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La fede cristiana riformata e il papato

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2008 00:37
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27/12/2008 00:35
 
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La fede cristiana riformata e il papato


Dalla Confessione di fede riformata di Westminster:

25. 6. Non v'è altro capo della chiesa se non il Signore Gesù Cristo (1). Il Papa di Roma non può essere in alcun senso il capo della chiesa, ma è l'anticristo, quell'uomo di peccato e figliolo di perdizione, il quale si innalza nella chiesa contro Cristo, e contro tutto quello che è chiamato Dio (2).

(1) Cl. 1:18; Ef. 1:22.

(1) Mt. 23:8­10; 2 Te. 2:8,9; Ap. 13:6.


I. Il Papa non è successore di Pietro, e tanto meno vicario di Cristo.

Dice il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica:

880.¨Cristo istituì i Dodici «sotto la forma di un collegio o di un gruppo stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro». «Come san Pietro e gli altri Apostoli costituirono, per istituzione del Signore, un unico collegio apostolico, similmente il romano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli Apostoli, sono tra loro uniti».

(1) La funzione dei Dodici.
Gli apostoli, dopo la Pentecoste, come testimoni oculari della Persona e dell'insegnamento di Cristo, sono i garanti della continuità della Sua missione. Il numero di dodici apostoli richiama il numero delle tribù di Israele, e deve rappresentare simbolicamente il nuovo popolo di Dio. La base della sua leadership, però, non è più tribale, ma personale e spirituale. Evidentemente il collegio degli Apostoli era considerato come fissato nel numero, perché Gesù parla dei "dodici troni" dell'età futura (Mt. 19:28; cf. Ap. 21:14). Giuda venne sostituito da Mattia (At. 1), ma dopo questo fatto non viene più fatto nulla per scegliere persone da succedere a quegli apostoli che muoiono (At. 12:2). Il criterio di appartenenza al numero degli Apostoli è quello appunto dell'avere accompagnato Gesù per tutto il tempo del Suo ministero. Gli apostoli avevano la funzione non trasmissibile di deporre dinnanzi al mondo in favore di Gesù, delle cui gesta sono stati testimoni oculari. La qualifica di Apostolo per quanto riguarda Paolo, ha caratteristiche del tutto speciali. Egli è stato direttamente consacrato tale dal Cristo risorto (Ga. 1:1), e destinato a lavorare fra i pagani (Ro. 1:5; Ga. 1:16; 2:8). Il suo apostolato è stato riconosciuto dalla chiesa a Gerusalemme, ma lui stesso non ha mai preteso di essere annoverato fra i Dodici (1 Co. 15:11). Egli è stato testimone oculare del Cristo risorto (1 Co. 9:1; At. 26:16-18) per speciale grazia di Dio (1 Co. 15:10).

(2) Pietro era "capo" dei Dodici? Simone, figlio di Giona è stato uno dei primi apostoli ad essere chiamato (Mc. 1:16-18; Mt. 4:18-20), appare primo in tutte le liste bibliche degli apostoli, con Giacomo e Giovanni fa parte di un gruppo più ristretto particolarmente vicino a Gesù, ed era stato probabilmente il primo a vedere Gesù risorto (1 Co. 15:5; Lu. 24:34). Serve ripetutamente come impetuoso portavoce degli Apostoli, e rappresenta la loro comune defezione. Pietro è il primo a confessare che Gesù è il Messia (Mr. 8:29; Mt. 16:16; Lu. 9:20), e questa sua confessione di fede è la roccia su cui si fonda la chiesa cristiana. Egli riceve il soprannome di "Pietro", (Cefa, o pietra) per incoraggiarne la stabilità di carattere, lui che era proprio il contrario.... Il Signore affida a Pietro un compito pastorale (Gv. 21:15-17), forte della sua esperienza di rinnegamento e di riabilitazione. Negli Atti degli Apostoli Pietro emerge come leader (v. At. 15:7-11), ma Paolo non ha timore di riprenderlo quando sbaglia (Ga. 1:18). Paolo afferma soltanto in Ga. 2:9 che Giacomo, Cefa, e Giovanni «sono reputati colonne» nella chiesa di Gerusalemme. Pietro era certo investito di un ministero speciale come testimone primario del Signore e della Sua risurrezione, ma questo era unico per la sua persona e cessava con la sua morte.

(3) Perché Pietro non può avere avuto successori? Anche se accettassimo per buona l'affermazione che Gesù abbia voluto nominarsi un vicario, non è affatto detto nei Vangeli che Pietro, a sua volta, dovesse avere dei successori.

a) Gli apostoli erano tali in quanto testimoni oculari della risurrezione di Cristo (vedi punto 1).

b) Inoltre l'idea di successori degli apostoli non sarebbe mai venuta in mente alla chiesa primitiva, per il semplice fatto che i cristiani del primo secolo ritenevano imminente la fine del mondo (v. 1 Ts. 4:15).

c) E poi gli apostoli avevano ricevuto la loro vocazione dallo Spirito Santo (1 Co. 12:28,29) per evangelizzare il mondo. I vescovi (detti anche "anziani" o "presbiteri") erano eletti dalla comunità locale (At. 14:23). Gli apostoli non potevano avere quindi successori nei vescovi. Gli apostoli erano itineranti, i vescovi stanziali.

(4) La successione apostolica. Questa teoria di ministero nella chiesa non sorse che nel 170-200. Erano stati per primi gli Gnostici ad affermare di possedere una tradizione segreta trasmessa loro dagli Apostoli. Per contrastare questa asserzione la chiesa cattolica aveva indicato ciascun vescovo come l'autentico successore dell'apostolo che aveva fondato la sua particolare sede, e quindi alla verità che gli apostoli avevano insegnato. Era il vescovo, come legittimo ripetitore dell'insegnamento apostolico, ad aver preservato la tradizione apostolica. Egli era pure custode delle Scritture apostoliche e del Credo. In una generazione in cui il collegamento diretto con gli Apostoli stava presto esaurendosi, era naturale che si fosse posta un'enfasi particolare sulla dottrina e sulla pratica apostolica. E' solo nel terzo secolo che l'accento viene spostato dall'aperta successione di insegnanti, ai vescovi come successori personali degli apostoli. Questo sviluppo doveva molto agli scritti di Cipriano, vescovo di Cartagine (248-58). Harnack considera questo più una perversione che uno sviluppo. La parola "successione" (diadoch_) non si trova nel Nuovo Testamento e nella LXX. La stessa idea trova pure scarso riscontro nel N.T. Tutte le liste di successione dei primi secoli sono state compilate solo alla fine del secondo. In realtà, il vero successore dell'Apostolato è il Nuovo Testamento stesso, dato che esso continua il suo ministero nella chiesa di Dio.


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