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CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 
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Cristiano o Cattolico?

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2008 10:32
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11/12/2008 10:22
 
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Cristiano o Cattolico?

Gesù Cristo e la Bibbia insegnano che:La religione cattolica insegna che:

Siamo salvati per grazia, non per opere (Efesini 2:8-9). Le buone opere seguono la salvezza (Efesini 2:10).

Siamo salvati per la fede più le opere (Concilio di Trento, sessione VI, canone 9).
Gesù purifica dal peccato (1 Giovanni 1:7-9, 2:12, Ebrei 9:14-15).Il purgatorio purifica dal peccato (Concilio di Trento, sess. VI, can. 30).
La salvezza si riceve nel momento stesso in cui ci si ravvede e si accetta il Vangelo (Efesini 1:13).La salvezza è un processo che comincia col battesimo e continua attraverso il purgatorio.
Il sacrificio di Gesù è stato compiuto una volta per sempre (Giovanni 19:30, Ebrei 7:27).Il sacrificio di Gesù si ripete nella Messa che viene celebrata tutti i giorni.
Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5, Ebrei 7:25).La Madonna e i santi defunti sono mediatori tra gli uomini e il Signore.
Credendo in Cristo, confessandoGli le nostre colpe e avendo fede solo nel Suo sacrificio siamo perdonati e salvati in vita eterna (Apocalisse 1:5, 1 Pietro 1:18-21). Possiamo avere la certezza di essere perdonati (Atti 10:43, 1 Giovanni 1:9) e salvati (1 Giovanni 5:13)."..a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati, mentre fra gli eretici.. viene predicata.. questa fiducia vana e lontana da ogni vera pietà" (Concilio di Trento, sess. VI, cap. IX).
Nessuno può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del suo riscatto (Salmo 49:7).Le Messe di suffragio, le indulgenze, ecc. liberano i defunti dalle sofferenze del purgatorio.
I santi sono tutti i veri cristiani.I santi sono solo quei defunti che la Chiesa Cattolica decide di dichiarare santi dopo un particolare processo.
Solo in Gesù c'è la salvezza (Atti 4:12). Egli è l'unico capo della Chiesa Cristiana (Efesini 1:22-23, 4:15, 5:23; Colossesi 1:17-18).Solo nella Chiesa Cattolica Romana c'è la salvezza (papi Bonifacio VIII, Innocenzo III, Gregorio XVI, Pio IX, Paolo VI, Eugenio IV e altri).
Solo attraverso Cristo si va a Dio (Giovanni 14:6), si ottiene ogni cosa, si è salvati, si è preservati dal maligno, e Lui solo ha il dominio su tutto ciò che esiste nei cieli, sulla terra e sotto la terra (Efesini 1:10, 1:22-23, Filippesi 2:10, Apocalisse 5:13, ecc).Solo attraverso la Madonna si va al Signore, si ottiene ogni cosa, si è salvati, si è preservati dal maligno, e lei ha il dominio su tutto ciò che esiste nei cieli, sulla terra e sotto la terra (papi Pio IX, Pio X, Pio XI, Leone XIII, Benedetto XV, ecc.).
Parlare con i defunti, siano essi santi credenti o meno, è un'abominazione che Dio condanna severamente (Isaia 8:19, Deuteronomio 18:10-12).I defunti possono aiutarci, intercedono per noi e possono essere pregati e venerati.


Alla luce di ciò che Gesù Cristo ha detto nel Vangelo, puoi dire di essere un Cristiano, cioè, un discepolo di Cristo?



Gesù disse:

Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?
(Luca 6:46).

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
(Matteo 7:21).


Se non hai ancora ricevuto Gesù nel tuo cuore come tuo Salvatore e come Signore, rivolgiti a Lui oggi stesso. Gesù è vivente, e ti ama; se tu lo cerchi con tutto il cuore Egli si farà trovare da te.


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11/12/2008 10:23
 
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COSA E' IL PURGATORIO?
 
COSA E' IL PURGATORIO?
PARTE 1

La dottrina del Purgatorio

a confronto con la Bibbia

La chiesa cattolica insegna che, dopo la morte, alcune persone vanno in un luogo chiamato purgatorio, affinché siano ulteriormente "purificate" prima di andare in cielo.

Questa dottrina fondamentale viene da Dio, oppure è un'altra tradizione inventata dagli uomini? La risposta la troviamo proprio in un verso del catechismo cattolico:

"La Chiesa [Cattolica] ha formulato la propria dottrina di fede sul Purgatorio in modo particolare ai Concili di Firenze e di Trento" (catechismo cattolico, pagg. 268-269, #1031).

Non è irragionevole chiedersi da dove un gruppo di uomini abbia preso simili informazioni sulla vita dopo la morte per poter formulare una tale dottrina.

Amici Cattolici, se state pregando per i vostri amati defunti, credendo che essi siano in purgatorio, sappiate che non è stato Dio a dire che essi sono in purgatorio, ma un gruppo di leader religiosi:

"Ma al momento presente alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini in terra. Altri sono morti e si stanno purificando, mentre altri ancora sono in gloria..." (catechismo cattolico, pag. 249, #954).


Ciò che turba maggiormente in questa dottrina, è che la Bibbia non ha mai parlato dell'esistenza di un luogo simile. E la Bibbia non insegna neppure che dopo la morte è necessaria un'ulteriore purificazione per guadagnare l'ingresso nei cieli. Al contrario, la Parola di Dio dichiara che la salvezza è un dono gratuito per chiunque la accetta:

"Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 6:23)
"...con un solo atto di giustizia (quello di Gesù) la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita."
(Romani 5:18)

Potrebbe un Dio amorevole e veritiero, offrirti la vita eterna come dono gratuito - e poi farti soffrire per guadagnarla - e quindi mentire nella Sua Parola?

"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio." (Efesini 2:8)

Se credi a ciò che dice la Bibbia, allora non serve alcun'altra purificazione per quelli che muoiono in Cristo. Essi sono già stati purificati da Gesù:

"Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di Lui salvati dall'ira." (Romani 5:9)
"...sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù."
(Romani 3:24)

L'apostolo Paolo sottolinea questo stesso punto:

"E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio." (1 Corinzi 6:11)

I veri Cristiani sono già stati purificati perché Gesù ha portato tutti i loro peccati sulla croce:

"...una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio." (Ebrei 9:26)

Ai figli di Dio non viene chiesto di soffrire per essere salvati, perché sono già stati acquistati e pagati a caro prezzo:

"Infatti siete stati comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio." (1 Corinzi 6:20)

Il prezzo pagato fu il sangue di Gesù Cristo:

"...la chiesa di Dio, che egli (Gesù) ha acquistata con il proprio sangue." (Atti 20:28)


CONCLUSIONE

Se la Bibbia è così chiara su questo argomento, perché la chiesa cattolica ha istituito una dottrina che ha persuaso membri fedeli a dare soldi a questa chiesa, in cambio di preghiere e messe in favore dei cari defunti? A questo rispondete voi stessi.

Ora almeno sapete che la dottrina del purgatorio è una dottrina nata dalle menti degli uomini e non è provenuta da Dio:

"Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito." (Romani 8:1)


Note:
Il libro dei Maccabei, che la chiesa cattolica usa per giustificare la dottrina del purgatorio, è un libro apocrifo, cioè non è parte delle Sacre Scritture ispirate da Dio. Sulla storia del libro dei Maccabei (che, come dimostrato  contraddice la Bibbia) c'è da dire quanto segue: durante una battaglia, furono scoperti degli idoli sotto gli abiti di alcuni soldati ebrei. Il loro generale, Giuda il Maccabeo, fece inviare del denaro a Gerusalemme per offrire dei sacrifici per essi. In questo, Giuda Maccabeo non stava seguendo l'insegnamento delle Scritture. Tra i tanti precetti della legge mosaica, non ve ne era nessuno che raccomandava il sacrificio per i defunti, ma solo per i vivi. Nelle Sacre Scritture non vi sono esempi di ebrei o cristiani che hanno offerto sacrifici per i morti, né Gesù ha mai introdotto una dottrina simile. La chiesa cattolica non accetta questi fatti perché ciò vorrebbe dire riconoscere di essere colpevole di stare insegnando e praticando il peccato d'idolatria.

Il libro dei Maccabei non fa parte del canone ispirato da Dio dell'Antico Testamento e neanche della comunità Ebrea che li produsse. Gesù e gli Apostoli non citarono mai dai Maccabei. Sono stati rigettati dal canone ispirato anche da molti "padri della chiesa", primo fra tutti Girolamo, il traduttore che produsse la versione latina della Bibbia detta "Vulgata", sulla quale si basano tutte le Bibbie cattoliche.
Oltretutto i Maccabei vennero aggiunti alla Bibbia cattolica solo dopo la Riforma (dopo il 1546, da qui il nome di "deuterocanonici" ovvero "divenuti canonici dopo"), in quanto serviva un "alibi" per mantenere indulgenze e quant'altro, dopo che la conoscenza biblica si stava espandendo ad opera dei riformatori protestanti, che cominciarono a tradurre la Bibbia nella lingua del popolo.
Si tenga presente che ai tempi di Lutero il clero cattolico aveva imposto a chi volesse leggere la Bibbia, naturalmente in latino (quindi solo per i colti, i ricchi o il clero) di avere una particolare autorizzazione ecclesiastica che non era concessa a tutti; basti pensare che la Bibbia era uno dei libri "messi all'indice" dalla chiesa cattolica.

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11/12/2008 10:24
 
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COSA E' IL PURGATORIO? 2
 
COSA E' IL PURGATORIO?
PARTE 2
LA DOTTRINA DEL PURGATORIO PROVIENE DALLA BIBBIA?


Il Nuovo Testamento conosce solo due classi di persone: i salvati e i non salvati. Esso parla dell'immediata felicità dei morti in Cristo (Luca 16:22; Luca 23:43; 2 Corinzi 5:6,8), e inoltre, riconosce un'efficacia senza limiti al sangue di Cristo, che ci purifica "da ogni peccato". Il destino di ognuno viene determinato in questa vita, che è il solo periodo di opportunità menzionato. La morte chiude il periodo delle opportunità, poi segue il giudizio secondo le opere fatte nel corpo (Ebrei 9:27; 2 Corinzi 5:10).

L'idea del purgatorio proviene dal paganesimo. Virgilio collocava le anime dei defunti in tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi elisi per i buoni e un luogo di espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).


Spiegazione delle parole di Paolo ai Corinzi

Paolo disse ai Corinzi: "Io, secondo la grazia di Dio che m’è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento; altri vi edifica sopra. Ma badi ciascuno com’egli vi edifica sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco" (1 Corinzi 3:10-15).

Secondo i teologi cattolici, la frase "sarà salvo però come attraverso il fuoco" significa che il giusto dopo avere penato nel purgatorio per un certo tempo, sarà salvato in paradiso, perché il fuoco lo avrà purificato da ogni residuo di peccato. A sostegno di questa interpretazione essi citano le idee di Agostino di Ippona e Gregorio Magno (quest'ultimo credeva che il purgatorio si trovasse sulla terra). Queste parole di Paolo non si riferiscono affatto ad un fuoco purificatore esistente in qualche luogo visibile o invisibile dove le anime degli uomini vanno per essere purificate dai loro peccati, ma al "fuoco" del giorno di Cristo, il che è un'altra cosa.
Diamo la spiegazione delle parole di Paolo. L'apostolo aveva predicato Cristo a Corinto e molti in seguito alla sua predicazione credettero nel Signore, dopodiché furono battezzati. Fu lui quindi a porre il fondamento (Cristo Gesù) di quella casa spirituale (la chiesa) di Corinto. Ma dopo di lui a Corinto erano giunti altri che avevano edificato dell'altro "materiale" sul fondamento da lui posto. E lui a questo proposito dice a ciascuno di badare a come edifica sopra il fondamento, perché nessuno può togliere il fondamento che è Cristo Gesù per metterne un altro; e perché nel giorno di Cristo sarà ricompensata solo la fatica impiegata per edificare "oro, argento e pietre di valore" (cioè, cose che hanno valore) perché alla prova del fuoco rimarranno; mentre la fatica impiegata per edificare "legno, fieno, e paglia" non sarà premiata, e colui che ha edificato questo "materiale" sarà salvato, però, come uno che è passato attraverso il fuoco (cioè, come una persona scampata a un incendio perdendo nelle fiamme i propri averi e le cose per cui ha faticato); dunque senza alcun premio, perché le sue opere erano vane.


