci la preghiera senza preoccupartene. San Gregorio Sinaita, sapendo perfettamente che per noi peccatori è impossibile vincere i pensieri diabolici, ha detto: "Nessun principiante custodirà la sua mente, né scaccerà i pensieri, se Dio stesso non la custodisce e non scaccia i pensieri. Soltanto i forti e quelli che molto  hanno progredito nell'attività spirituale sono in grado di custodire la mente e di scacciare i pensieri e anch'essi non li scacciano con le loro forze, ma in questa lotta combattono con Dio e armati della sua grazia"
Tu dunque, dopo aver visto l'impurità degli spiriti malvagi, cioè l'impurità dei pensieri che prosperano nella tua mente, non spaventarti e non turbarti.



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