La Santa Montagna (Aghion Oros) è la più orientale delle tre propaggini che formano la penisola calcidica, a nord della Grecia. Lunga 45 km per una larghezza compresa tra gli 8 ed i 12 km, la penisola culmina con il monte Athos a 2033 m. Da più di mille anni essa è il giardino della “Madre di Dio”, il santuario del monachesimo, la roccaforte dell'ortodossia. E' stata devastata, saccheggiata, conquistata a più riprese; la vita monastica vi ha conosciuto alti e bassi, ma, sempre, la tradizione vi si è mantenuta” [1] . Il giardino di Maria e la tradizione relativa allo sbarco della Madre di Dio
Le tradizioni dell'Athos tendono a retroproiettare indietro nel tempo le origini della vita monastica all'Athos, fino a giungere addirittura al primo periodo apostolico. Una tradizione tardiva (di cui abbiamo testimonianza certa dal XVI secolo) afferma infatti che all'Athos, nei pressi del monastero di Iviron, sarebbero sbarcati la Madre di Dio e S.Giovanni, poco dopo la resurrezione del Signore. In viaggio dalla Palestina a Cipro, per andare in visita a Lazzaro che in quel tempo avrebbe risieduto nell'isola, in seguito ad una tempesta sarebbero approdati alla Santa Montagna. Maria, colpita dalla bellezza del luogo, avrebbe chiesto al Figlio in dono quel luogo. Una voce del cielo le promise, allora, solennemente che quel “giardino della Vergine” sarebbe stato da allora e per sempre rifugio di tutti coloro che avessero cercato, con l'aiuto della Vergine, la salvezza delle loro anime. “E' altamente simbolico il legame che la leggenda istituisce tra la Vergine e la Montagna: come per lei , anche per il monaco la vita è pienamente consacrata a Dio solo, perché tutto il suo essere diventi conforme alla luce divina; la vocazione monastica è dunque sentita come profondamente “mariana”, e la sua fecondità si rivela non in questa o quella – pur necessaria e santa anch'essa – attività pastorale e di servizio, ma appunto nella esclusiva appartenenza a Dio, dono totale che viene dall'alto e al quale risponde l'umile e generoso “sì” della creatura” [2] .
Il monastero di Ivìron |