Riflessioni su altri esempi usati per giustificare l'idea del purgatorio

Un esempio extrabiblico citato da alcuni è il diario di Perpetua. In questo diario, una donna di nome Perpetua parla di una sua visione e infine scrive: "Mi svegliai e compresi che la pena gli era stata rimessa...". Queste parole non possono in alcun modo giustificare la dottrina del purgatorio; inoltre è evidente che non è ammissibile basarsi su delle visioni per avvalorare una dottrina che non ha nessun fondamento scritturale, e che nella chiesa del primo secolo non era né insegnata né creduta da alcuno.

Diversi cattolici per giustificare il purgatorio citano Agostino, il quale era convinto che "non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari". Ancora una volta si tratta di una dottrina senza fondamento biblico. E soprattutto, i cattolici dovrebbero ricordare che proprio Agostino disse: "Che cosa vogliono dire le parole 'Io edificherò la mia chiesa su questa pietra?' Su questa fede, su quello che è detto: Tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivente"; e anche: "Sopra questa pietra che tu hai confessato, io edificherò la mia chiesa, imperocchè Cristo era la pietra". La chiesa cattolica invece dice che Pietro è la "pietra", e sulla loro interpretazione basano l'idea che la chiesa cattolica appartiene a Pietro ed è la sola vera Chiesa Cristiana.

Vediamo ora i passi biblici che i cattolici citano per giustificare l'idea del purgatorio. Uno di questi è 2 Samuele 12,1-19. Essi vi "vedono" il purgatorio in quanto "qui è evidente una colpa rimessa e tuttavia una pena da estinguere". In realtà è chiaro che nel brano si parla di una punizione IN VITA, non dopo morti.

Un altro brano spesso citato dai cattolici è Matteo 5:25-26. Ma qui le parole di Gesù si riferiscono alle liti fra fratelli, perché prima di dire quelle parole egli disse: "Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la tua offerta dinanzi all'altare, e và prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrire la tua offerta" (Matteo 5:23,24).
Se un fratello ha qualcosa contro di noi perché gli abbiamo fatto un torto, prima di offrire i nostri sacrifici spirituali a Dio dobbiamo andare dal fratello offeso e chiedergli perdono per riconciliarci con lui. Se non facciamo così, Dio ci punirà per il torto commesso contro di lui (Gesù lo sottolineò ancora in Matteo 6:14,15) e ci farà pagare fino all'ultimo il debito che abbiamo commesso con il fratello, in terra e non in qualche luogo immaginario chiamato purgatorio.

Altri ancora citano il fatto che Gesù andò ad annunciare la salvezza agli spiriti (1 Pietro 3,19). Queste "anime prigioniere" sarebbero, secono i cattolici, anime nel purgatorio.
In realtà, Gesù dopo la sua risurrezione andò in quella parte del soggiorno dei morti che l'Antico Testamento chiama figurativamente "il seno d'Abramo", dove prima della venuta di Cristo si trovavano anche i credenti morti in fede (come Abrahamo).
Prima di salire al Padre (Giov. 20,17), Gesù andò ad annunciare a quelle anime la salvezza per grazia che era ora possibile mediante il sacrificio espiatorio che Gesù aveva appena compiuto sulla croce: "È per questo che è detto: Salito in alto, egli ha menato in cattività un gran numero di prigionieri ed ha fatto dei doni agli uomini. Or questo "è salito" che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al disopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa" (Efesini 4:8-10).

Un altro passo è quello della parabola del padrone della messe e degli operai ad ore. Questa parabola parla semplicemente di quelli che hanno faticato di più per il Padrone della messe (i primi apostoli, martiri, ecc. che hanno avuto l'incarico di diffondere il Vangelo nel mondo) e via via fino a noi, i lavoratori dell'ultima ora. Il Signore dà un diverso e giusto premio a ciascuno, ci sono ultimi che sono primi e viceversa, ma la paga, la vita eterna, è la stessa per tutti: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro?"

Infine, l'ultimo passo che vogliamo considerare è quello in cui Paolo menziona gli spiriti dei giusti "portati a perfezione".
Questo passo non sottintende affatto un presunto purgatorio. La spiegazione è semplice, se si intende il brano nel contesto delle altre dottrine cristiane.

Anzitutto, va ricordato che persino il più giusto tra gli uomini, con la sola eccezione del Figlio di Dio, è peccatore e "cade sette volte" (Proverbi 24:16).
"Non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ecclesiaste 7:20).
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù" (Romani 3:23,24).

I credenti sono resi perfetti mediante l'imputazione immeritata della giustizia perfetta di Cristo, la giustizia perfetta di Colui che ha adempiuto TUTTA la santa legge di Dio, e che ci viene messa in conto mediante la fede. "Ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione." (Romani 4:24,25)

Siamo stati santificati "mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre." (Ebrei 10:10)
Ed è sempre e solo grazie a Lui che siamo purificati da ogni peccato, se dimoriamo in Lui: "Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da OGNI peccato." (1 Giovanni 1:7).

Come cristiani riconosciamo dunque che è Cristo Gesù è l'unico che per noi è "sapienza, giustizia, santificazione e redenzione" (1 Corinzi 1:30), e non un ipotetico purgatorio.


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11/12/2008 10:24
 
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COSA E' IL PURGATORIO? 3 finale
 
COSA E' IL PURGATORIO?
PARTE 3 FINALE
Qual è oggi, nel nostro Paese tradizionalmente cattolico, l'opinione comune sull'Aldilà in generale e sul purgatorio in particolare?


Purtroppo moltissimi italiani cattolici non solo non sanno quasi più spiegare cosa sia il purgatorio ma, addirittura, hanno scarsissima fede nella vita futura, post-mortem, della quale - dicono - nulla si sa.

Questo vuol dire, in pratica, che quegli italiani sono atei, fedeli solo per tradizione o compiacenza famigliare e nazionale alla religione cattolica. È chiaro che nella massa della gente non vi è fede in Dio (quella vera, basata sulla Parola di Dio) e che la situazione odierna al riguardo si rivela drammatica perchè quasi sempre ci si affida a tradizioni umane.

Il vero Cristianesimo, però, rifugge da ogni tipo di tradizione umana, atea o cattolica o protestante che sia; e non vi è vero Cristianesimo senza pratica e perseveranza dei comandamenti di Gesù, e senza fede e speranza nella vita eterna.

Il Nuovo Testamento insegna che, in Dio e mediante Cristo, l'uomo può ricevere la salvezza ma, si badi bene, solo durante la sua esistenza terrena. Dopo la morte l'anima non può più operare ai fini della propria salvezza, né i viventi nulla possono per essa.


Ma, allora, perchè il purgatorio?


Il purgatorio non esisterebbe senza il concetto cattolico di peccato veniale e mortale (di cui la Bibbia non parla affatto, dato che il peccato è uno soltanto: è "la violazione della Legge di Dio", come insegna la prima Lettera di Giovanni 3,4).

Come per altre formulazioni, anche nel caso del purgatorio i teologi fanno ricorso alla Sacra Scrittura, alla Tradizione e al Magistero della chiesa cattolica romana. Non di meno, poiché nella Bibbia nulla si dice riguardo al purgatorio (e infatti è una dottrina falsa che fu inventata per primo dal filosofo Platone, 400 anni prima di Cristo), la sua esistenza fu messa in dubbio da molti.

Ebbene, il purgatorio, al pari di altre dottrine cattoliche, nasce soltanto tra il 1100 e il 1250 d.C., vale a dire in quel sec. XII in cui il cattolicesimo latino esplode (rinnovamento monastico, la scolastica) insieme con il sistema feudale; e la concezione cattolica dell'Aldilà si realizza a pieno con Dante Alighieri il quale, nella sua celebre opera letteraria "La Divina Commedia", descrive la triplice ripartizione Inferno, Purgatorio (luogo di pena) e Paradiso (luogo di premio). In tale opera, redatta poco più di 100 anni dalla nascita del purgatorio (ossia tra il 1302 e il 1321 d.C.), l'immaginazione dantesca contribuisce a diffondere l'idea del tutto infondata della triplice divisione.

La speranza, dunque, che il peccato non decida tragicamente il destino dell'anima spinge a vivificare la fede nel "secondo regno, dove l'umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno". Parlare, però, del purgatorio quale luogo necessario all'ascesa celeste secondo i versi di Dante appena citati, equivale a credere alla parola umana invece che alla Parola di Dio!


Nessuna via di mezzo nell'Aldilà


Concludendo, il purgatorio non esiste. Esiste, invece, l'Aldilà (come chiaramente insegna il Vangelo di Luca 16,19-31), dove tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio per rendere conto di come abbiamo operato nella nostra vita terrena: taluni andranno a vita eterna, ma "a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira" (Lettera ai Romani 2,7-8).

Nell'Aldilà, dunque, non ci saranno vie di mezzo: o paradiso o inferno. E il purgatorio è una via di mezzo.




Jacques Le Goff, noto medievalista francese, nel 1982 ha pubblicato in Francia il libro "La Naissance Du Purgatoire" (La Nascita Del Purgatorio). Esso spiega come agli albori del XIII secolo la chiesa cattolica si "impadronì" di un "luogo" che pareva al di là delle influenze di ogni struttura umana, di uno "spazio" che si era sempre pensato proprio di essenze trascendenti l'umanità: la Divinità, il Fato, la Morte. Una conquista di tale importanza avvenne grazie a una invenzione, quella del Purgatorio. Quella cioè di un "terzo luogo" dove si "ripara", un luogo dove c'è ancora speranza vivendo tra i patimenti.

Quanti sono stati allevati nel cattolicesimo sono a considerare il Purgatorio come un "posto" al di là del tempo, alla pari di Paradiso e Inferno. Ma a sostenere queste affermazioni, non è uno qualsiasi ma nientemeno che Jacques Le Goff, il grande medievalista francese, erede di Marc Bloch, "signore" della Nouvelle Histoire, condirettore di quegli "Annali" che hanno rivoluzionato il modo di fare la ricerca storica.

Le Goff spiega: prima del XIII secolo né la parola Purgatorio né la sua rappresentazione esistevano. Come ha dichiarato al settimanale parigino "L'Express", l'invenzione del Purgatorio ebbe un ruolo nella grande mutazione dell'Occidente del XII-XIII secolo. Per arrivare all'invenzione del Purgatorio, infatti, ci è voluto del tempo: la Bibbia non ne parla affatto (come ribadiranno, in epoca della Riforma, i Protestanti) ma il concetto andò sviluppandosi adagio in seno alla chiesa cattolica. Il concetto di un terzo luogo intermedio tra Inferno e Paradiso dove non ci fosse né salvezza né dannazione era anche un'idea estranea all'uomo medievale.

Con il Purgatorio - immaginazione potente che godè di un pubblicitario di eccezione, Dante Alighieri - la chiesa cattolica "prende possesso" dell'Aldilà e, attraverso di esso, anche dell'Aldiqua. Con esso, la morte finiva di essere il momento cruciale in cui tutto è giocato, momento di frontiera tra vita e eternità. "Si può parlare - afferma Le Goff - di una vera e propria dilatazione delle occasioni di salvezza".

Da quel momento tra vivi e morti inizia uno scambio attivo. Di qua le messe per aiutare l'anima del penitente a liberarsi più in fretta dal Purgatorio, di là il rapporto individuale con l'Oltretomba. E in questa situazione grottesca e antibiblica è la chiesa cattolica, osserva Le Goff, che gestisce la "politica" del Purgatorio. Così la giurisdizione ecclesiastica si estende all'Aldilà che era di Dio. La folla di anime in attesa del Purgatorio si trova legata al mondo dei vivi. E i fedeli vengono gradualmente abituati (quasi legati) a un nuovo repertorio di gesti, preghiere, offerte.

"Le indulgenze - dice Le Goff - queste chiavi del Paradiso, ne sono l'esempio celebre e remunerativo". La chiesa cattolica stabilisce in terra un potere spirituale, ma anche economico, vastissimo. L'operazione, sostiene il libro, è teologica, ma l'operazione teologica non fa che sanzionare un'idea che già si era profondamente radicata nell'inconscio collettivo, nell'immaginazione popolare. In un'epoca confusa come il Medioevo, in cui gli spiriti viaggiavano in "strani universi" e tornavano a preoccupare i viventi, la chiesa cattolica seppe far buon viso a cattivo gioco: appropriandosi del Purgatorio seppe incanalare un'offensiva che non poteva contenere. "Se si vuole - dice lo storico - è il grande rinserramento dei morti. Per fare questo, per portare Immaginazione e Potere a coincidere, la chiesa cattolica ebbe bisogno di rendere "visibile" il Purgatorio, di descriverlo, di dargli un'immagine reale. E il trionfo visuale del Purgatorio avviene grazie all'Opera di un grandissimo propagandista, Dante Alighieri e la sua seconda Cantica. In fondo, prima di Le Goff che porta dimostrazioni e prove, due poeti avevano percepito lo sforzo geniale dantesco: sia Chateaubriand ("le purgatoire surpasse en poesie le ciel et l'enfer"), che Ezra Pound avevano per il Purgatorio una predilezione assoluta."

