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Il monte Athos

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2008 06:08
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08/12/2008 05:55
 
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L'Athos ed il cattolicesimo latino
Sebbene la crisi iconoclasta contribuì ad allontanare l'Oriente e l'Occidente, nondimeno l'Athos nasce e si sviluppa nel momento in cui ancora la Chiesa è unita. Nel 1054 (anno dello scisma d'Oriente) è ancora, infatti, intatta la relazione tra l'Athos e l'Occidente. Non vengono cacciati i monaci benedettini del monastero degli amalfitani e gli igumeni di quel monastero continuarono a firmare gli atti del monte Athos. Il monastero degli amalfitani fu fondato da Leone di Benevento e, fino al 1045, fu il secondo monastero in ordine di importanza all'Athos. Fu soppresso nel 1287. La situazione divenne disastrosa dopo la IV crociata che, dai veneziani, fu deviata su Costantinopoli. La capitale imperiale fu presa e saccheggiata, fu creato un impero latino ed un principe ed un patriarca latino furono nominati. Dopo la VI crociata (1228-1229), il vescovo latino di Sebaste, nominato responsabile dell'Athos, chiese ingiuste tasse finché fu obbligato alle dimissioni. Gravi violenze ci furono al tempo in cui Michele VIII Paleologo riconquistò Costantinopoli (1261), perché i suoi partigiani, favorevoli ad una politica di avvicinamento a Roma, anche per motivazioni strategiche poiché il papa frenava Carlo d'Angiò nemico di Bisanzio che era così più libera di difendersi dal sultanato di ar-Rum, dai Bulgari e dai Serbi, cercarono di costringere violentemente i monaci a questa politica (molti martiri furono uccisi e lo stesso protos Cosma fu trovato ucciso, durante l'incendio della chiesa del Protàton, provocato dagli “unionisti”). L'unione di Lione (1274) caldeggiata da Michele VIII Paleologo e dal patriarca Bekkos non fu maturata dal popolo e dai monaci. L'Athos fu uno dei focolai principali di resistenza ad essa. Non pochi monaci furono uccisi ed altri, come Niceforo l'Athonita, esiliati. Man mano che la pressione turca aumentò su Costantinopoli, crebbe la coscienza della necessità di una alleanza almeno politica e militare con l'Occidente cristiano [9] . Nel 1438 fu addirittura l'imperatore Giovanni VIII, con il patriarca Giuseppe e molti metropoliti e monaci a presentarsi per l'indizione del Concilio a Ferrara [10] . Il Concilio si spostò l'anno successivo (1439) a Firenze, dove, solennemente, il 6 luglio fu proclamata l'unione. Della delegazione facevano parte anche tre superiori di monasteri ed altri quattro monaci in rappresentanza del monachesimo di Costantinopoli e dell'Athos [11] . Ma essa non produsse gli effetti sperati. Non ci fu la possibilità di un intervento militare occidentale in aiuto ai bizantini e, al ritorno in patria, l'imperatore ed il clero unionista trovarono una resistenza accanita degli anti-unionisti. Addirittura il greco Isidoro, che era stato nominato metropolita di Mosca, fu deposto dal granduca moscovita che, da allora, non accettò più designazioni da Costantinopoli, ma, anzi, si avviò verso una piena autonomia (alla caduta di Costantinopoli Mosca diverrà la “terza Roma”, dopo, appunto, Roma e Costantinopoli, divenendo patriarcato). Gli antiunionisti si rifiutarono per 13 anni di entrare per la liturgia nella Grande Chiesa della Santa Sapienza (Santa Sofia), perché la comunanza con gli unionisti li avrebbe resi impuri. Quando fu il momento di preparare l'elezione di un nuovo patriarca, fra i tre candidati vi era il monaco Gennadio, superiore di Vatopèdi all'Athos, avverso all'unione (ma non fu scelto). La maggioranza dei monaci, ma non la totalità era avversa all'unione. Solo il pericolo incombente dell'assedio turco spinse l'imperatore d il popolo a sostenere con più vigore l'unione. Il 12 dicembre 1452 in Santa Sofia, con una solenne liturgia fu celebrata l'unione con la presenza dei greci unionisti e dei latini. Da quel giorno, fino alla caduta di Costantinopoli, il nome del papa e del patriarca furono ricordati insieme nella liturgia. Il 29 maggio Costantinopoli cadde nelle mani dei turchi. Gennadio, leader del partito antiunionista, fu nominato patriarca dai Turchi, ma non potè mai più celebrare in Santa Sofia, resa ormai moschea dagli ottomani. Anche oggi molti monaci sono strenui avversari dell'ecumenismo. Alcuni monasteri rifiutano il calendario gregoriano adottato dal patriarca di Costantinopoli ed in alcuni monasteri dell'Athos si usa ancora il calendario giuliano. Anche gli atti di riconciliazione di Paolo VI e del patriarca ecumenico di Costantinopoli Athenagoras, con la revoca delle antiche scomuniche, non sono stati accolti ufficialmente dai monasteri, ma solo da singole figure di monaci.

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