La tradizione cattolica romana
I cattolici romani ritengono che la Tradizione è parte della rivelazione di Dio e perciò va rispettata al pari delle Scritture sacre; dicono: “La tradizione è l'insegnamento di Gesù Cristo e degli Apostoli, fatto a viva voce e dalla Chiesa trasmesso fino a noi senza alterazioni (Giuseppe Perardi). ”
Le cose non stanno come dicono costoro, ma se pure stessero così almeno non ci dovrebbero essere delle contraddizioni con le Parole della Bibbia. Come facevano gli Apostoli Paolo e Pietro a scrivere delle lettere contenenti delle dottrine e poi a voce dire il contrario? No! Ciò non è possibile!
Vediamo alcuni passi della Parola di Dio che ci mettono in guardia contro la tradizione:
Matteo 15:1,2
“Allora s'accostarono a Gesù dei Farisei e degli scribi venuti da Gerusalemme, e gli dissero: Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? poiché non si lavano le mani quando prendono cibo.”
Marco 7:1-13
“Allora si radunarono presso di lui i Farisei ed alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. E videro che alcuni de' suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate. Poiché i Farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono con gran cura lavate le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi; e quando tornano dalla piazza non mangiano se non si sono purificati con delle aspersioni. E vi sono molto altre cose che ritengono per tradizione: lavature di calici, d'orciuoli e di vasi di rame. E i Farisei e gli scribi domandarono: Perché i tuoi discepoli non seguono essi la tradizione degli antichi, ma prendon cibo con mani impure? Ma Gesù disse loro: Ben profetò Isaia di voi ipocriti, com'è scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuor loro è lontano da me. Ma invano mi rendono il loro culto insegnando dottrine che son precetti d'uomini. Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla tradizione degli uomini. E diceva loro ancora: Come ben sapete annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! Mosè infatti ha detto: Onora tuo padre e tua madre; e: Chi maledice padre o madre, sia punito di morte; voi , invece, se uno dice a suo padre od a sua madre: Quello con cui potrei assisterti è Corban (vale a dire, offerta a Dio), non gli permettete più di far cosa alcuna a pro di suo padre o di sua madre; annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. E di cose consimili ne fate tante!”
Galati 1:13,14
“Difatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quando ero nel giudaismo; come perseguitavo a tutto potere la Chiesa di Dio e la devastavo, e mi segnalavo nel giudaismo più di molti della mia età fra i miei connazionali, essendo estremamente zelante delle tradizioni dei miei padri.”
Colossesi 2:8
“Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo;”
Ecco mostrato, quindi, che la tradizione imposta dagli uomini a scapito della Parola di Dio non è cosa buona, anzi è da rigettare perché dannosa per la salvezza dell'anima dell'uomo.
Benchè il discorso in senso biblico è terminato, pure voglio ancora parlare della tradizione, andando a prendere quello che dicevano i cosiddetti padri della chiesa, scorrendo in breve alcuni brevi argomenti.
Quello che più mi lascia perplesso riguardo la fiducia che ripongono i cattolici sulla tradizione è il fatto che i padri antichi si sono contraddetti ed hanno anche scritto contro le dottrine della chiesa cattolica romana; nonostante ciò i loro teologi prendono soltanto quello che fa loro comodo e tralasciano quello che è contrario alle loro credenze. Ma se la tradizione è degna di fiducia perché prendere solo i pezzi a favore e non anche quelli contrari? L'astuzia di costoro non ha limiti e neppure la sfacciataggine!
Policarpo (70 – 155) affermava che la Pasqua andava celebrata il quattordicesimo giorno del mese di Nisan non importa quale giorno della settimana fosse , mentre Aniceto (II sec.) vescovo di Roma affermava che la Pasqua andava celebrata la domenica più vicina al quattordici del mese di Nisan.
Agostino e Cipriano non erano d'accordo sul ribattezzare gli eretici.
Con Cipriano non era d'accordo neppure Stefano, vescovo di Roma, il quale non voleva che gli eretici venissero ribattezzati.