Con tutto questo (forse proprio per questo carattere, misterioso sognante e nuovo) l'idea del Purgatorio non si affermò poi tanto facilmente. La stessa invenzione teologica fu, seppure mal avversa, abbastanza cauta: il Purgatorio diviene dogma solo nel XVI secolo.

Ci rendiamo conto della tragedia?


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CHIARAMINETI SULLA "MESSA CATTOLICA"
 
CHIARAMINETI SULLA "MESSA CATTOLICA"

La messa e la transustanziazione

QUALCHE COMMENTO SULLA MESSA

La dottrina cattolica della messa, stabilita dal Concilio di Trento, afferma che essa è un sacrificio propiziatorio che viene offerto per espiare i peccati dei viventi e dei morti in Cristo.

La Bibbia insegna invece che Gesù Cristo ha offerto sé stesso come "unico sacrificio per i peccati" di coloro che credono (Ebrei 10:12; vedi anche Romani 6:9-10), e che non vi è bisogno di ulteriori sacrifici né di ripetizioni, perché "questo Egli l'ha fatto una volta per sempre quando ha offerto sé stesso" (Ebrei 7:25-27; 9:22,25-28).
Quindi non è possibile rinnovare il suo sacrificio per aiutare le anime del purgatorio (da notare che la Bibbia non parla affatto del purgatorio, ma solo di paradiso e inferno). Inoltre, fatto molto importante, la necessità di ripetuti sacrifici dà l'idea che il sacrificio di Cristo non sia stato sufficiente per la espiazione dei nostri peccati, ma che necessiti contribuire ad essa con numerosi altri sacrifici complementari. Dio afferma, al contrario, che il sacrificio di Cristo non può essere ripetuto perché è sufficiente per tutti i tempi per la remissione dei nostri peccati: "Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta per il peccato" (Ebrei 10:17-18). "Il sangue di Gesù .. ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7).

Accanto alla dottrina cattolica del sacrificio giornaliero, c'è la tradizione cattolica secondo la quale la sostanza del pane e del vino viene cambiata effettivamente nel corpo e nel sangue di Cristo; ciò è chiamato transustanziazione.
Questa tradizione si introdusse nella chiesa cattolica verso il 380 d.C., divenne dogma nel 1215 e si cominciò a inginocchiarsi davanti all'ostia nel 1226.

La chiesa cattolica, accettando questa tradizione, cerca di sostenerla con le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo", ma queste parole non insegnano che il pane subisce un cambiamento diventando letteralmente carne di Cristo. Gesù, dopo aver detto "questo è il mio corpo", chiama il pane nello stesso brano per ben tre volte "pane" (1 Corinzi 11:24-28). Lo stesso pensiero troviamo riguardo al vino, il quale viene chiamato "frutto della vigna" (Marco 14:25), quando invece avrebbe dovuto già essere stato cambiato in sangue. Così per poter interpretare letteralmente le tre volte che viene chiamato pane, è necessario interpretare figurativamente le parole "questo è il corpo" nello stesso modo in cui interpretiamo le parole di Cristo: "io sono la porta".

Nella messa non avviene alcun cambiamento (1), mentre nei miracoli di Cristo ciò era evidente. Quando per esempio Cristo cambiò l'acqua in vino, fu chiaro a tutti che non si trattava più d'acqua, ma di vino (Giovanni 2:9-10). Questo cosiddetto cambiamento è impossibile anche perché Cristo si trova corporalmente in cielo nell'età presente.
Ciò viene spiegato da Pietro in Atti 3:21 e riaffermato in Ebrei 10:12: "Questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio". Cristo insegnava ai suoi discepoli di fare la santa cena in ricordo di Lui e di ciò che ha fatto per noi: "Fate questo in memoria di me" (1 Corinzi 11:24).



1)  Nell'epistola agli Ebrei, l'apostolo Paolo ci ricorda che le cose visibili sono solo immagine (ombra) delle cose invisibili, spirituali; esse hanno il solo compito di far giungere al nostro spirito delle realtà altrimenti incomprensibili alla ragione. La strada per arrivare a Dio infatti non parte dalla ragione, ma dalla rivelazione data liberamente da Dio ai credenti.
Quando dunque Gesù dice: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", di fatto il senso è: Come io ho fatto la volontà del Padre mio e ho messo la mia vita sull'altare del sacrifico, così conviene che anche voi facciate la stessa cosa.
Dicendo così, Gesù mette se stesso come esempio di vita da seguire. Non sarà certo il nostro sangue purificatore di nessuno, perché nessuno può mettere il suo sangue davanti alla giustizia di Dio, e alla pari di Gesù, reclamare la salvezza di chicchessia; di certo, Iddio gradisce il nostro sacrificio spirituale offerto sul suo altare interamente, e non accetta sacrifici parziali.
Se vogliamo presentarci davanti ai simboli del pane e del vino, ricordiamoci che il sacrificio di Cristo non è razionale, e nemmeno l'interpretazione può esserlo.

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CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI" 1
 
CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI"
PARTE 1

Il culto della Madonna

"Il titolo di "mediatrice" non venne che molto tardi in uso nei documenti della Chiesa; fu raramente adoperato; è difficile ad essere esattamente interpretato; sembra in contraddizione con il testo biblico che chiama Cristo il solo mediatore".

Cardinale Paul Emile Léger
(1).



Che nome ha dato la chiesa cattolica alla madre di Gesù?

Maria viene chiamata "Madonna", parola latina (mea domina) che significa "mia Signora".


È vero che nel cattolicesimo la madre di Gesù è presentata come oggetto di culto?

La chiesa cattolica insegna a invocare Maria chiamandola: Regina, Madre di misericordia, Vita, Dolcezza, Speranza nostra, mia santissima Regina, Luce dell'anima, mia Avvocata, Speranza mia, mia Protezione, mio Rifugio, mia Consolazione e Felicità (si veda la pagina sul Rosario).

Ma la Maria della Bibbia, l'umile e benedetta madre di Gesù uomo, non è la Madonna, divinità creata successivamente dal clero sulla base della figura di Maria.

Ecco una delle tante preghiere di adorazione e consacrazione cattoliche. Si noti come questi insegnamenti defraudano il Signore del culto dovuto a Lui soltanto. Non c'è che da sostituire il nome di Maria perché essa possa essere rivolta, esattamente com'è, a Dio Padre o a Gesù Cristo:

"Cuore Immacolato di Maria, che in cambio del Vostro amore per noi riceveste tante offese. Io vi offro e consacro in perpetuo tutto me stesso, per corrispondere nel miglior modo alla vostra tenerezza materna, per riparare le ingiurie di cui siete oggetto da parte di tanti figli ingrati... Degnatevi di accettare quest'umile, ma sincera offerta. La mia anima, il mio corpo, la mia vita sono vostri; e giacché interamente vi appartengono, custoditemi e difendetemi come cosa tutta vostra"
(2).


Ma il culto non deve essere reso soltanto a Dio?

Infatti questo è l'ordine tassativo della Parola di Dio. Ed è qualcosa di naturale e spontaneo per chi ha ricevuto nella propria vita Gesù come proprio Salvatore. Gesù stesso disse: "Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il culto" (Matteo 4:10). Il culto, per sua stessa definizione, implica l'adorazione, e deve essere reso solo al Creatore.

Il culto della creatura umana ci è vietato da Dio stesso, e la madre di Gesù era una creatura umana, nata e defunta come tutti gli altri esseri umani. Inoltre, quando si invoca Maria chiamandola "vita, speranza e avvocata" si dimostra una evidente mancanza di fede in Gesù Cristo. La Bibbia dice che se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo (I Giovanni 2:1), mentre, in contrasto con questa dichiarazione, la chiesa cattolica insegna che abbiamo un avvocato principale (Gesù Cristo) e altri secondari (Madonna e santi).

Altrove, la chiesa cattolica arriva addirittura ad affermare che Maria è "il solo avvocato" dei peccatori (si veda più sotto) e "l'agnella senza macchia" (titolo che invece appartiene soltanto a Cristo; si leggano le parole dell'apostolo Pietro in I Pietro 1:19).


Allora come viene giustificato il culto delle creature?

Anziché attenersi semplicemente alla Parola di Dio, vengono fatte delle sottili distinzioni che hanno lo scopo di rendere accettevole il falso. La chiesa cattolica insegna, senza alcun fondamento biblico, che si deve adorare (culto di "latria") soltanto Dio, ma che si possono anche venerare, pregare e invocare gli angeli e i santi (culto di "dulia").

Quanto alla Madonna - dice il regnante pontefice - ad essa "è dovuto un culto speciale, eccezionale". Un culto di "iperdulia", dice il catechismo. Questo termine esprime qualche cosa che va al di là della comune misura. Perciò, secondo la teologia cattolica, noi non potremo mai soddisfare pienamente al nostro dovere di venerazione verso Maria, perché il suo diritto a tali onori va al di là dei nostri limiti e delle nostre possibilità (3).


Per quali motivi questa dottrina cattolica va respinta?

Questa distinzione di vari gradi di culto è del tutto arbitraria. Non solo in base alla Bibbia, ma anche da un semplice punto di vista del buon senso, non è possibile fare distinzioni nell'adorazione. Quando ci si inginocchia davanti a qualcuno, e lo si prega, lo si invoca, ci si confida in esso per la propria eterna salvezza, lo si porta in processione religiosa, lo si innalza sugli altari, questa non è semplice "venerazione", ma vera e propria adorazione, che non spetta in nessun caso alla creatura, ma soltanto al Creatore.

Per rendersi conto che non basta cambiare i nomi per cambiare le cose, non c'è che da leggere questa preghiera di san Bernardo (1090-1153), dove egli parla di Maria esattamente negli stessi termini che i Vangeli attribuiscono a Gesù Cristo:
"Nei pericoli e nelle angosce, nel dubbio pensate a Maria, invocate Maria. Se la seguirete, non andrete smarriti; se essa vi sostiene, non cadrete; se vi protegge, non avrete da aver paura; se essa vi conduce, non avrete tribolazioni; se essa vi è propizia, arriverete alla meta" (4).


Di quali e quanti mediatori ci parla il Vangelo?

Il Vangelo dichiara in modo costante e perentorio che fra Dio e gli uomini vi è un solo Mediatore, uno solo che ci possa salvare, Gesù Cristo. "V'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo" (I Timoteo 2:5). "In nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati" (Atti 4:12).


Che cosa insegna invece la chiesa cattolica?

Per cercare di convincere evangelici e protestanti ad avvicinarsi al culto della Madonna, i teologi cattolici cercano di presentarlo nel modo più seducente possibile, negando, contro ogni evidenza, che la chiesa cattolica ponga Maria come mediatrice accanto a Gesù. Allo stesso tempo, però, essi insegnano l'esatto contrario. Ad esempio:

"...augusta Regina delle vittorie, o vergine Sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti avventurati figli tuoi, che la bontà tua ha prescelto ad innalzarti un Tempio in Pompei. Prostràti ai tuoi piedi, in questo giorno solenne della festa dei tuoi novelli trionfi, sulla terra dagli idoli e dei demoni, effondiamo con le lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli ti esponiamo le nostre miserie... Madre, trattieni il braccio della giustizia del tuo Figliolo adirato, e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori..."
(6).

Qui, Gesù, che per amore nostro venne a dare la sua vita in croce per salvarci, e che versò il suo sangue innocente per noi, viene invece descritto come il "Figliolo adirato" di cui la Madonna deve "trattenere il braccio"?


Come viene anche chiamata la madre del Signore Gesù?

Al Concilio di Efeso (431), Maria è stata chiamata "madre di Dio". E i teologi cattolici deducono che - essendo Gesù vero Dio - essa sarebbe anche madre di Dio (7).


Perché non dobbiamo chiamare Maria "madre di Dio"?

1) Anzitutto perché neppure una volta troviamo alcuna indicazione di questo insegnamento nella Parola di Dio.
2) Perché questo titolo favorisce l'equivoco di attribuire la divinità a una creatura umana.
3) Perché Maria fu madre della natura umana di Gesù, non certo della sua natura divina. Maria stessa, come ogni essere vivente, è stata creata dalla Parola eterna di Dio, cioè da Gesù (vedi Giovanni capitolo 1).


Qual è il nuovo titolo dato a Maria?

