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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 
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NIL SORSKIJ

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2008 05:25
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Sesso: Maschile
08/12/2008 05:25
 
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Sempre indegno e colpevole comunico ai santi misteri a mia propria condanna.
Non oso alzare gli occhi, né le palpebre, tanta è la mia vergogna.
Non oso guardare al cielo, insozzo la terra con i miei passi, io indegno del dono della vita!
Lo so, Signore, che non merito di ricevere il perdono dei miei peccati.
Troppo pesante è il fardello delle mie colpe perché ottenga il perdono.
Dove troverò umane colpe paragonabili ai miei peccati? Più grande di quello dei miei progenitori fu il mio peccato, più grande del loro il mio peccato di gola. Fratricida diventai più odioso di Caino, con i miei peccati ho ucciso anima e corpo. Con omicidio peggiore di quello di Lamech, ho colpito il mio spirito con pensieri d'ignominia che mortalmente l'hanno ferito.
Tutta piagata è la mia lingua per le tante parole malvagie.
Con omicidio più infame di quello dei fratelli di Abimelech  ho ucciso a colpi di pietra l'anima mia e ogni membro del mio corpo con passioni impure. Ho commesso più trasgressioni di quanti vissero al tempo del diluvio, mi sono macchiato più brutalmente degli abitanti di Sodoma. Si è indurito il mio cuore dinanzi alle tue parole e alle tue opere più di quello del Faraone e più di quanti mormorarono nel deserto, perché incessante è la mia mormorazione.
A paragone della mia iniquità un nulla è la malvagità dei Niniviti.
Un  nulla l'insensata bestemmia di Rapsachi  su ordine di Sennacherib dinanzi alle mie bestemmie, un nulla i peccati di Manasse a paragone dei miei peccati. Più di ogni altro uomo ho peccato, peggiore di ogni altra creatura. Quelli erano malvagi secondo natura, le mie iniquità sono contro natura, oltre ogni misura.
Sono più impuro delle fiere e delle bestie prive di ragione. Più di loro ho commesso atti insensati, sono più vile dei demoni, io loro schiavo, che come nessun altro faccio la loro volontà. Pieno di stupore per la tua grande, indulgente e benevola pazienza, vedo che la terra non s'apre per inghiottirmi come un tempo Datan e Abiram; poiché più di loro ho peccato.
Vedo che nessun fuoco mi consuma come un tempo i peccatori; poichè più di loro ho peccato. Vedo ancora che non sono consegnato a Satana a mia definitiva perdizione, io, insensato, io impudente che la volontà di Satana ho seguito. Ma tu, misericordioso Salvatore, fino ad oggi con pazienza sopporti la mia scelleratezza
in attesa della mia conversione e del mio pentimento. E io! Io non ho vero pentimento.
O Sventurato! Quale rimedio porre alla mia perversità?
« Chi farà del mio capo una fonte e darà ai miei occhi una fonte di lacrime? »
perché io mi penta e pianga e lavi l'immondezza dei miei peccati. Mai, mai, avrò di che renderli puri, mai nulla di buono ho fatto.
Elemosina e fede lavano i peccati , ma io  mai ho praticato la carità.
Morta è la mia fede, sterile, perché priva di opere.  Il mio cuore non conosce contrizione né compunzione; come sperare di non essere ridotto a nulla dinanzi a te? Se non avessi condannato il fratello, avrei speranza di non essere condannato, da sempre giudico chi pecca, con parole e pensieri, eppure ben peggiore è il mio peccato! Scruto negli altri la minima colpa, delle mie dissimulo la gravità.
Dal mio prossimo esigo obbedienza al più io tutti li rigetto.
In apparenza pio e devoto, nel mio cuore sono abitato da ogni disordine e incoscienza.
Se a volte, per caso, ho fatto qualcosa che aveva un'apparenza di bene,
davanti a te, Signore, non fu che ignominia;
era dovuta a orgoglio e vanagloria e desiderio di piacere agli uomini. 

Nell'incoscienza ho trascorso la mia vita,
con il mio corpo ho servito la vanità del mondo, con le mie azioni sconvenienti ho condotto l'anima mia all'insensibilità. Iniquo a tal punto, mio Dio, mio Creatore, da non conoscere Te. A te ogni lode, Signore,  tutto questo hai sopportato,
e ancora mi hai mostrato la tua misericordia e la tua grazia immensa.
Per quanto grande fosse la mia colpa, su di me sempre hai disteso la tua grandezza. Mi hai donato conversione e conforto, mi hai fatto degno di innumerevoli beni, mi hai strappato al mondo, mi hai innalzato alla dignità di questo
santo stato, mi hai posto sotto una regola a tuo servizio
a causa della tua misericordia, per il tuo disegno di salvezza e di grazia.
Ma io fui insensato e ingrato, fin da principio stolto e negligente. Quante volte ho tradito i voti a te fatti!
Con innumerevoli peccati ho insozzato e macchiato questo stato!  Onnipotente, eccomi senza parole e senza voce. Quante volte, pensando al mio peccato, ho promesso di rinunciare ai miei delitti! Eppure cado e ancora cado in queste stesse colpe, e in altre più infami ancora.
Quante volte ho promesso di ricominciare a lavorare alla tua opera,
di vivere secondo la tua volontà,
e ogni giorno mi ritrovo nella medesima menzogna.
Il mio spirito s'affretta a ciò che è male e impurità,
vinto da ogni passione mai non resisto.
Se tu, Signore, non vieni in mio aiuto,
ogni speranza è perduta per me.
Si indebolisce il mio corpo, i giorni della mia vita giungono al termine,
il tempo della morte si avvicina, la scure è alla radice dell'albero
e già si appresta a recidere la mia anima sterile. La messe è pronta, la falce affilata, i mietitori si affannano a strappare la mia anima invasa dalla zizzania dei miei peccati per gettarla nel fuoco eterno. A tale vista vien meno il mio spirito. Che fare? Mi rifugio in Te, insondabile e infinito Amor; mi affido alla tua incommensurabile bontà,  spero nella tua inestinguibile misericordia.
Maestro grande, fa' per me un miracolo di misericordia, la tua grazia ha sopportato la mia giovinezza priva di guida, i miei misfatti degni di provocare la tua collera, sopporta ancora i crimini dei giorni della mia vecchiaia. Non punirmi, Signore, nella tua collera, non castigarmi secondo il tuo sdegno
che io non sia confuso per le mie colpe. Non ricordarti dei peccati della mia giovinezza non ricordare la mia incoscienza, Onnipotente, perché se tu consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere?  Che farò io, carico di tanti peccati?
Un servo malvagio sono stato per te, mio Signore, abbi pietà di me per amore della tua grazia, pietà di me, indegno della tua pietà.


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