CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Badate a voi stessi

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2009 20:24
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Città: BARI
Età: 53
Sesso: Femminile
09/01/2009 20:24
 
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Noi siamo come la “nutrice” di coloro che appartengono a Cristo. Se non cibiamo correttamente noi stessi, anch’essi cresceranno malnutriti. I nostri fratelli saranno “magri” e il servizio che renderanno a Dio sarà fiacco. Se l’intensità del nostro amore diminuisce, come potremmo ravvivare il loro? Se non camminiamo santamente nel timore del Signore, la nostra predicazione lo manifesterà. E se non sarà il contenuto dei nostri sermoni a dimostrare il nostro declino, lo sarà il nostro modo di vivere. Se ci cibiamo di errori dottrinali o di inutili controversie, coloro che ci ascoltano saranno i primi a fare le spese della nostra stoltezza. Al contrario, se abbondiamo in fede, amore e zelo, anche la nostra congregazione crescerà nella grazia e saremo di grande benedizione.

Oh, fratelli! Badate a voi stessi dunque! Vegliate sul vostro cuore e mortificate le concupiscenze mondane. Perseverate nella fede, camminate con zelo nell’amore e non vagate qua e là, ma rimanete in casa e spendete il tempo che avete a disposizione in comunione con Dio. Non inganniamo noi stessi e gli altri con un fervore simulato, perché non sarà accompagnato dalla benedizione che scende dall’alto! Soprattutto, impieghiamo molto tempo pregando e meditando la Scrittura, perché è quando entriamo in questa “cameretta” che Dio fa scendere il fuoco dal cielo per consumare i sacrifici che gli offriamo. Ricordatevi che se trascureremo queste cose non saremo solo noi a cadere, ma anche coloro ai quali siamo preposti nel Signore. Per amore del gregge affidato alle vostre cure: badate a voi stessi!


3. Badate che il vostro comportamento non contraddica ciò che predicate.

Badate a non essere un ostacolo che faccia inciampare colui che è cieco e non smentite col vostro comportamento ciò che avete affermato con le vostre parole. Questo peccato fa pensare alla gente che la Parola di Dio sia una filastrocca e che la predicazione del Vangelo non sia altro che un vano cianciare. Colui che crede davvero ciò che afferma, vivrà secondo quanto afferma! Una sola espressione d’orgoglio, una parola volgare, una discussione troppo animata o un solo atteggiamento dissoluto è sufficiente a rendere inutile la nostra predicazione. Ditemi, fratelli, nel timore del Signore, desiderate che la vostra opera porti frutto? Volete che le verità che predicate siano sperimentate da coloro che vi ascoltano? Come? Questo è ciò a cui ambite e non siete pronti a sopportare un torto, né siete disposti a rinunciare a qualcosa per favorire coloro che sono nell’indigenza? Desiderate che la vostra opera porti frutto e non volete assumere un atteggiamento più umile, essere più condiscendenti con coloro che considerate gli ultimi? Ahimè! Quanti di noi studiano molto per predicare correttamente, ma poco per vivere santamente! Una settimana intera non ci sembra sufficiente per preparare un sermone di due ore, mentre un’ora spesa meditando sul nostro comportamento ci pare già troppa!