Nella terza sessione del Concilio Vaticano II è stato a lungo discusso sull'opportunità di chiamare Maria "madre della Chiesa".
Il vescovo cattolico S. Mendez Arceo, parlando a nome di 40 vescovi latino-americani, presentò una serie di 12 argomenti contro l'inclusione del titolo "madre della Chiesa", osservando, tra l'altro, che "se la Chiesa è nostra madre, come siamo soliti considerarla, allora Maria, come madre della Chiesa, sarebbe in realtà nostra nonna. Essa sarebbe anche la madre degli angeli, dato che San Tommaso afferma che gli angeli fanno parte della Chiesa".
Senza tener conto di queste obiezioni, il regnante pontefice ha invece stabilito: "Noi proclamiamo Maria Santissima madre della Chiesa... e vogliamo che con tale titolo soavissimo d'ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata e invocata da tutto il popolo cristiano" (9).


Che cos'è l'Immacolata Concezione?

L'8 dicembre 1854, papa Pio IX (G.M. Mastai Ferretti, 1846-1878) ha dichiarato che "la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio... venne preservata immune da ogni macchia della colpa originale" (10).

Maria sarebbe quindi nata senza peccato, a differenza di tutte le altre creature umane, che nascono sotto il peccato originale, cioè con una tendenza a peccare. Nel passato, contro l'idea dell'Immacolata Concezione si schierarono le menti più dotte della chiesa cattolica: san Bernardo, san Bonaventura e il sommo dottore di questa chiesa, Tommaso d'Aquino. I francescani e i gesuiti hanno sostenuto questa dottrina, mentre i domenicani l'hanno fieramente combattuta.


Perché i Cristiani non devono accettare questa dottrina?

Perché non solo non ha alcun fondamento biblico, ma è contraria a quanto dice la Parola di Dio sulla radicale corruzione della natura umana. L'apostolo scrive: "per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v'è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato..." (Romani 5:12; si leggano anche Romani 11:32, Romani 3:9-10, Ecclesiaste 7:20, ecc).

Inoltre, la stessa Maria non si definì priva di peccato o superiore agli altri, anzi lodò umilmente Dio come suo Salvatore: "L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva..." (Luca 1:46).

Tra i primi cristiani, una testimonianza è quella di sant'Eusebio (260-340 d.C.), che scrisse: "Nessuno è esente dalla macchia del peccato originale, neanche la madre del Redentore del mondo. Gesù solo è esente dalla legge del peccato, benché nato da una donna sottoposta al peccato" (Eusebio, Emiss. in Orat. II de Nativ.).


Che cos'è l'Assunta?

La chiesa cattolica insegna che "Maria, dopo aver compiuto il corso della sua vita terrestre, è stata elevata corpo e anima alla gloria celeste..." (11).

Questa leggenda, che ha cominciato a farsi strada solo diversi secoli dopo Cristo, si chiama Assunzione (e perciò Maria è chiamata l'Assunta), ed è stata proclamata dottrina della chiesa cattolica soltanto nel 1950. Il sacerdote prof. Romano Guardini, precisamente a proposito delle leggende fiorite intorno alla Vergine, ha scritto: "La leggenda può allietarci con le sue dilettevoli immagini, ma di leggende non si vive, tanto meno quando ne va della sostanza" (12).


Perché non bisogna credere all'Assunzione di Maria?

1) Perché, se fosse vera, i Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento ce ne avrebbero sicuramente tramandato il ricordo.
2) Perché sappiamo, invece, che si tratta di una leggenda di cui troviamo le prime tracce solo dal VI secolo dopo Cristo. Lo storico cattolico M. Jugie così parla di questi racconti: "Dal punto di vista storico, il loro valore è assolutamente nullo" (13).
3) Perché, se l'Assunzione corrispondesse a un fatto storico, e di così grande importanza, sarebbe inspiegabile che la chiesa cattolica abbia atteso tante centinaia di anni prima di farlo sapere autorevolmente.
4) Perché l'Assunzione non solo non ha alcun fondamento storico, ma contraddice l'esplicita affermazione dell'apostolo Giovanni, secondo cui nessuno, all'infuori di Gesù il Figlio di Dio, è ancora risuscitato (Giovanni 3:13), e a quella, non meno esplicita, dell'apostolo Paolo (I Corinzi 15:50).


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CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI" 2
CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI"
PARTE 2
Qual è l'equivoco presentato dalla preghiera "Ave Maria"?

La chiesa cattolica insegna a invocare la madre di Gesù con le parole "Ave Maria, gratia plena", cioè: "Ti saluto, o Maria, piena di grazia", favorendo così l'equivoco che Maria sia dispensatrice di grazie.

Viceversa, l'angelo che annunziò a Maria la nascita di Gesù, le aveva detto: "Salve, o tu, a cui è stata fatta grazia" (Luca 1:28, testo greco originale: "Chaire, kecharitômenê..."). E per ben escludere che si potesse interpretare diversamente, lo stesso angelo ha aggiunto: "Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia davanti a Dio" (v. 30).

Sant'Ambrogio così commenta questo passo: "Nessuno distolga verso la Vergine Maria questa parola! Maria era il tempio di Dio e non il Dio del tempio. Solo dev'essere adorato Colui che era all'opera nel tempio" (14).


Quale altra forzatura è stata recata alla dottrina biblica per esaltare Maria?

Nel racconto della Genesi, Dio dice al serpente: "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno" (Genesi 3:15). Secondo il Concilio Vaticano II la Madonna "viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti nel peccato, circa la vittoria sul serpente" (15).

Qual è il significato? La Bibbia del "Cardinal Ferrari" così annota: "Secondo il testo ebraico il vincitore è uno" (genere maschile). Molti interpreti hanno giustamente capito che si tratta di Gesù Cristo, il che non impedisce, tuttavia, che ai bambini cattolici si insegni ancora che non sarà Gesù ma la Madonna.


Che cosa insegna la Bibbia riguardo alla madre di Gesù?

È significativo notare come, all'infuori degli episodi della nascita di Gesù, la Bibbia parli pochissimo di Maria (cinque volte soltanto), e sempre mettendone in evidenza la posizione umile e subordinata, ben diversa da quella che pretende per lei la chiesa cattolica:

1) Gesù dodicenne a Gerusalemme, quando esprime il suo stupore perché i suoi genitori non hanno pensato a cercarlo subito nel Tempio (Luca 2:41-52).
2) Le nozze di Cana, dove Gesù fa notare a sua madre che non è suo compito di interferire nella missione del Figlio (Giovanni 2:1-12).
3) L'episodio di Maria e degli altri familiari, che vanno a cercare Gesù, ritenendolo "fuori di sé" (Marco 3:21). In questa occasione, Gesù, dolorosamente colpito nel suoi affetti più cari, esclama: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?" (Matteo 12:48).
4) Maria ai piedi della croce (Giovanni 19:25-27).
5) Maria in preghiera con i discepoli a Gerusalemme dopo l'Ascensione (Atti 1:14).


Vi è nel Vangelo un episodio che insegna precisamente il contrario dell'Ave Maria?

Si, una volta qualcuno lodò proprio Maria in presenza di Gesù: "Una donna di fra la moltitudine alzò la voce e gli disse: Beato il seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti!"
Ma Gesù, rispondendo, le insegnò che la gloria spetta soltanto a Dio: "Beati piuttosto quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!" (Luca 11:27-28).


Per quale motivo il culto della Vergine ha preso un tale sviluppo nella chiesa romana?

1) Anzitutto, nel culto della Madonna rivive l'esaltazione pagana del principio femminile, come creatore e datore di vita (16).

2) Inoltre, nel culto della Madonna rivive in modo concreto il culto pagano di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo antico. Iside "che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice" era la donna divinizzata (culto ripetuto anche in altre mitologie, vedere qui). La si rappresentava come una giovane donna, inghirlandata dal loto azzurro della luna crescente, col figlioletto Horus tra le braccia. Non poche statue di Iside furono trasformate più tardi in immagini della Madonna. Anche i Druidi (sacerdoti pagani) onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante la fecondità (17).

3) Un altro motivo è da ricercarsi nelle eresie che negavano la divinità di Gesù. Per combattere queste eresie la Chiesa ha messo l'accento sulla divinità di Gesù, e questo nel tempo portò taluni a divinizzare anche la madre di Gesù.

4) Ma, soprattutto, il culto della Madonna è il culto della creatura umana in quello che essa ritiene di avere di più nobile. Attraverso il culto della Madonna, l'uomo dice a Dio: "Tu, per agire, avevi bisogno di noi. Non è dunque vero che l'umanità sia perduta senza rimedio, se è stata capace di esprimere un essere così perfetto come la Regina del cielo, la Madonna". Gesù sarebbe perciò morto per noi inutilmente.


In conclusione, che cosa dobbiamo pensare della dottrina su Maria?

Questa dottrina rimane uno degli ostacoli fondamentali per la riunione della cristianità, e l'espressione più evidente del deviazionismo della chiesa cattolica romana. Come giustamente si esprime il prof. Vittorio Subilia: "I protestanti spesso considerano la mariologia come una appendice strana e poco interessante della fede cattolica, una specie di superstizione popolare tollerata ufficialmente o tacitamente dalle illuminate sfere dirigenti e legata in particolare alle regioni meridionali, comunque un elemento marginale e non essenziale su cui non è il caso di fermerai troppo e che sarà spazzato via man mano che l'influenza dei progressisti ai verrà affermando. Questo atteggiamento è indicativo di una incomprensione fondamentale del cattolicesimo... Bisogna rendersi conto che la mariologia è connessa con l'essenza del cattolicesimo, è l'espressione del cattolicesimo" (18).

Perciò ogni cristiano che "sa in chi ha creduto", sa che fuori di Gesù Cristo non c'è altro Mediatore, né Salvezza, né Signore, e che "non c'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4:12).


NOTE

1 - Card. P.-É. Léger, al Concilio Vaticano II. Vedi: Docum. Cathol. 4 ottobre 1964.
2 - Il devoto della SS. Vergine di Fatima. Edito con approvazione ecclesiastica della Curia arcivescovile di Trani, 1953, p. 47.
3 - Discorso a Castel Gandolfo. Vedi: Docum. Cathol. 6 settembre 1954.
4 - Bernardo, Omelia II sull'Ev. Missus Est ; Cit. da: P. Gasparri (Card.), Catéchisme catholiqne, p. 184.
5 - Alberto Bellini, consultore del Segretariato per l'unità dei cristiani, in: "La Rocca", 1 maggio 1964.
6 - Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei, in: Venite adoremus., boll. Studentato eucaristico, San Benedetto del Tronto, 5/64.
7 - G. Gasparri, op. cit., p. 82.
8 - Cit. da "Bollettino del Consiglio federale delle chiese evangeliche d'Italia", n. 21, 9 dicembre 1964.
9 - Paolo VI, Discorso pronunziato alla chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano Il. Vedi: Docum. Cathol. ., 6 dicembre 1964.
10 - Bolla "Ineffabilis Deus", 8 dicembre 1854. Vedi: Denzingher, op. cit., 2803, p. 562.
11 - Pio XII, Coit. dogm. , Munificentissimus Deus, novembre 1950 (Denzingher, op. cit., 1903, p. 782).
12 - R. Guardini, Il Signore Milano, Ed. Vita e Pensiero, 1955, p. 10.
13 - M. Jugse, La mort et l'Assomption; Cit. da G. Mirece, La Vergine Maria, Torre Pellice, Ed. Claudiana, 1959, p. 103.
14 - De Spiritu Sancto, III; II, 80.
15 - Cost. dogm. sulla Chiesa, 55.
16 - Louis-Paul Favre, in: Réforme ., 16 aprile 1960.
17 - R. Puaux, Rome ef l'avenir des nations, p. 46.
18 - V. Subilia, La nuova cattolicità del Cattolicesimo, Torino, Ed. Claudiana, 1967, p. 67.

(Adatt. da "Il Vangelo non dice così", di R. Nisbet, Ed. Claudiana)


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CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI 3
 
CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI
PARTE 3
Il culto di Maria


Ogni cristiano ringrazia Dio per Maria e la onoriamo come "vaso scelto" di Dio; ma attribuirle uno status al limite della divinità è culto della creatura.

Senza dubbio persino molti cattolici nemmeno sanno che c'era un tempo in cui il papa stesso scomunicava le persone per aver pregato la Vergine Maria. Il culto di Maria (la mariolatria), oggi acclamato come dogma infallibile, un tempo era condannato dalla stessa chiesa romana come peccato mortale.

Non c'è alcuna evidenza storica prima del 5° secolo, che la Vergine Maria venisse esaltata. Solo allora essa fu chiamata per la prima volta "Madre di Dio". Le tradizioni che la riguardano furono aggiunte una dopo l'altra fino all'ultimo pronunziamento da parte di Pio XII, l'11 ottobre 1954, che afferma che Maria fu "assunta in cielo".
A cominciare dall'adozione del termine "Madre di Dio", vi furono diversi gradini nello sviluppo della mariolatria contemporanea. Non fu che dal 451 d. C.che il dogma della "verginità perpetua" di Maria fu reso obbligatorio per tutti i cattolici romani. Il passo logicamente susseguente fu l'8 dicembre 1854, quando il papa Pio XII dichiarò la dottrina dell'Assunzione di Maria.

