visti dai cattolici romani
Neoapostolici e Irvinghiani
Nel 1822 Edward Irving, pastore presbiteriano (calvinista), promosse nella sua parrocchia londinese un cristianesimo sociale di tipo carismatico. Circa 10 anni dopo venne escluso dalla sua Chiesa presbiteriana e fondò 3 anni dopo la Chiesa cattolica apostolica. In vista del ritorno di Cristo, ritenuto imminente, venne designato un collegio di 12 apostoli.
Il nucleo della Chiesa si costituì con i membri di un gruppo di preghiera formato attorno al banchiere e parlamentare Henry Drummond, influenzato dalle idee di Irving. Nel 1843 si insediarono in Germania e nel 1848 negli USA. Nel 1863 si divisero in Neoapostolici che, a differenza degli Apostolici, designarono i successori dei Apostoli deceduti. Il ramo apostolico è quasi estinto, mentre quello neoapostolico si è mantenuto soprattutto in Germania.
Gli aderenti rivolgono un’attenzione particolare ai passi biblici che si riferiscono agli ultimi giorni, alle manifestazioni dello Spirito e all’organizzazione della Chiesa primitiva. Attendono con fervore il ritorno di Cristo e sottolineano l’importanza dei doni dello Spirito e di una successione apostolica autentica. Durante la cerimonia detta della “sigillatura” con imposizione delle mani verrebbe assicurata al fedele la partecipazione al regno millenario di Cristo.
Nella loro organizzazione hanno un collegio di dodici apostoli che sarebbe sorto dalla “nuova Pentecoste”. Esso è presieduto da un apostolopatriarca con sede a Dortmund, capo di una gerarchia che ricalca quella descritta nella lettera agli Efesini (4,11).
Edward Irving è spesso considerato un precursore del movimento pentecostale.