CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Guardatevi da quelli che predicano il messaggio della prosperità

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2009 17:08
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04/01/2009 17:01
 
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Molti sono ricchi, ma non in vista di Dio

Vediamo ora chi è colui che pur essendo ricco in questo mondo non è ricco in vista di Dio.

Gesù disse: "Badate e guardatevi da ogni avarizia; perchè non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita. E disse loro questa parabola: La campagna di un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra sè medesimo: Che farò, poichè non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò; demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sè, e non è ricco in vista di Dio" (Luca 12:15-21).

Come potete vedere, questo uomo ricco quando vide che la sua campagna aveva fruttato abbondantemente pensò subito a mettere da parte i suoi raccolti ed i suoi beni, per poterseli godere nel corso degli anni a venire (egli pensava di vivere ancora molti anni sulla terra); egli non si preoccupò dei poveri, non si ricordò affatto di loro perchè voleva tenersi tutto per sè.

Era ricco ma privo di sapienza e di timore di Dio infatti Dio lo chiamò ‘stolto’ perchè pensava a tesoreggiare per sè medesimo. Ora, Gesù ha detto che chi tesoreggia per sè non è ricco in vista di Dio; certo è ricco in vista del mondo, ma non in vista di Dio. Quindi, chi è ricco in questo mondo perchè è stato chiamato da Dio in mezzo alle sue ricchezze, e pensa a tesoreggiare per sè, agli occhi di Dio è uno stolto perchè rigetta la sapienza che dice: "Getta il tuo pane sulle acque, perchè dopo molto tempo tu lo ritroverai. Fanne parte a sette, ed anche a otto, perchè tu non sai che male può avvenire sulla terra" (Ecc. 11:1,2), e la parola che dice: "Non vi fate tesori in terra...ma fatevi tesori in cielo" (Matt. 6:19,20), e di conseguenza è anche povero perchè non possiede tesori in cielo.

Ecco la testimonianza che Gesù rese dell’angelo della chiesa di Laodicea: "Io conosco le tue opere; tu non sei nè freddo nè fervente. Oh fossi tu pure freddo o fervente! Così, perchè sei tiepido, e non sei nè freddo nè fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Poichè tu dici: Io sono ricco e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo" (Ap. 3:15-17); ora, noi non sappiamo quale fosse la testimonianza che la gente del mondo rendeva di costui, ma certamente non era uguale a quella che rese Gesù di lui, e questo perchè la gente giudica dall’apparenza perchè guarda all’apparenza mentre il fedel Testimone che è nel cielo non giudica secondo l’apparenza perchè egli conosce i segreti del cuore e le opere di tutti i mortali. Gesù conosceva le opere dell’angelo della chiesa di Laodicea, e gli disse che, benchè lui dicesse di essere ricco e di non avere bisogno di nulla, pure era infelice, miserabile, povero, cieco e nudo. Certo che il Signore non lusingò affatto costui ma lo riprese severamente; costui dopo avere creduto aveva dimenticato il purgamento dei suoi vecchi peccati; si era voluto arricchire materialmente e ci era riuscito ma trascurando la grande salvezza che aveva ricevuto, infatti egli non si era preoccupato di aggiungere alla sua fede nè la virtù nè la conoscenza nè la continenza nè la pazienza nè la pietà nè l’amore fraterno e nè la carità. Il Signore vide questo e gli fece pervenire una lettera di riprensione, nella quale lo ammonì e lo esortò a ravvedersi. Che dire? Non viviamo forse in un tempo in cui noi siamo testimoni di quello di cui fu testimone il Signore a Laodicea? Oggi, sotto la spinta di questi predicatori della prosperità molti in seno alla fratellanza, tra cui molti pastori e non solo molte pecore, sono diventati come l’angelo della chiesa di Laodicea. Sono soddisfatti di sè stessi, si gloriano delle loro ricchezze materiali accumulate con la frode e ne bramano sempre di più; hanno abbandonato la fonte della loro grazia e si sono messi ad onorare le vanità bugiarde; hanno le forme della pietà ma ne hanno rinnegata la potenza; agli occhi dei più sono rispettati per la loro grande massa di beni, ma sono poveri perchè vivono nell’ozio e non vogliono sostenere la mano dell’afflitto e del povero. Loro desiderano accumulare tesori sulla terra e non in cielo, dimostrando così di non avere nessun desiderio di partire ed andare ad abitare col Signore, ed oltre a ciò sono angosciati al solo pensiero di dovere lasciare tutto quando moriranno. Coloro che si fanno dei tesori in cielo invece dimostrano di credere che c’è un cielo dove, dopo morti, si va ad abitare col Signore e dove si va a raccogliere quello che si è seminato sulla terra.