Una volta fatto quel passo, il papa dichiarò che tutti i cattolici romani dovessero accettarlo senza poterlo mettere in questione, sotto pena di azioni disciplinari. Proprio per questa logica di sviluppo, non farebbe meraviglia alcuna se Roma un giorno proclamasse come vincolante ed infallibile il dogma della divinità di Maria. Già si rivolgono a lei come Regina del Cielo, il che equivale a considerarla divina, perché una regina è la moglie del re, e dato che essa vien chiamata Regina del Cielo, se ne deduce che essa sia moglie del Re del cielo. Ci vuol poco che un tale dogma venga confermato di una bolla papale.

Gli insegnamenti della chiesa cattolica romana al riguardo di Maria vengono riassunti da Alfondo de Liguori nel suo libro "Le glorie di Maria", scritto alla fine del diciottesimo secolo. Il Liguori scrive al riguardo di Maria:
"...essa davvero fu resa mediatrice di pace fra i peccatori e Dio. I peccatori possono ricevere perdono (…) solo attraverso Maria. Noi saremo esauditi molto più in fretta se invocassimo il suo santo nome, più in fretta di quanto non lo sia invocando il nome di Gesù (…) Maria viene chiamata la Porta del Cielo perché nessuno potrà entrare in quel Regno benedetto senza passare attraverso di lei. (…) La via della salvezza è aperta a nessuno che non passi attraverso Maria".

Questi insegnamenti sono chiaramente blasfemi e non cristiani.

Nel 1803 la Congregazione dei Riti decretò: "In tutti gli scritti di Alfonso de Liguori non c'è parola alcuna rispetto alla quale si possa dire che sia errata". Così la chiesa cattolica romana ha dichiarato formalmente che tutti gli insegnamenti del Liguori sono giusti e riconosci dalla chiesa cattolica.
Che cosa insegna, dunque, al riguardo di Maria? Che essa è Mediatrice della redenzione, perché dice (vol. 1, p. 178):
"Desiderando redimere l'umanità, Dio ha posto il prezzo della redenzione nelle mani di Maria, affinché la possa dispensare a chi essa vuole".

Ricapitolando, la chiesa cattolica considera Maria un mediatore persino più potente che il Signore Gesù Cristo: "Talvolta noi possiamo essere esauditi molto prima invocando l'intercessione di Maria che pregando Gesù, nostro Salvatore" (p. 209); e ancora (p. 183): "Se il mio Redentore mi respingesse a causa dei miei peccati, io mi getterei ai piedi di Sua madre, Maria, e rimarrei prostrato dinnanzi a lei, fintanto che lei ottenesse il mio perdono". Roma esalta Maria a tale grafo che "tutto, persino Dio, ubbidisce ai comandi di Maria"! (p. 265)

Il Signore Gesù viene del tutto ignorato come l'Avvocato e l'Intercessore del Suo popolo, e come l'unico Mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5), e anzi questi titoli e funzioni gli vengono tolti e dati a Maria! Cristo viene rappresentato come un Giudice pieno di collera e senza misericordia, dalle mani del quale Maria salva i peccatori. Per questo, secondo la chiesa cattolica, Maria è "il solo avvocato dei peccatori" (p. 190 ss), e "suo Figlio, il Giudice del mondo, non può sottoporre alla condanna quei peccatori che lei difende" (p. 282), e "quando Dio è irato con un peccatore che Maria prende sotto sua protezione, lei trattiene suo figlio, affinché Egli non infligga il castigo, e salvi il peccatore" (p. 193).
In Maria, quindi, i papisti ripongono la loro speranza (p. 257): "Vergine sommamente santa, prendici sotto la tua protezione, perché senza di te noi non abbiamo altra speranza di salvezza", perché, dicono, "colui che viene protetto da Maria sarà salvato; colui che non è protetto da lei sarà perduto".

E ancora: "O Vergine santissima, nessuno può abbondare nella conoscenza di Dio se non attraverso te; nessuno, o Madre di Dio, ottiene la salvezza se non attraverso te, nessuno riceve alcun dono dal trono della grazia se non attraverso te" (Papa Leone XIII, Adiutricem Populi).

"Maria è stata per grazia esaltata al di sopra di tutti gli angeli e gli uomini, seconda solo a suo Figlio, come madre santissima di Dio che fu partecipe dei misteri di Cristo: ella è giustamente onorata da un culto speciale nella Chiesa [Cattolica]"
(Concilio Vaticano Secondo, "Costituzione dogmatica della chiesa", n.66).

Il cattolicesimo romano, quindi, è fondamentalmente marianesimo, ed è questo ciò che la chiesa cattolica insegna ancora oggi. Anche la Messa è stata convertita in culto di Maria aggiungendo ad essa preghiere a lei rivolte, dando ad esse grande importanza.
Fu papa Leone XIII a superare tutti i suoi predecessori a questo riguardo tanto da venire considerato "il papa del Rosario". Il Rosario consiste di 166 perline di una collana, sulla quale i cattolici devono recitare 1 "credo", 15 "padre nostro", e 150 "ave maria".
La ripetizione delle preghiere e l'uso di molte parole in preghiera sono pratiche condannate da Gesù (si legga Matteo 6:5-13). Eppure, recitarle in questo modo, disse papa Leone XIII, è "il modo più potente e piacevole" di "onorare" Maria. Il culto di Maria viene particolarmente promosso oggi dall'attuale papa, il quale si considera particolarmente consacrato a Maria.

Concludiamo con una considerazione. A chi i Magi resero il culto? Matteo 3:11 dà una chiara risposta: "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono" (Mt. 2:11). Forse Gesù o gli apostoli ispirati dallo Spirito Santo che scrissero il Nuovo Testamento dissero mai che Maria, la madre di Gesù, dovesse essere adorata, servita, o "particolarmente onorata"? Niente di tutto questo. Gesù, rispondendo a Satana che pretendeva di essere adorato, disse chiaramente: "«Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto" (Mt. 4:10).



RIFLETTIAMO SU ALCUNI ASPETTI

  • Se la mariologia è così fondamentale per la fede, come mai dopo la morte di Cristo, Maria viene citata esplicitamente solo in Atti 1:14?
  • Come mai Paolo, in Galati 4:4, parlando dell'incarnazione di Gesù, dice semplicemente "nato da donna", senza neppure farne il nome e senza spendere una sola parola in più su Maria?
  • Come mai v'è un silenzio quasi totale degli scrittori cristiani più antichi su Maria (in particolare sulla "Maria" di oggi)?
  • Come mai, nel Nuovo Testamento, di tutte le "verità di fede" su Maria enunciate nel corso dei secoli dalla Tradizione e dal Magistero - perpetua verginità, immacolata concezione (dogma del 1854!), assunzione in cielo (dogma del 1950), impeccabilità, corredenzione, destinataria di una redenzione più sublime di chiunque altro, regalità celeste, mediazione, venerazione, capacità di far miracoli sulla terra -, non v'è il minimo cenno? Sull'Immacolata concezione, ad esempio (e vale per ogni altro aspetto), il Cda dice: «Nella Tradizione della Chiesa, il comune senso della fede ... a poco a poco è arrivato ad acquisire anche la certezza della sua esenzione dal peccato originale. Finalmente nel 1854 il papa Pio IX ha definito solennemente...».
  • Possibile che più passa il tempo e ci si allontana dalla prima fonte storica (testimoni oculari, ecc.), più si riesce a saperne, sia di cose terrene che celesti? Si "sa" addirittura che durante il parto Maria è rimasta miracolosamente vergine: come credere ad un miracolo che la Scrittura non riporta, e che nessuno ha mai detto di aver visto?
  • Del "rapimento" al cielo di Enoch ed Elia, la Bibbia parla (Genesi 5,24; 2 Re 2,11); se Maria è stata assunta in cielo, perché la Bibbia non ne parla affatto? Mentre Maria era in vita e nei decenni dopo la sua morte (periodo del Nuovo Testamento), non ha mai operato miracoli, né mai è stata venerata; gli scrittori sacri non si sono preoccupati di dire dove e quando e morta, né come è vissuta, né hanno sviluppato alcuna teologia che la riguardi.

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CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI" 4
 
CHIARIMENTI SULLA "MADONNA DEI CATTOLICI"
PARTE 4    
IL ROSARIO

Il Rosario

i titoli di Maria secondo il Rosario della Chiesa Cattolica

Conosci la Maria di Nazareth, d'Israele, e dei Vangeli?

Ella fu una donna molto speciale, benedetta da Dio, e occupa un posto unico nella storia. Maria fu per tutte le donne un esempio di purezza, umiltà, fede e ubbidienza. Ma notiamo alcune cose che il Rosario dice di Maria:

  • Santa Maria, prega per noi...
  • Santa Madre di Dio
  • Regina del cielo
  • Regina concepita senza peccato originale
  • Porta del cielo
  • Stella del mattino
  • Salute degli infermi
  • Rifugio dei peccatori
  • Regina degli Angeli
  • Regina dei Patriarchi
  • Regina degli Apostoli
  • Regina dei Martiri
  • Regina di tutti i Santi
  • Regina del Santissimo Rosario
  • Madre della Chiesa
  • Madre della divina grazia
  • Rosa mistica
  • Torre di Davide
  • Arca dell'alleanza
  • Vergine degna di onore
  • Vergine degna di lode
  • Vergine potente
  • Vergine clemente
  • Specchio di perfezione
  • Sede della sapienza
  • Causa della nostra gioia
  • Tabernacolo dell'eterna gloria

Queste e molte altre cose vengono dette nel Rosario su Maria, la donna che ci viene presentata come la madre di Gesù Cristo. La conosci davvero? Forse pensi di si perché ne hai sentito parlare fin da quando eri un bambino, ma conosci davvero la Maria della Bibbia?

Prendi l'esempio di Giovanni Battista. Il Signore Gesù disse che Giovanni era il più grande dei profeti, ma quando la gente chiese a Giovanni: "Chi sei tu?", lui rifiutò di assumersi qualunque onore o titolo per se stesso. Rispose: "Non sono il Cristo... Non lo sono... No" (vangelo di Giovanni 1:20-21). Ogni volta parlava sempre meno di se stesso, come se si stesse svalutando. E quando la gente insistè chiedendogli: "Che dici di te stesso?", lui rispose solo: "Io sono la voce di uno che grida nel deserto" (Giovanni 1:23).

Il caso di Maria è simile. Maria fu benedetta in modo particolare da Dio affinché concepisse e desse alla luce Gesù, e l'angelo la definì "favorita dalla grazia" (Luca 1:28). Ma c'è una grande distanza tra queste parole e tutti i titoli che i devoti di Maria le danno oggi.
Come nel caso di Giovanni il Battista, se vogliamo permettere a Maria di parlare per se stessa, ecco quello che Maria disse di sè: "Ecco, sono la serva del Signore" (Luca 1:38), e "il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore" (Luca 1:47).
Maria non mentiva; disse che Dio era il suo Salvatore, e questo significa che come ogni persona anche lei aveva bisogno di essere salvata. Abbiamo ascoltato le parole con cui Maria parlava di se stessa con umiltà.

Giovanni il Battista, il più grande dei profeti, disse del Signore Gesù: "Egli deve crescere e io invece diminuire" (Giovanni 3:30). Questo è ciò che fece anche Maria. Nel vangelo di Giovanni verso 2:5 vediamo che Maria si mise in secondo piano rispetto a Gesù, e disse ai servitori: "Fate tutto quello che vi dirà". Se i devoti di Maria le credessero davvero e prendessero sul serio le sue parole, da questo momento in poi dovrebbero essere devoti di Gesù Cristo, non di Maria.
La chiave per la vita eterna e per la grazia di Dio è il Signore Gesù Cristo, non Maria. Il Signore Gesù disse: "tutti onorino il Figlio come onorano il Padre" (Giovanni 5:23). Non ci viene mai detto di onorare Maria come creatura divina o celeste. In tutta la Bibbia nessun Apostolo e nessuno dei primi Cristiani ha mai pregato o venerato Maria.
Sapevi che non esiste il Rosario da nessuna parte nella Bibbia? Quando il Signore Gesù parlò del cielo, disse: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6). Non disse mai, "a Gesù attraverso Maria", ma piuttosto, come le parole del Signore Gesù indicano, la via a Dio Padre è solo attraverso Gesù Cristo. Perciò, non inganniamoci, e non permettiamo al nostro rispetto per Maria di essere sviato dalle tradizioni o dal sentimentalismo. Maria è benedetta, ma non è la via per andare a Dio. Il Signore Gesù Cristo è la via, l'unica via. L'Apostolo Pietro ha detto: "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (Atti 4:12).

