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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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NIL SORSKIJ

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2008 05:25
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08/12/2008 05:23
 
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E fintanto che si permane in questo stato, non soltanto non si vuole abbandonare la propria cella, ma si vorrebbe nascondersi nel profondo della terra, e lì fuori dal mondo intero, contemplare il proprio immortale Signore e Creatore. E così pure sant'Isacco afferma che quando nell'uomo il velo delle passioni è strappato dagli occhi della mente ed egli vede l'indicibile gloria divina, la sua mente si innalza subito sino a provare timore e se Dio non ponesse un termine in questa vita a tale stato, per quanto a lungo durasse, fosse anche tutta la vita, quest' uomo non vorrebbe mai uscire da questa mirabile visione. Ma Dio, nella sua misericordia, dispone che a tempo dovuto la sua grazia diminuisca nei santi perché essi possano anche prodigarsi per i fratelli nel servizio della parola, insegnando loro il timore di Dio, poiché, come dice Macario il Grande: « Se uno ricevesse una grazia simile, e fosse costantemente stretto dalla dolcezza di queste visioni miracolose, non potrebbe più sentire nulla di questo mondo, né parlare, nè adempiere il ministero della parola, né dedicarsi alla minima occupazione ».    Quelli che in questo corpo mortale hanno gustato una volta il cibo immortale e sono stati ammessi, anche se parzialmente in questo mondo fugace, a quella gioia preparata per noi nella patria celeste, non possono più attaccarsi alle bellezze di questo mondo né temere ciò che è triste o crudele, ma con l'Apostolo osano gridare: "Nulla potrà separarci dall’ amore di Dio".
E tutto questo, dice sant'Isacco, accade a chi ha visto simili cose e le ha sentite in se stesso dopo aver raggiunto questo dono sotto la guida dei Padri e dopo molti sforzi e fervorosa fatica. Quanto a noi, miseri, siamo colpevoli di molti peccati e ricolmi di passioni; non meriteremmo dunque di sentir parlare di tali cose, ma confidando nella grazia di Dio, ho osato scrivere qualche parola tratta dalle opere dei Padri pneumatofori perché sappiamo, anche solo imperfettamente, a qual punto siamo decaduti e quanto siamo folli nell'attaccarci e nel dedicarci al mondo di quaggiù, ammassando beni materiali, preoccupandoci e turbandoci per essi, cosa che fa torto alle nostre anime. Da tutto questo traiamo gloria, lo stimiamo cosa buona!  Ma guai a noi! Non comprendiamo la dignità delle nostre anime, ignoriamo a quale vita siamo chiamati, dice sant'Isacco. La nostra vita terrena, le sue tribolazioni, i suoi beni materiali, la sua quiete appaiono ai nostri occhi come qualcosa d'importante; quanto alla vita secondo lo spirito, noi che siamo sprofondati nell'ozio, nelle seduzioni del mondo e nella negligenza, ne parliamo come se fosse riservata ai santi del tempo passato. [...] Ma quelli che, pieni di zelo, si pentono, cercano Dio con amore e timore e guardano a lui solo, seguendo i suoi comandamenti, questi il Signore li accoglie, fa loro misericordia, dona loro la sua grazia e li rende saldi. Tutta la divina Scrittura ce lo attesta. Molti Padri, un tempo, percorsero questa via e vi condussero i loro fratelli. Soltanto oggi questo non avviene più per mancanza di guide. Ma colui che si è interamente consacrato all'opera di Dio è ammaestrato e guidato dalla grazia divina ora e sempre. Quanto a quelli che non vogliono praticare l'ascesi e vanamente sostengono che nel nostro tempo Dio non concede più le grazie che dava una volta, questi l'Apostolo li chiama sedotti e seduttori di altri. Ce ne sono fra di essi alcuni che nemmeno vogliono sentir parlare dell'opera della grazia nei nostri giorni. Gregorio Sinaita li dice ottenebrati da grande insensibilità, ignoranza e mancanza di fede.
Noi dunque che abbiamo appreso queste cose dalle sante Scritture, se desideriamo dedicarci assiduamente all'opera di Dio, allontaniamoci, per quanto e possibile dalla vanità di questo mondo, fatichiamo per sterminare le passioni, custodiamo il nostro cuore dai pensieri  cattivi e in ogni cosa adempiamo i comandamenti di Dio. Ma per custodire il nostro cuore bisogna avere sempre la preghiera. Questo e il primo gradino della crescita monastica e senza preghiera e impossibile far morire le passioni, dice Simeone il Nuovo Teologo.
 Il tempo più propizio all'opera monastica è la notte. «E’ in particolare durante la notte che il monaco deve esercitarsi nella sua fatica », hanno detto i Padri. Il beato Filoteo diceva che lo spirito si purifica meglio di notte. E sant'Isacco dice: « Ogni preghiera che innalziamo di notte considerala più importante di tutte le opere del giorno. Quel senso di dolcezza accordato durante il giorno a chi digiuna, proviene dalla luce procurata dalle opere notturne dei monaci solitari ». Uguale insegnamento ci danno gli altri santi. Per questo san Giovanni Climaco dice: "Soprattutto di notte dedicati alla preghiera" [...] Ma bisogna anche ricordare che «l'abbondanza di parole, come dice sempre Giovanni Climaco, spesso disperde la mente durante il tempo della preghiera, mentre poche parole la raccolgono ». « Quando sei distratto nei tuoi pensieri, dedicati soprattutto alla lettura », ha detto sant'Isacco. Allo stesso modo l'angelo comandò ad Antonio il Grande: « Quando il tuo spirito si disperde, dedicati ancor di più alla preghiera o al lavoro manuale».
Ai principianti, quando sono assaliti dai pensieri, è molto utile qualche lavoro manuale unito alla preghiera, oppure un servizio, un'occupazione svolta per obbedienza; questa è per loro un'assoluta necessità se sono tormentati da pensieri di tristezza e di acedia, ci insegnano i Padri.
Sant'Esichio di Gerusalemme propone per questa attività spirituale quattro mezzi:  1) vegliare  sui pensieri che ci assalgono, cioè osservarli, vigilare su di essi e respingerli fin dal principio; 2) custodire il proprio cuore in profondità, liberandolo da ogni pensiero e 3) pregare; invocare l'aiuto del Cristo Signore; 4) custodire il ricordo della  morte. Tutto questo impedisce l'accesso ai cattivi  pensieri e ciascuno di questi mezzi, utilizzato separatamente, si chiama sobrietà della mente e attività spirituale.
Attento a questi insegnamenti, ciascuno di noi combatta nel modo che più gli si addice.

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