Spieghiamo alcuni passi della Scrittura presi per sostenere il messaggio della prosperità economica

Era inevitabile che quelli che hanno cominciato a predicare questo tipo di messaggio prendessero dei passi della Scrittura per sostenere la loro dottrina. Vediamo ora di spiegare alcuni di questi passi.

Ÿ Gesù ha detto: "E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amore del mio nome, ne riceverà cento volte tanti, ed erederà la vita eterna" (Matt. 19:29); "Io vi dico in verità che non v’è alcuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figliuoli per amore del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nel secolo avvenire la vita eterna" (Luca 18:29,30).

Siccome che in queste parole c’è la promessa di ricevere sulla terra case e campi in gran numero coloro che predicano il Vangelo della prosperità affermano che questo dimostra che chi lascia la casa e i campi per amore del Regno di Dio deve per forza di cose diventare un uomo ricco con molte case e molti campi. Certo, a prima vista parrebbe che il Signore ha promesso a coloro che lasciano case e campi per amore del suo nome di farli diventare dei grossi possidenti con molte case e molti campi, ma esaminando accuratamente questa promessa ci si rende conto che non è questo il suo vero significato. Perchè? Perchè costoro dimenticano volontariamente che in queste parole del Signore sono promesse pure molte mogli a chi lascia la propria moglie, molti figli a chi lascia i suoi figli, molti padri a chi lascia suo padre, molte madri a chi lascia sua madre, molti fratelli a chi lascia i suoi fratelli, e molte sorelle a chi lascia le sue sorelle per amore del suo nome; quindi, come non si può intendere che chi lascia la propria moglie per andare in un paese lontano a predicare il Vangelo diventerà marito di cento mogli con altrettanti cento figli nati dal suo matrimonio con loro, perchè questo equivarrebbe a dire che il Signore è a favore dell’adulterio, così non si può dire che chi lascia casa sua per amore di Cristo diventerà sulla terra proprietario di cento case.

Le parole di Gesù significano che a chi lascia la sua casa o il suo campo per amore del Signore avverrà questo, e cioè che troverà tanti credenti che metteranno a sua disposizione le loro case ed i loro campi. Se queste parole di Gesù volessero dire ciò che dicono costoro queste parole incoraggerebbero a farsi tesori sulla terra e non in cielo, mentre il Signore ha ordinato di non farsi tesori sulla terra.

E come si potrebbe dire che quello è il senso di quelle parole del Signore quando Gesù poco prima aveva detto al giovane ricco: "Và, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo" (Mar. 10:21)? Il Signore non gli disse: ‘Và, vendi le tue case ed i tuoi campi e fanne elemosine e dopo su questa terra ne riceverai cento volte tanti’, perchè se quel giovane avesse sentito delle parole simili non se ne sarebbe andato grandemente rattristato perchè egli avrebbe avuto la certezza di recuperarli sulla terra e di diventare ancora più ricco. Ma il fatto è che Gesù gli disse di vendere i suoi beni per farsi un tesoro nel cielo, e queste parole non piacquero al giovane ricco perchè egli sapeva che sarebbe diventato povero e che quei beni non li avrebbe recuperati più sulla terra.

A tale proposito mi preme dire che noi non dobbiamo fare elemosine pensando che così facendo diventeremo più ricchi sulla terra o perchè vogliamo che il Signore sulla terra ci dia la stessa quantità di denaro che diamo ai poveri assieme a dell’altro denaro. Non è questo un giusto sentimento, perchè noi dobbiamo dare per amore in verso il nostro prossimo e perchè mossi a pietà in verso lui. E poi chi ha detto che la ricompensa la si deve per forza di cose ottenere sulla terra, quando vi sono dei fratelli che hanno dato e poco dopo sono morti senza potere ottenere il contraccambio sulla terra? Gesù ha spiegato che vendendo i propri beni e facendone elemosine ci si fa dei tesori in cielo e non che ci si fa dei nuovi tesori in terra.


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