Chi è, allora, la Maria della Bibbia? Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare direttamente alla Bibbia, non a qualche libro di preghiere, catechismi, ecc. E' come bere acqua direttamente dalla sorgente, invece che dal fiume fangoso. Nella Bibbia abbiamo già visto che l'angelo disse a Maria che lei era stata "favorita dalla grazia", e che Maria rispose: "Ecco, sono la serva del Signore". Il Signore Gesù la chiamava "donna" (Giovanni 2:4), non "santa madre". Gli Apostoli la conoscevano come "Maria la madre di Gesù" (Atti 1:14), non come "la Madre di Dio". Per i credenti sinceri, queste quattro affermazioni - una da un angelo, una da Maria stessa, una dal Signore Gesù Cristo, e una dagli Apostoli - descrivono la vera Maria della Bibbia.

Stranamente, nonostante la chiarezza delle parole del vangelo, diverse persone insistono ad esaltare una umile e devota donna rendendola qualcosa che né gli angeli, né gli apostoli, né il Signore, né Maria stessa, hanno mai pensato: una dea. Forse queste persone non sanno che questo è il peccato di idolatria, però la Maria che hanno fabbricato è una leggenda religiosa, non la vera Maria della Bibbia. La loro Maria è un'altra persona, che riceve la devozione dei suoi seguaci.

Maria non è la madre di Dio. Nessuno in cielo, o nella Chiesa ai tempi dei vangeli la chiamò mai "Madre di Dio", perché Dio non ha una madre né ha mai avuto un inizio: Dio è eterno. Dio il Figlio esisteva in cielo in perfetta comunione e gloria con il Padre fin da prima della creazione (vedi Giovanni 17:5). Maria è la madre di Gesù come uomo, lei fu semplicemente la donna attraverso cui Dio venne tra gli uomini, incarnandosi in Gesù; fu benedetta perché aveva ricevuto la grazia di essere scelta, non perché avesse creato Gesù.

Maria certamente non è la porta del cielo, perché questa frase descrive il Signore Gesù Cristo. Come accade per molti altri titoli, le sono attribuiti togliendoli a Cristo, molti anni fa, da persone che non conoscevano Gesù, non Lo amavano, non Lo seguivano, e non credevano in Lui come loro unico Salvatore. Erano persone sincere? Forse. Ma il fatto è che insultano il Signore Gesù togliendo i Suoi titoli e dandoli alla donna che fu la sua madre secondo la carne. Gesù disse: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo" (Giovanni 10:9). Il Signore non poteva essere più chiaro. Perciò, chiamare Maria "la porta del cielo" è blasfemia.

Maria non è la madre della Chiesa, né la madre degli Apostoli della Chiesa Cristiana, perché la Chiesa è una creazione di Dio attraverso lo Spirito Santo, proprio come Adamo ed Eva furono creati da Dio senza avere dei genitori. La Bibbia dice che la Chiesa è la sposa del nostro Signore Gesù Cristo, non la figlia di Maria. Perciò, presentare Maria come la madre della Chiesa non è qualcosa di mistico, ma è semplicemente assurdo.

La Maria della Bibbia non è la madre della divina grazia, perché la grazia procede unicamente da Dio Padre e da Gesù Cristo (leggi Galati 1:3, Efesini 1:2, Filippesi 1:2, Colossesi 1:2, 1 Tessalonicesi 1:1, ecc). La grazia non è distribuita dagli uomini ma è solo ricevuta da essi. Non è nemmeno distribuita dalle chiese o attraverso i sacramenti, ma solo da Dio. Gli uomini devono andare a Dio per ricevere la grazia, non a Maria né a qualche chiesa.

Maria non è la sede della sapienza, perché la sapienza viene da Dio, Lui ne è la sede. Maria non ha ricevuto autorità da Dio e non ha sapienza spirituale da distribuire agli altri. Possiamo certamente imparare dal suo esempio a credere in Dio e a ubbidire a Lui con umiltà, ma lei non è stata fatta dispensatrice di sapienza. La vera sapienza viene dall'alto, da Dio nostro Padre (Giacomo 3:17, 1:17).

Maria non è la stella del mattino, perché Gesù Cristo ha detto di essere la stella del mattino (leggi Apocalisse 22:16).

Maria non è affatto la regina del cielo, vogliamo essere chiari su questo punto, perché la Bibbia non le dà mai questo titolo. Non esiste una regina in cielo. Il trono appartiene a Dio e all'Agnello (Gesù), non a Maria o ad altri (vedi Apocalisse 7:15,17; 22:1). In Giovanni 14:1 il Signore ha chiamato il cielo "la casa di mio Padre", non ha mai parlato di Maria. Chi conosce le Sacre Scritture sa che il titolo di "regina del cielo" è un titolo idolatra che proviene dalla mitologia di Babilonia (Semiramide), ripetuto in Egitto (Iside) e altrove con altri nomi (leggi Geremia 44:15-19,25). Secondo il verso 15 di questo testo, molti dei devoti della "regina del cielo" erano donne. Questa pratica pagana di devozione a delle divinità femminili invase la chiesa professante dopo che l'Imperatore di Roma ebbe legalizzato il Cristianesimo e professò di credere, rendendolo popolare. Invece di essere perseguitati, ai Cristiani fu permesso di costruire templi, e alcuni pagani cancellarono i nomi dei loro dèi e dee e li sostituirono con nomi biblici. Al posto della madre-dea babilonese Semiramide e di suo figlio Tammuz, o della madre-dea Iside e di suo figlio Osiride, essi misero i nomi di Maria e Gesù. Questa pratica di devozione alla madre e al figlio non è né Cristiana, né apostolica, né biblica.

Non ci viene detto di credere in Maria, né di confidare in lei, né di pregarla. Il Signore Gesù disse: "Abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!" (Giovanni 14:1). Egli non disse mai "credete anche in mia madre". Se fosse stato necessario o importante, perché Gesù non lo avrebbe detto? Egli insegnò ai discepoli a pregare in modo meraviglioso dicendo, "Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome", ma avete notato che Egli non insegnò mai a pregare a Maria? Cristo disse che qualunque cosa chiediamo al Padre nel nome di Gesù, ci verrà data (Giovanni 15:16, 16:23). Possiamo andare direttamente al Padre attraverso suo Figlio Gesù. Maria non viene mai presentata come mediatrice o come intercessore. Nessuno nel Nuovo Testamento l'ha mai pregata. La vera Maria non può ascoltare le nostre preghiere né rispondere ad esse. Dovrebbe essere onnisciente, onnipresente, e onnipotente per farlo, e non lo è, perché lei non è Dio. Chiunque la prega è colpevole davanti a Dio di falsa religione e di idolatria.

La Maria della Bibbia ci ha già detto chi è lei. Vi invito a leggere e a esaminare i versi, e vedere da voi stessi qual è la verità secondo la Bibbia. L'angelo Gabriele ha parlato. I santi Apostoli hanno parlato. Il Signore Gesù Cristo ha parlato, e già questo dovrebbe bastarci. Egli ha detto: "Io e mio Padre siamo uno" (Giovanni 10:30), ma non ha mai parlato di Maria in questo modo. Niente può essere aggiunto per contraddire o modificare ciò che dice la Parola di Dio. Ma se nonostante questo qualcuno continua a venerare e a praticare la devozione a quella Maria leggendaria o mistica che certe chiese propongono, allora quella persona dimostra che non è un vero credente. E' un devoto pagano di una dea che usa il nome di Maria per allontanare le persone da Dio il Padre e dal Signore Gesù Cristo come unico Salvatore.

Amico, se hai venerato o pregato Maria, puoi vedere dalla Bibbia che un tale comportamento non piace a Dio. Forse lo hai fatto con sincerità, ignorando la verità. Nondimeno, ora che conosci la verità, dovresti confessare a Dio questo peccato, pentirtene, e riporre tutta la tua fede solo nel Signore Gesù Cristo, perché Lui soltanto può salvarti. Spero che seguirai il consiglio di Maria e che dunque farai tutto ciò che Gesù ha detto. Egli dice che possiamo confidare in Lui per ricevere la vita eterna (Giovanni 3:16). E segui anche il consiglio di Giovanni il Battista, facendo sì che il Signore Gesù Cristo viva e cresca nella tua vita. La dottrina degli apostoli ci insegna che esiste un solo Dio e un solo mediatore tra Dio e gli uomini, non un Dio e molti mediatori. Colui che è Dio e che al tempo stesso è il nostro Mediatore si chiama Cristo Gesù. Lo conosci e hai riposto la tua fiducia soltanto in Lui per la tua salvezza? Se no, spero che lo farai oggi stesso.


(Gesù disse) "Lo spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l'apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l'anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto".

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CHIARIMENTO SUI "SANTI DEI CATTOLICI"
 
CHIARIMENTO SUI  "SANTI DEI CATTOLICI"

Pregare i santi

la preghiera per i santi e per i defunti, i santi patroni

Il catechismo della Chiesa Cattolica invita i fedeli a pregare coloro i quali, grazie alle buone opere compiute, sono stati da essa dichiarati santi:

"I testimoni che ci hanno preceduti nel regno, specialmente quelli che la Chiesa riconosce come santi, condividono la tradizione vivente della preghiera mediante l'esempio delle loro vite... Essi contemplano Dio, lo lodano e si prendono costantemente cura di quelli che hanno lasciato in terra. La loro intercessione è il loro più elevato servizio nel piano di Dio. Possiamo e dovremmo chiedere loro di intercedere per noi e per il mondo intero" (CCC, pag. 645, #2683 - si veda anche pag. 249, #956).

Iniziamo col definire la parola "santo". La Chiesa Cattolica insegna che un santo è uno dei pochi che, a motivo delle buone opere compiute mentre era in vita, viene dichiarato santo dopo la sua morte:

"Canonizzando alcuni dei fedeli, cioè, proclamando solennemente che essi hanno praticato eroica virtù e hanno vissuto in fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce il potere dello Spirito di santità dentro di sè e sostiene la speranza dei credenti proponendo loro i santi come modelli ed intercessori" (pag. 219, #828).


Secondo la Bibbia, invece, chiunque è nato di nuovo in Cristo è un santo. Ogni credente che ha accettato il Vangelo e ha ricevuto personalmente Gesù Cristo come proprio Salvatore è un santo. Paolo, ad esempio, scrisse a tutti i santi (cioè ai Cristiani viventi) in Roma:

"...a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo" (Romani 1:7 - si vedano anche, in particolare, Filippesi 1:1 e 2 Corinzi 1:1).

Molti altri versi spiegano la stessa verità:

"A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo" (Efesini 3:8).

"Ed Egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11-12).

(Si vedano anche: Atti 9:13; 9:32; 9:41; 26:10; Romani 8:27; 12:13; 15:25; 15:26; 15:31; 16:2; 16:15; 1 Corinzi 6:1, 2 Corinzi 1:1, Efesini 1:1, e gli altri molti riferimenti presenti nel Nuovo Testamento).


PERCHÈ QUESTA DOTTRINA?

La Chiesa Cattolica ha scartato la definizione scritturale di "santo" e ne ha ideata una nuova, istruendo i fedeli a pregare questi "santi" non scritturali.

La domanda è: perché pregare altri, quando l'Iddio dell'universo è in cielo e attende le nostre preghiere per ascoltarci e risponderci?

I defunti sono nostri intercessori?

Secondo la teologia cattolica, i santi defunti "intercedono per noi presso il Padre". Ma noi Cristiani sappiamo che Gesù Cristo è il nostro unico intercessore. La Bibbia dichiara che non ve ne sono altri:

"Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (1 Timoteo 2:5).

"Egli (Gesù) può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7:25).

Insegnare il contrario è una tradizione inventata dagli uomini, contraria alla Parola del Signore.

Vediamo un'altra citazione interessante dal catechismo cattolico, riguardante i santi:

"Esattamente come la comunione cristiana tra noi pellegrini ci porta più vicini a Cristo, così la nostra comunione con i santi ci unisce a Cristo..." (pagg. 249-250, #957).

Secondo la chiesa cattolica, pregare i santi avvicinerebbe le persone a Cristo. In realtà, neppure questa dottrina è presente nella Bibbia.

Infatti, questa pratica di avere comunione con i morti è pericolosamente simile alla negromanzia, una pratica severamente condannata da Dio (si legga ad esempio Deuteronomio 18:10-12), e ciò nonostante, viene insegnata dalla Chiesa Cattolica anche nella forma della preghiera per i defunti, che sarebbe "...in grado non solo di aiutarli, ma anche di rendere efficace la loro intercessione per noi" (pag. 250, #958).


