CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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La molteplicità della chiese:

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2008 01:07
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27/12/2008 01:05
 
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La molteplicità della chiese:

i valori del pluralismo e della libertà

«Il Protestantesimo è costituito da un numero enorme di comunità e chiese diverse,

ognuna delle quali professa il proprio sistema dottrinale come "la verità" in virtù dell'ispirazione

dello Spirito Santo. Si assiste così ad un fenomeno in cui sia luterani, calvinisti,

pentecostali vari tra cui anche i modalisti etc. etc. affermano di essere nel giusto.

Ma se la verità è una, com'è possibile ciò?».

“Giovanni gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome, e

che non ci segue; e glielo abbiamo vietato perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo

vietate, perché non c'è nessuno che faccia qualche opera potente nel mio nome, e subito dopo

possa parlar male di me. Chi non è contro di noi, è per noi»” (Giovanni 9:38-41).

La prima cosa da dire a questo riguardo è che se si guarda alla molteplicità delle chiese

che si riconoscono nel Protestantesimo “con gli occhiali” [i discutibili presupposti] del

Cattolicesimo, è facile “scandalizzarsene”, e quindi averne un’immagine falsata. Se però

la si considera dalla prospettiva protestante, è possibile averne un’immagine senz’altro

più serena e meno ossessionata dall’idea di “unità a tutti i costi”.

Una seconda cosa da dire è che il concetto di unità coltivato dal Cattolicesimo, non

solo per noi è inaccettabile (per come intende realizzarlo) ma anche pretestuoso e non

corrispondente alla realtà. Il Cattolicesimo è esso stesso una realtà molto differenziata.

Anche per esso si potrebbe dire che sia composto da un numero enorme di congregazioni,

tendenze e linee diverse, tenute insieme dal riconoscimento [spesso solo formale] dell’autorità

dei vescovi e del Papa [che noi rifiutiamo]. Un certo grado di uniformità lo realizzano

spesso con grande fatica attraverso l’autoritarismo della gerarchia vaticana, dotata

di organismi di controllo che non esitano a reprimere ed eventualmente a “scomunicare”

chi non si attiene alle sue direttive. Sovente, inoltre, queste azioni disciplinari sono

semplicemente ignorate dai diretti interessati, che trovano modo di continuare quello che

in coscienza credono di dover fare, nonostante queste censure
1.

Una terza cosa da rilevare è quello che spesso i cattolici non comprendono, cioè che il

pluralismo delle espressioni della fede cristiana, è un valore altrettanto importante dell’unità.

L’unità rimane un valore, un ideale, da realizzare [non da imporre] e a cui si tende

attraverso organismi di dialogo e di cooperazione a diversi livelli [locale, regionale, nazionale

e internazionale]. Il dialogo e la cooperazione fra molte chiese evangeliche è una

realtà incontestabile. Esso avviene conservando ciascuna la propria identità particolare e

rispettando quella altrui. Può anche avvenire, come talvolta succede, che chiese d’origine

e sfumatura diversa decidano di fondersi in un’unica realtà organizzativa, e questo altrettanto

liberamente.

Certamente, a tutt’oggi, avvengono anche separazioni fra comunità o chiese. Possiamo

dispiacercene, ma ogni caso va giudicato singolarmente. La cosa può essere paragonata

al matrimonio. L’ideale è la perfetta unità e comunione “vita natural durante”, e a

questo si vuole tendere, ma in alcuni casi può essere giustificata e persino consigliata la

separazione. Non si può imporre a nessuno di “stare insieme per forza” in base ad un

principio che si ritiene assoluto ed inviolabile. Contesto, circostanze e situazione, sono da

considerare tanto quanto i principi. Come per il matrimonio, anche per le chiese, realtà

condizionate dal peccato e dalla debolezza della condizione umana [superati solo “nel

nuovo cielo e nella nuova terra”] la separazione può essere inevitabile. Gesù dice:
“Fu

per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli” (Mat1


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