Ci furono delle discordie anche tra Girolamo ed Agostino riguardo il passo della Bibbia in cui Paolo riprende Pietro e dice che era da condannare. Girolamo dice che Paolo fece uso di una bugia, mentre Agostino dice che Paolo non fece uso di nessuna bugia.
Giudicate voi stessi, di quale aiuto possono essere questi padri nell'interpretare quel passo della Bibbia, perché si contraddicono, e sono entrambi padri della chiesa facenti parte della tradizione.
Agostino poi era contrario anche sulla traduzione della Bibbia fatta da Girolamo in Latino, la Vulgata .
In quest'ultimo caso il concilio di Trento si schierò contro il suo padre Agostino in questo caso, consederando autentica, tra le versioni latine, quella di Girolamo.
Un devoto cattolico romano a chi deve credere, ad Agostino o al concilio di Trento?
Ancora, Agostino riteneva canonici i libri apocrifi di Tobia, Giuditta, Maccabei, della Sapienza e dell'Ecclesiastico, mentre Girolamo non li riteneva canonici.
Tertulliano affermava che Maria dopo il parto non era rimasta vergine, mentre Girolamo e Agostino dicevano il contrario.
Papia, Ireneo, Tertulliano, Giustino martire e Lattanzio credevano nel regno millenario di Cristo sulla terra, mentre Agostino ed Origene non ci credevano e combatterono contro questa dottrina.
Origene e Gregorio di Nissa sostenevano che alla fine saranno salvati tutti gli uomini, il diavolo e i demoni, mentre Agostino condannava questa dottrina.
Ireneo e Lattanzio erano contro il culto delle immagini, mentre Giovanni Damasceno lo sosteneva con forza.
Lattanzio negava la divinità di Cristo mentre Atanasio, Agostino ed altri cosiddetti padri la difendevano.
Tertulliano, Lattanzio, Teodoreto di Ciro e Cirillo d'Alessandria affermavano che l'adulterio era causa di divorzio e permettevano un altromatrimonio; mentre Girolamo, Clemente Alessandrino, Origene e Agostino erano contro il nuovo matrimonio in caso di adulterio.
Lattanzio e Tertulliano erano contrari al ricorrere all'uso della forza per difendere la dottrina cristiana; Agostino di Ippona, invece, era favorevole all'uso della forza per costringere i pagani ad accettare il Vangelo. Agostino non riconosceva il primato di Pietro ed era contrario alla transustanziazione.
Gelasio I ( fu papa dal 492 al 496) affermò contro i Manichei che era sacrilegio prendere solamente il sacro corpo astenendosi dal sangue sacrato e non accettava la transustanziazione (Gelasio delle due nature). Leone I ( fu papa dal 440 al 461) era contrario alla immacolata concezione di Maria.
Gregorio Magno (fu papa dal 590 al 604) non accettava come canonico il libro dei Maccabei (Greg. Ep. Lib. VI, 80: citato da Puaux in Anatomia del papismo, Firenze 1872, pag. 65).
Ecco solo alcuni esempi di delle tante contraddizioni tra i padri della chiesa.
Come si possono ritenere le parole di questi cosiddetti padri sullo stesso piano delle parole di Gesù, degli Apostoli e dei profeti? È una follia e coloro che fanno ciò saranno certamente svergognati.
Al contrario della Tradizione dei padri, le Sacre Scritture non si contraddicono. Ora, perché rivolgersi alla tradizione confusa e inattendibile per conoscere più appieno Dio e non rivolgersi solo alla Parola di Dio che è verace e vivente? Ma è una follia!
Anche i concilii si sono tra di loro contraddetti, sono stati in disaccordo con i papi, questi ultimi tra di loro si sono scomunicati e contraddetti; i padri della chiesa si sono tra di loro contraddetti ed hanno contraddetto anche quello che dicevano i concilii, insomma, non c'è stata una linea univoca, e per una materia importante come la religione cattolica romana che pretende di possedere la verità assoluta, la difesa nel cercare soccorso nella tradizione dei padri sembra molto fragile e contorta.
Giuseppe Piredda