PREGHIERE PER I MORTI E LORO INTERCESSIONE

Ricordiamo che quando la Bibbia dice che i morti non sanno nulla (Eccl. 9:5), intende dire che non sanno più quello che avviene sulla terra, né quello che avviene ai loro congiunti, fratelli, sorelle, ecc. Nel libro di Giobbe per esempio è detto a proposito dell'empio che muore che "se i suoi figli salgono in onore, egli lo ignora; se cadono in disprezzo, egli non lo vede" (Giob. 14:21). E nel libro di Isaia è scritto che gli Israeliti dicevano a Dio: "Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce" (Is. 63:16). I morti dunque non sanno nulla di noi e neppure dobbiamo contattarli, pregarli, o invocarli. Ricordiamoci che la consultazione dei morti a favore dei vivi è una pratica condannata dalla Parola di Dio (cfr. Lev. 19:31; Deut. 18:9-12) e che Saul, per averla praticata, fu fatto morire da Dio (cfr. 1 Cron. 10:13).


CONCLUSIONE

La domanda che ciascuno deve porsi è: perché la Chiesa Cattolica preferisce che gli uomini preghino questo o quel santo defunto, piuttosto che l'Iddio vivente e onnipotente che risponde alla preghiera dei Suoi figli?

Se conosco un Dio onnipotente Creatore e Signore del cielo e della terra, il quale si dichiara di amore infinito e paterno, cosa può indurmi a chiedere grazie ad altri soggetti?
L'intercessione del Figlio di Dio, il Signore Gesù, non è abbastanza per noi? Il Creatore dell'Universo ha bisogno dell'aiuto dei defunti affinché possa persuadere il Padre ad aiutarli?
Che attitudine degradante verso il Signore Gesù Cristo! Questa non è l'immagine di Gesù che ci viene presentata nella Bibbia.

Sappi dunque che se queste tradizioni umane non corrispondono a verità, allora tutte le tue preghiere ai "santi" sono inutili.

Ma se preghi Dio attraverso Gesù, puoi reclamare delle meravigliose promesse che Dio ci ha fatto:

"Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16).

Nota sui Santi Patroni:
La chiesa cattolica insegna a confidare dei cosiddetti santi patroni, che essa definisce così: "Si dicono Santi Patroni, o protettori, quelli che ogni città, diocesi, parrocchia, istituzione, ceto sociale, professione, ecc., elegge a propri intercessori davanti a Dio, e sotto il cui patrocinio si pongono le singole persone" (Dizionario Ecclesiastico, Torino 1958, pag. 114).
Vi sono patroni che veglierebbero su determinate categorie di lavoratori, protettori per determinate malattie (nella tradizione popolare, si crede che san Cataldo guarisca l'ernia, santa Apollonia il mal di denti, san Biagio il mal di gola, ecc.), altri per le varie necessità (sant'Antonio da Padova aiuterebbe a ritrovare le cose perdute, santa Barbara proteggerebbe dai fulmini e dalle saette), altri patroni veglierebbero su una determinata città, e così via. Si tratta però di idee di origine pagana, che non provengono dal Cristianesimo, ma dal paganesimo che si insinuò nella chiesa romana durante i primi secoli.
Né dobbiamo credere che i santi patroni sono intercessori che gli uomini possono scegliersi perché siano loro mediatori davanti a Dio. La Bibbia infatti è categorica: "Esiste un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (1 Timoteo 2:5). Come credenti possiamo intercedere gli uni per gli altri, ma si tratta sempre di intercessione di credenti viventi a favore di altri viventi, mai di contatto con i defunti, che Dio ci ammonisce severamente a non praticare in nessun caso.


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11/12/2008 10:32
 
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CHIARIMENTO SU " IN CHI E' LA SALVEZZA"
 
CHIARIMENTO SU " IN CHI E' LA SALVEZZA"

In chi è la salvezza: Gesù Cristo o la chiesa cattolica?

Il 5 settembre 2000 il cardinale Ratzinger ha dichiarato apertamente che per la chiesa cattolica romana non esiste salvezza al di fuori di se stessa. Molti Cristiani non cattolici, per anni si sono illusi di trovare un dialogo con essa. L'illusione era cominciata con il Concilio Vaticano II che per molti era stata una svolta storica. La chiesa romana sembrava aprirsi per la prima volta al dialogo ecumenico con quelli che definisce i "fratelli separati". E con il passare degli anni si sono svolti tanti e tanti incontri ecumenici, dialoghi fraterni, tra numerosi pastori e i prelati cattolici.
Ma già leggendo attentamente il suo decreto sull'ecumenismo era evidente che la chiesa cattolica romana non è affatto cambiata nella sostanza: ribadisce infatti, così come ha fatto il cardinale Ratzinger, che la chiesa romana non ammette l'idea che fuori di essa si possa essere salvati.


Come spesso accade in una regione come la nostra a maggioranza cattolica, si ha spesso la tendenza a considerare quasi come sinonimi i termini "cattolico" e "cristiano" nonostante il fatto che, come sappiamo, le denominazioni cristiane sono moltissime (Battisti, Pentecostali, Metodisti, Luterani, Anglicani, Ortodossi, ecc.) e alcune di queste hanno decine di milioni di aderenti e in molti paesi sono Chiese persino più grandi di quella Cattolica: si pensi per esempio alla Chiesa Battista in Russia o negli Stati Uniti.

In secondo luogo quando Cipriano affermò che «fuori dalla Chiesa non c'è salvezza» occorre vedere di quale Chiesa parlava dato che le varie denominazioni cristiane come le abbiamo oggi non esistevano, quindi nemmeno quella Cattolica, a meno di voler pretendere che l'unica Chiesa che discende dalla Chiesa primitiva sia quella Cattolica, cioè che tutte le altre siano «abusive». In seguito, se alla fine del discorso si vuole arrivare a un dunque, sarebbe il caso di avere qualcosa di comune su cui basare la discussione: ora, almeno fra le Chiese Cristiane, questa base comune esiste ed è la Bibbia, riconosciuta (seppur con piccole differenze) da tutte quale infallibile Parola di Dio; parto quindi da essa per formulare il mio pensiero: qualsiasi cosa dica qualsiasi chiesa e qualsiasi articolo di giornale a proposito delle possibilità o probabilità di salvezza di cattolici, buddisti, atei o quant'altro, la Bibbia afferma, parlando di Gesù: «In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stato stabilito che essi possano essere salvati» (Atti 4:12).

Dunque le chiese non c'entrano nulla se non nella misura in cui esse sono tenute a predicare la Parola di Dio (e non le loro opinioni): «Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura» (Marco 16:15) e «La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione si attua per mezzo della Parola di Cristo» (Romani 10:17).

Vorrei ancora precisare che il merito individuale nella salvezza non c'entra proprio nulla; nessuno si può meritare la salvezza: «Siete stati salvati per grazia, mediante la fede; e ciò non viene da voi ma è dono di Dio; né viene da opere affinché nessuno possa vantarsene» (Efesini 2:9).

Chiunque intraprende la lettura della Bibbia con la sincera intenzione di conoscere la verità cristiana a proposito di salvezza si accorgerà ben presto che molte chiese nel corso dei secoli hanno posto condizioni che la Parola di Dio non contempla affatto (e che talvolta sono addirittura in contrasto con essa): l'unica via di salvezza è la fede nel sacrificio salvifico di Gesù: «Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita. Questo vi ho scritto affinché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio» (1a Lettera di Giovanni 5:11 e 12) e «Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù» (Romani 8:1). Pretendere poi che si possa leggere e interpretare la Bibbia solo per il tramite della tradizione e del magistero della chiesa cattolica significa pretendere di essere i soli a possedere non solo la verità, ma anche lo Spirito Santo che si è reso garante di tale verità; se fosse necessario un intervento della Chiesa, la Bibbia non tacerebbe su un punto così importante; invece essa contempla proprio dei casi opposti come per esempio quello citato nel libro di Giosuè (1:8) «Questo libro della legge non si allontani mai da te, ma meditalo giorno e notte» o quello dei neodiscepoli di Berea che «accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le scritture per vedere se le cose stavano davvero così» (Atti 17:11): l'invito non solo a leggere la Bibbia per conto proprio, ma anche a usare la propria testa mi sembra molto esplicito; se un lettore cerca sinceramente Dio, Egli non mancherà poi di aiutarlo a capire ciò che legge, magari anche tramite la Chiesa Cristiana, ma certo non esclusivamente.

(E. Pellegrini)




(Segue il commento del presidente di uno dei gruppi evangelici firmatari di un movimento ecumenico di riconciliazione)


Il 2000 non è stato un anno positivo per l'ecumenismo, cioè per il progetto di riavvicinamento e di riconciliazione tra i cristiani delle diverse denominazioni.

Prima, per il "Giubileo" cattolico, e in particolare per la rinnovata enfasi sulle "Indulgenze" che ne hanno costituito un elemento essenziale. Ma non solo: tutto lo spiegamento di forze per attirare l'attenzione dei mass media, l'accesso a ricchissimi fondi pubblici e gli sforzi per coinvolgere anche i non cattolici, rafforzando così la propria posizione di egemonia culturale (almeno in Italia), hanno urtato non poco la sensibilità delle minoranze cristiane ed hanno rafforzato il sospetto che il concetto di ecumenismo di buona parte (in questo momento maggioritaria) della leadership della Chiesa di Roma sia quello di "ricondurre all'ovile (suo) le pecore disperse" delle altre Chiese.

Anche il risalto dato al culto mariano, con la "rivelazione" (per quanto deludente) del "terzo segreto di Fatima" e il "pellegrinaggio" a Roma perfino della statua della "Madonna di Fatima", accolta in piazza S. Pietro con grande onore ed in pompa magna dal Papa in persona; e inoltre la "beatificazione" di Pio IX, autore dei dogmi della "immacolata concezione" e dell'infallibilità papale, e di Padre Pio, il cui "culto" le autorità sembrano incoraggiare anziché frenare, hanno dato l'impressione di un cattolicesimo deciso a "sottolineare le cose che lo dividono" piuttosto che quelle che ha in comune con le altre chiese.

Ma la sorpresa maggiore è arrivata nel mese di Agosto con la pubblicazione della "Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede" (l'ex Santo Uffizio) "circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesú Cristo e della Chiesa", meglio nota con il titolo Dominus Iesus. [...]

La sorpresa dolorosa arriva con la sezione intitolata: "Unicità e unità della Chiesa" (paragrafi 16-17) in cui, evidentemente per contrastare altre posizioni anche esse interne alla stessa Chiesa Cattolica, si ribadisce in maniera chiara ed inequivocabile la pretesa di Roma di rappresentare l'unica vera ed autentica Chiesa di Cristo:

I fedeli sono tenuti a professare che esiste una continuità storica – radicata nella successione apostolica – tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesa Cattolica: "È questa l'unica Chiesa di Cristo... Questa Chiesa, costituita e organizzata in questo mondo come società, sussiste [subsistit in] nella Chiesa Cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui"... la Chiesa di Cristo, malgrado le divisioni dei cristiani, continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa Cattolica... Le Chiese che, pur non essendo in perfetta comunione con la Chiesa Cattolica, restano unite ad essa per mezzo di strettissimi vincoli, quali la successione apostolica e la valida Eucaristia [cioè, le Chiese Ortodosse – N.d.R.] sono vere Chiese particolari... Invece le comunità ecclesiali che non hanno conservato l'Episcopato valido e la genuina e integra sostanza del mistero eucaristico [cioè, tutte le chiese protestanti ed evangeliche – N.d.R.] non sono Chiese in senso proprio; tuttavia i battezzati in queste comunità... sono in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa... "Non possono, quindi, i fedeli immaginarsi la Chiesa di Cristo come la somma – differenziata ed in qualche modo unitaria insieme – delle Chiese e Comunità ecclesiali; né hanno facoltà di pensare che la Chiesa di Cristo oggi non esista piú in alcun luogo e che, perciò, debba esser soltanto oggetto di ricerca da parte di tutte le Chiese e comunità" (para. 16-17 – le sottolineature sono nostre, N.d.R.)

Ora, è vero che, in un certo senso, qui non c'è nulla di nuovo: ci si limita a ripetere e a sottolineare ciò che il Vaticano aveva già ripetutamente affermato in passato. Le frasi citate tra virgolette sono tutte tratte dai documenti del Concilio Vaticano II. Però bisogna ricordare che l'espressione cruciale – "Questa Chiesa... sussiste nella Chiesa Cattolica, governata dal successore di Pietro..." – fu a suo tempo una soluzione di compromesso, volutamente ambigua (suscettibile cioè di piú letture e interpretazioni), frutto evidente del dibattito tra tradizionalisti e sostenitori dell'apertura e del rinnovamento.