Fratelli, certamente quello di cui stiamo discutendo è un motivo validissimo per badare sia a ciò che diciamo sia a ciò che facciamo. Se “metteremo in pratica” i comandamenti di Dio, saremo altresì “felici nel nostro operare” (Giacomo 1:25). Se coloro che ci ascoltano devono “mettere in pratica la Parola e non ascoltarla soltanto” (Giacomo 1:22), noi dobbiamo essere facitori e non soltanto predicatori! La medesima fatica che impieghiamo nel preparare i nostri sermoni dovrebbe essere profusa per vivere una vita santa. Quando studiamo quello che dobbiamo predicare, se davvero siamo interessati alla condizione spirituale di coloro che ci devono ascoltare, ci domandiamo: «Cosa posso dire per condurli alla salvezza?» Allo stesso modo, dovremmo diligentemente interrogare noi stessi domandandoci: «Come posso comportarmi per persuaderli a credere e quale deve essere il mio atteggiamento per guadagnarne il maggior numero?» Se la salvezza delle anime è il nostro obiettivo, lo perseguiremo quando saremo sul pulpito e quando ne saremo discesi! Non solo le parole della vostra bocca, ma anche il denaro del vostro portafogli sarà speso per il bene eterno degli altri! Che questo sia il nostro impegno quotidiano: usare tutto ciò che Dio ha messo a nostra disposizione per salvarne il maggior numero. Se pensate che il ministero sia solo studiare e predicare, vi sbagliate di grosso! E se questa fosse la vostra opinione, sareste indegni di essere chiamati ministri di Cristo!

Lasciate, dunque, che vi esorti con fervore ad essere “zelanti nelle buone opere” (Tito 2:14).

a) Siate irreprensibili e senza macchia. Il vostro comportamento condanni il peccato e sia un esempio per gli altri. Pretendete, forse, che coloro dei quali dovete prendervi cura si preoccupino dell’anima più di voi? Se volete che essi “recuperino il tempo” (Efesini 5:16), voi non sprecatelo! Se desiderate che i loro discorsi non siano futili e vani, siate i primi a parlare di ciò che edifica, affinché ciò che dite conferisca grazia a quelli che ascoltano (Efesini 4:29). Se volete che le loro famiglie siano ordinate e sobrie, governate le vostre come si conviene. Non siate superbi ed autoritari e anch’essi saranno mansueti. Di fronte all’ostinazione ed agli sbagli degli altri, carne e sangue vi suggeriranno di usare le stesse armi e di risolvere i vari problemi che incontrerete ricorrendo alla sapienza “carnale”. Se, però, ritenete che sia meglio imitare Cristo che Alessandro o Cesare, allora “non lasciatevi vincere dal male, ma vincete il male con il bene” (Romani 12:21). Ricordatevi che siete stati chiamati ad essere servi di tutti; perciò non estraniatevi dal gregge, ma familiarizzate con coloro che sono stati affidati alle vostre cure facendo loro del bene.

b) Abbondate in opere caritatevoli. Visitate i poveri, informatevi di ciò che necessitano e dimostrate in concreto la vostra compassione. Non siate avari, ma fate del bene a tutti e non cercate cose grandi per voi stessi e per i vostri posteri. Infatti, cosa perderete se impoverite per andare incontro ai bisogni altrui? Se insegnate che bisogna avere fede in Dio e farsi un tesoro in cielo, mostrate agli altri che credete in ciò che predicate! La nostra natura corrotta cercherà di cavillare per impedirci di adempiere al nostro dovere; perciò, badate bene a ciò che sto per dirvi (voglia Dio convincere i vostri cuori): colui che non è disposto a separarsi dai suoi beni per amore di Cristo, non è un vero cristiano! So bene che il cuore avaro cercherà ogni scusa per evitare di dividersi da ciò a cui è attaccato per ubbidire alla volontà di Dio, ma coloro che sono veri discepoli di Cristo seguiranno l’esempio del divino Maestro. Oh, quanto bene potrebbero fare i pastori del gregge se non amassero il mondo, né le cose che sono del mondo! Oh, se spendessero tutto ciò che Dio ha dato loro per fare del bene agli altri! Questa testimonianza aprirebbe molti più cuori alle dottrine della grazia di tutta la loro eloquenza! Anche se non dobbiamo rinchiuderci nei monasteri rinunciando ad ogni possedimento come fanno certuni, pure non dobbiamo possedere nulla che non appartenga prima a Dio.