Infatti una prima stesura (1963) del documento "Sulla Costituzione della Chiesa", in linea con la Mystici Corporis (1943 ) di Pio XII, diceva: "Questa Chiesa... è la Chiesa Cattolica", mentre la stesura finale (1964) recitava: "Questa Chiesa... sussiste nella Chiesa Cattolica". Ora è evidente che quando un testo, come quello in questione, viene – come risultato di una rielaborazione (dunque intenzionalmente) – modificato nel senso di passare da una chiara ed inequivocabile affermazione di identità tra Chiesa di Cristo e Chiesa Cattolica Romana, ad una piú aperta, sfumata e comunque suscettibile di interpretazione, la cosa avrà pure un significato. Né d'altra parte nel testo in questione del Vaticano II era presente la parola "soltanto" a qualificare la presunta "solitudine", ovvero l'unicità di Roma nel suo rapporto con Cristo. Questa parola compare invece nel documento di Ratzinger, che recita: "La Chiesa di Cristo... continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa Cattolica".

È anche a partire dalla "rottura" presente in questa formulazione del Vaticano II che si erano potute fare spazio nel dopo-Concilio le letture "aperturiste" di esponenti (vescovi e teologi) anche autorevolissimi della Chiesa di Roma (si comprendono le odierne reazioni di sorpresa), e il dissenso alla Dichiarazione espresso oggi in forma velata (e reticente) in pubblico, piú spesso e in modo esplicito, purtroppo, in privato. Per non parlare del "disagio" manifestato dallo stesso Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani. È anche a partire da quel testo che aveva acquistato maggiore credibilità la prospettiva di un ecumenismo non piú "romano-centrico", e maggior vigore la speranza di unità degli altri cristiani.

Ma se negli anni '60 la posizione adottata rappresentava una grande novità rispetto alla chiusura totale dei secoli precedenti, oggi si poteva sperare (confortati oltre che dalle aperture – ammissioni di colpa, richieste di perdono, ecc. – di Giovanni Paolo II, anche da documenti quali le encicliche Tertio Millennio Adveniente e Ut unum sint) in un'ulteriore attenuazione delle tradizionali pretese di Roma ad un monopolio così rigido ed esclusivo di verità e di ecclesialità.

Bisogna invece dolorosamente riconoscere che questo documento rappresenta un deciso passo indietro, segnala un'inversione di tendenza e attesta un tentativo di ritorno verso le posizioni di chiusura preconciliari. Si aggiunga a questo la "Nota sulle Chiese Sorelle" e il contemporaneo tentativo di recupero della figura e del pontificato di Pio IX (il papa del Vaticano I), affiancato – in un gioco di equilibri "religiosi", politici e teologici preoccupante – alla figura e al pontificato di Giovanni XXIII (il papa del Vaticano II), e si avrà la misura del tentativo di "normalizzazione" anti-progressista in atto in Vaticano. Almeno così sembra a noi.

È indubbio che non tutti i cattolici, e neanche tutta la gerarchia, la pensa allo stesso modo (il cardinale Cassidy ad esempio, capo del dicastero vaticano responsabile delle relazioni ecumeniche, ha manifestato chiaramente il suo dissenso quanto meno rispetto ai "tempi e ai modi" di questa mossa). Per cui è probabile che la Dichiarazione faccia parte di una battaglia interna al cattolicesimo, tra tradizionalisti e innovatori, intesa probabilmente a posizionare le forze in vista della successione.

È tuttavia certo che questa lettura "reazionaria" dei documenti conciliari è un documento ufficiale del Vaticano, pubblicato con l'esplicita approvazione e ratifica del Papa (anche se non sembra essere un pronunciamento ex cathedra, ritenuto quindi "infallibile") e non può essere ignorato, né dai cattolici, né dalle altre parti chiamate in causa. Risospinge la posizione ufficiale di Roma nei confronti di coloro che Giovanni Paolo II aveva proposto di chiamare "cristiani di altre confessioni" e "fratelli ritrovati", verso l'isolamento e l'intransigenza: la Chiesa di Roma sarebbe la sola vera Chiesa di Cristo alla quale gli altri cristiani si dovrebbero, in ultima istanza, coordinare o riunire. Il chiaro ritorno ad un "ecumenismo a senso unico". [...]

Noi non crediamo che Roma sia l'unica Chiesa di Cristo, "la pienezza del mistero salvifico di Cristo", né che sia "madre" delle altre Chiese, né che sia superiore per qualità o per dignità alle altre. Non crediamo ad un rapporto unico e privilegiato tra Roma e Cristo. Non crediamo che l'unità per cui ha pregato Gesú sia il "ritorno" alla Chiesa di Roma. [...]

Crediamo invece che il Corpo di Cristo, che è la chiesa, sia formato da tutti quei cristiani e quelle comunità che accettano e proclamano Gesú come Signore e Salvatore. Crediamo che sia necessario pregare e lavorare con essi per il rinnovamento, la riforma e l'unità visibile di questa chiesa, la chiesa di Cristo, senza altri aggettivi.

Ci turba profondamente ogni vertigine di orgoglio e di arroganza, anche se solo teologica, ogni mancanza di umiltà ecclesiale o denominazionale, per cui il mistero del Corpo di Cristo si identifichi con una qualsivoglia chiesa particolare.

(G. Traettino)


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11/12/2008 10:32
 
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CHIARIMENTO SULLA PREGHIERA " AI SANTI E DEFUNTI"
 
CHIARIMENTO SULLA PREGHIERA " AI SANTI E DEFUNTI"

Pregare i santi

la preghiera per i santi e per i defunti, i santi patroni

Il catechismo della Chiesa Cattolica invita i fedeli a pregare coloro i quali, grazie alle buone opere compiute, sono stati da essa dichiarati santi:

"I testimoni che ci hanno preceduti nel regno, specialmente quelli che la Chiesa riconosce come santi, condividono la tradizione vivente della preghiera mediante l'esempio delle loro vite... Essi contemplano Dio, lo lodano e si prendono costantemente cura di quelli che hanno lasciato in terra. La loro intercessione è il loro più elevato servizio nel piano di Dio. Possiamo e dovremmo chiedere loro di intercedere per noi e per il mondo intero" (CCC, pag. 645, #2683 - si veda anche pag. 249, #956).

Iniziamo col definire la parola "santo". La Chiesa Cattolica insegna che un santo è uno dei pochi che, a motivo delle buone opere compiute mentre era in vita, viene dichiarato santo dopo la sua morte:

"Canonizzando alcuni dei fedeli, cioè, proclamando solennemente che essi hanno praticato eroica virtù e hanno vissuto in fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce il potere dello Spirito di santità dentro di sè e sostiene la speranza dei credenti proponendo loro i santi come modelli ed intercessori" (pag. 219, #828).


Secondo la Bibbia, invece, chiunque è nato di nuovo in Cristo è un santo. Ogni credente che ha accettato il Vangelo e ha ricevuto personalmente Gesù Cristo come proprio Salvatore è un santo. Paolo, ad esempio, scrisse a tutti i santi (cioè ai Cristiani viventi) in Roma:

"...a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo" (Romani 1:7 - si vedano anche, in particolare, Filippesi 1:1 e 2 Corinzi 1:1).

Molti altri versi spiegano la stessa verità:

"A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo" (Efesini 3:8).

"Ed Egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11-12).

(Si vedano anche: Atti 9:13; 9:32; 9:41; 26:10; Romani 8:27; 12:13; 15:25; 15:26; 15:31; 16:2; 16:15; 1 Corinzi 6:1, 2 Corinzi 1:1, Efesini 1:1, e gli altri molti riferimenti presenti nel Nuovo Testamento).


PERCHÈ QUESTA DOTTRINA?

La Chiesa Cattolica ha scartato la definizione scritturale di "santo" e ne ha ideata una nuova, istruendo i fedeli a pregare questi "santi" non scritturali.

La domanda è: perché pregare altri, quando l'Iddio dell'universo è in cielo e attende le nostre preghiere per ascoltarci e risponderci?

I defunti sono nostri intercessori?

Secondo la teologia cattolica, i santi defunti "intercedono per noi presso il Padre". Ma noi Cristiani sappiamo che Gesù Cristo è il nostro unico intercessore. La Bibbia dichiara che non ve ne sono altri:

"Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (1 Timoteo 2:5).

"Egli (Gesù) può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7:25).

Insegnare il contrario è una tradizione inventata dagli uomini, contraria alla Parola del Signore.

Vediamo un'altra citazione interessante dal catechismo cattolico, riguardante i santi:

"Esattamente come la comunione cristiana tra noi pellegrini ci porta più vicini a Cristo, così la nostra comunione con i santi ci unisce a Cristo..." (pagg. 249-250, #957).

Secondo la chiesa cattolica, pregare i santi avvicinerebbe le persone a Cristo. In realtà, neppure questa dottrina è presente nella Bibbia.

Infatti, questa pratica di avere comunione con i morti è pericolosamente simile alla negromanzia, una pratica severamente condannata da Dio (si legga ad esempio Deuteronomio 18:10-12), e ciò nonostante, viene insegnata dalla Chiesa Cattolica anche nella forma della preghiera per i defunti, che sarebbe "...in grado non solo di aiutarli, ma anche di rendere efficace la loro intercessione per noi" (pag. 250, #958).


PREGHIERE PER I MORTI E LORO INTERCESSIONE

Ricordiamo che quando la Bibbia dice che i morti non sanno nulla (Eccl. 9:5), intende dire che non sanno più quello che avviene sulla terra, né quello che avviene ai loro congiunti, fratelli, sorelle, ecc. Nel libro di Giobbe per esempio è detto a proposito dell'empio che muore che "se i suoi figli salgono in onore, egli lo ignora; se cadono in disprezzo, egli non lo vede" (Giob. 14:21). E nel libro di Isaia è scritto che gli Israeliti dicevano a Dio: "Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce" (Is. 63:16). I morti dunque non sanno nulla di noi e neppure dobbiamo contattarli, pregarli, o invocarli. Ricordiamoci che la consultazione dei morti a favore dei vivi è una pratica condannata dalla Parola di Dio (cfr. Lev. 19:31; Deut. 18:9-12) e che Saul, per averla praticata, fu fatto morire da Dio (cfr. 1 Cron. 10:13).


CONCLUSIONE

La domanda che ciascuno deve porsi è: perché la Chiesa Cattolica preferisce che gli uomini preghino questo o quel santo defunto, piuttosto che l'Iddio vivente e onnipotente che risponde alla preghiera dei Suoi figli?

Se conosco un Dio onnipotente Creatore e Signore del cielo e della terra, il quale si dichiara di amore infinito e paterno, cosa può indurmi a chiedere grazie ad altri soggetti?
L'intercessione del Figlio di Dio, il Signore Gesù, non è abbastanza per noi? Il Creatore dell'Universo ha bisogno dell'aiuto dei defunti affinché possa persuadere il Padre ad aiutarli?
Che attitudine degradante verso il Signore Gesù Cristo! Questa non è l'immagine di Gesù che ci viene presentata nella Bibbia.

Sappi dunque che se queste tradizioni umane non corrispondono a verità, allora tutte le tue preghiere ai "santi" sono inutili.

Ma se preghi Dio attraverso Gesù, puoi reclamare delle meravigliose promesse che Dio ci ha fatto:

"Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16).

Nota sui Santi Patroni:
La chiesa cattolica insegna a confidare dei cosiddetti santi patroni, che essa definisce così: "Si dicono Santi Patroni, o protettori, quelli che ogni città, diocesi, parrocchia, istituzione, ceto sociale, professione, ecc., elegge a propri intercessori davanti a Dio, e sotto il cui patrocinio si pongono le singole persone" (Dizionario Ecclesiastico, Torino 1958, pag. 114).
Vi sono patroni che veglierebbero su determinate categorie di lavoratori, protettori per determinate malattie (nella tradizione popolare, si crede che san Cataldo guarisca l'ernia, santa Apollonia il mal di denti, san Biagio il mal di gola, ecc.), altri per le varie necessità (sant'Antonio da Padova aiuterebbe a ritrovare le cose perdute, santa Barbara proteggerebbe dai fulmini e dalle saette), altri patroni veglierebbero su una determinata città, e così via. Si tratta però di idee di origine pagana, che non provengono dal Cristianesimo, ma dal paganesimo che si insinuò nella chiesa romana durante i primi secoli.
Né dobbiamo credere che i santi patroni sono intercessori che gli uomini possono scegliersi perché siano loro mediatori davanti a Dio. La Bibbia infatti è categorica: "Esiste un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (1 Timoteo 2:5). Come credenti possiamo intercedere gli uni per gli altri, ma si tratta sempre di intercessione di credenti viventi a favore di altri viventi, mai di contatto con i defunti, che Dio ci ammonisce severamente a non praticare in nessun caso.


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