4. Badate di non essere schiavi di quei peccati contro cui predicate e che condannate pubblicamente.

Magnifichereste Dio sul pulpito per poi disonorarlo come gli altri ipocriti? Proclamereste il regno di Cristo per poi disprezzarlo, ribellandovi ad esso? Dichiarereste la perfezione della legge del Signore per poi trasgredirla? Come potreste vivere nel peccato? Se il peccato è pericoloso, perché lo accarezzate? E se non lo è, perché persuadete gli uomini a non peccare? Se è cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente, perché non camminate nel suo timore? E se non è così, perché allora allarmare le persone senza motivo? Perché tu che insegni agli altri, non insegni a te stesso (Romani 2:21-23)? Badate dunque a voi stessi, affinché non predichiate contro quei peccati dei quali siete ancora schiavi; infatti “uno è schiavo di ciò che lo ha vinto” (II Pietro 2:19). “Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che conduce alla giustizia?” (Romani 6:16). Fratelli miei, ricordatevi che è più facile denunciare il peccato che vincerlo.


5. Infine, badate di non essere privi delle qualifiche necessarie allo svolgimento del ministero cristiano.

Colui che deve insegnare ad altri la via della salvezza, non può essere un fanciullo in quanto a conoscenza. Quali requisiti sono necessari per noi che abbiamo una così grande responsabilità! Quanti passi biblici difficili dobbiamo saper spiegare agli altri e quanti problemi teologici da risolvere! Dobbiamo fuggire il male nelle sue varie manifestazioni; dobbiamo aprire gli occhi degli altri affinché non cadano in tentazione e dobbiamo saper risolvere svariati casi di coscienza. Come può un lavoro di questo tipo essere svolto da persone impreparate o immature? Quale ostinatezza e malizia nei cuori di coloro con cui abbiamo a che fare! Quanti pregiudizi nelle menti di coloro che ci ascoltano! Siamo di fronte ad uomini e donne dal cuore caparbio, che anche quando sono zittiti non riconoscono di aver torto e non si lasciano convincere.

Quali uomini dovremmo essere in capacità, determinatezza ed instancabile diligenza! Paolo conosceva la propria insufficienza di fronte ad una tale chiamata e noi considereremo il ministero con superficialità o, peggio ancora, con sufficienza e spavalderia come se noi, invece, fossimo sufficienti? Il ministero cristiano non è un peso per le spalle di un ragazzino! Non penso che predicare un sermone sia la cosa più difficile per noi. Eppure, quale capacità è necessaria per esporre in maniera chiara tutto il consiglio di Dio, per convincere chi ci ascolta affinché la loro coscienza sia rischiarata? E non dimentichiamo che il linguaggio che adoperiamo e il nostro comportamento devono essere coerenti al messaggio che annunciamo. Dio dovrebbe essere onorato e glorificato dalla nostra predicazione, ma a causa della nostra debolezza e negligenza può avvenire il contrario! Quante volte gli schernitori sono usciti dal locale di culto beffandosi del Vangelo a causa delle mancanze del predicatore? Le persone si addormentano quando predichiamo se la nostra lingua e il nostro cuore sono addormentati e non abbiamo la capacità di svegliarli!
E ancora: quale abilità è necessaria per difendere la verità contro quelli che la contraddicono? Se noi veniamo meno di fronte a questo dovere (Tito 1:9), i nemici della verità esulteranno. Tuttavia, questo è il male minore. Infatti, chi può dire quante anime deboli ed instabili saranno danneggiate e quale disprezzo sarà suscitato verso la chiesa?

Oh fratelli! È vero, la necessità obbliga la chiesa a tollerare chi è debole, ma guai a noi se tolleriamo con indulgenza le nostre debolezze! Esiste forse un metodo per portare frutto, pur vivendo nell’ozio e nella trascuratezza? Se saremo pigri, spegneremo lo Spirito Santo! Dio ci insegna che nella sua opera dobbiamo essere “ferventi nello spirito” (Romani 12:11). Perciò, fratelli miei, non sprecate il tempo a vostra disposizione. Studiate e pregate, predicate e fate del bene a tutti. Badate a voi stessi, affinché la vostra negligenza non danneggi l’opera di Dio.

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